Un mese e mezzo dopo
Clary dovette ammetterlo: Isabelle aveva fatto davvero un lavoro splendido. Era tutto perfetto. Gli addobbi erano pochi ma bellissimi, dorati e con un leggerissimo tocco di glitter. Era una festa semplice, così come aveva chiesto Alec. Poco più sopra rispetto al centro del giardino era posizionato l'altare (anch'esso dorato) dove si sarebbe svolta la cerimonia. Su questo si sopraelevava un arco decorato con bellissimi nastri che ricadevano in perfetta simmetria creando una cascata di tessuto. Dopo aver perlustrato tutta la zona e aver controllato ogni minimo dettaglio, Clary entrò in casa e prese sottobraccio i due sposi, conducendoli in camera propria. Aprì l'armadio quasi vuoto, a parte qualche maglietta e pantalone, e prese i due vestiti che si trovavano a destra, isolati da tutti gli altri per evitare che si rovinassero. Era stato l'obiettivo principale di Clary proteggere quei due vestiti: ci aveva impiegato tanto tempo e attenzione nel farli adatti ai due ragazzi, e li voleva mantenere intatti. «Magnus, questo è il tuo vestito.» disse, tirando fuori il primo dall'involucro di plastica. Poi fece lo stesso con il secondo, mostrandolo ad Alec. Il vestito di Magnus era nero, con delle piccole decorazioni sulle maniche e i bordi, di un glitter dorato che si sarebbe dovuto poi abbinare all'eye-liner dello stregone, sempre poco calcato. Quello di Alec, anch'esso nero — secondo Magnus quel colore avrebbe fatto risaltare l'azzurro negli occhi di Alec — ma decorato con rune dorate, come da tradizione di ogni Nephilim. «Allora, che ne dite?» «Perfetti come tutto il resto.» rispose Alec, sorridendo. «Per le decorazioni sai bene a chi dare il merito.» Clary gli fece l'occhiolino, poi si rivolse a Magnus: «Allora, Sommo Stregone, soddisfatte le sue necessità?» lui sollevò un pollice. «Assolutamente. Ma non era necessario...» «Shh. Zitto. Sta' zitto. O Isabelle mi uccide. Anzi, ci uccide.» Magnus alzò le mani in segno di resa. «Non farò un fiato.» «Bravissimo.» rise Clary, poi una voce la chiamò dal piano di sotto. Era Jocelyn. «Clary! Per l'Angelo, vieni a darmi una mano con questi cosi, bruciano!» la ragazza alzò gli occhi al cielo. «Scusate, in genere non fa così. È completamente autonoma. Ma la confusione la fa distrarre. Ci vediamo tra un'ora, anche se mi darete le spalle. Adesso vi lascio soli...» lanciò un'occhiata d'intesa a Magnus e scivolò via per le scale.
Quando arrivò di sotto cominciò a comprendere le parole della madre. C'erano ovunque padelle e pentole di ogni genere che sembravano scottare moltissimo. «Ma insomma, Clary! Dici di volermi dare una mano e poi ti chiudi in camera, ma che modi sono?» Clary sbuffò. «E su, mamma, calmati! Stavo facendo vedere i vestiti a Magnus e Alec! Ma perché stai cucinando per l'equivalente degli invitati di una festa di Magnus?» Jocelyn la guardò male. «Uff, non è vero. Non sto cucinando così tanto.» la sua perenne bugia, pensò Clary sorridendo. «E poi... non sono mai stata a una vera e propria sua festa, quindi posso dire di non aver idea di cosa tu stia parlando.» «Appunto. Va be', come posso aiutarti?» la madre le indicò una pentola fumante alla sua destra. Clary si sporse e vide un liquido rosso all'interno. «Vuoi fare la lasagna.» ipotizzò Clary, entusiasta. «Voglio fare anche la lasagna. O forse le lasagne. Ci devo pensare. Comunque sia, finisci di cucinare quel sugo, per favore.» «Aiuto. Mamma, il mio vestito per la cerimonia è attillato. Vedi di non farmi prendere troppi chili in una sola serata, grazie.» Jocelyn scrollò le spalle. «Vedremo.» Clary borbottò qualcosa di incomprensibile a bassa voce e cominciò a mescolare delle spezie con il sugo, così come le aveva chiesto la madre.
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Circa un quarto d'ora prima della cerimonia, si riunirono tutti gli invitati fuori. Catarina si era nascosta dietro un albero, ma Magnus fece finta di non vederla per non crearle disagio. «Allora, agitati?» chiese Isabelle, che in fondo sembrava più agitata persino degli sposi. La gamba tremava e le dita non volevano saperne di stare ferme. «È?» chiese Alec. «Ansia pre-matrimonio, fratellino?» riformulò lei. Gli altri due sorrisero e si scambiarono diversi sguardi. «Noi, Iz?» «Ehm, sì, okay, forse non so gestire molto bene l'ansia... ma dove cavolo è finito quella sottospecie di...» «Sta parlando di Simon.» sussurrò Magnus ad Alec. Isabelle lo fulminò con lo sguardo. Poi gli occhi le brillarono. «Oddio. Oddio. Oddio. Il mio Simon. Oddio.» corse dal lato opposto della casa, quasi scavalcando i due ragazzi e rischiando di inciampare più volte nel vestito. Quando raggiunse il ragazzo i due si strinsero forte. «Simon! Ciao!» gli sussurrò nell'orecchio. «Iz, sei bellissima.» lei sorrise imbarazzata. Indossava un vestito blu elettrico che davanti le arrivava poco sotto le ginocchia, e dietro sfiorava il terreno — cosa che le causò più rischi di caduta —, poi l'immancabile rubino rosso abbinato ad un bracciale dello stesso colore. I capelli erano sciolti e lisci e le percorrevano tutta la schiena. «Grazie... anche tu sei fantastico. Stai benissimo in giacca e cravatta.» Cominciò a sistemargli il nodo come al solito, nonostante fosse perfetto. Simon rise. «Eh no, quella ora me la levo.» «Oh, no che dici! Stai un incanto!» «Fa caldo!» si lamentò lui, ma Isabelle gli lanciò uno sguardo che non prevedeva obiezioni. «E va bene, agli ordini, signorina!» disse alzando le mani, mentre lei sembrava molto soddisfatta. Vide Magnus sussurrare qualcosa ad Alec e allontanarsi per dirigersi verso di loro. «Che fai? Abbandoni lo sposo già prima di salire sull'altare?» Magnus sorrise, e salutò Simon. «Sono qui per proporvi una cosa molto divertente.» «Parla!» lo interruppe Isabelle. «Sì, se mi dai tempo. Dunque...» lanciò un'occhiata al Nephilim per assicurarsi che non fosse a portata d'orecchio. «Come lo vedreste un Alec ubriaco?» disse sorridendo in modo malizioso. «U-un che?! Oddio... ricordate com'ero io durante la sbronza?» «Uh uh... sembra interessante. E, Simon, eri davvero sexy.» dichiarò Isabelle sfregandosi le mani. «Ehm... tu eri arrabbiata quel...» «Shh. Zitto!» e tanto per rendere il concetto più chiaro, gli sigillò le labbra con un bacio. «Se parlo continui a baciarmi? Perché in tal caso...» si sporse e la baciò di nuovo. «Ragazzi, mi dispiace interrompervi, sul serio, ma vi devo spiegare tutto per bene, perché il ragazzo in questione sta arrivando.» disse lo stregone. «Okay, okay, ci siamo, parla pure.» rispose Isabelle. «Be', in realtà voi non dovete fare nulla. Innanzitutto gli farò venire molta sete. Poi gli farò credere di star bevendo molta acqua, ma prima che possa rendersene conto cambierò la sua acqua con qualcosa di leggermente più pesante, il tutto usando queste.» Fece sfrigolare le dita, dalle quali partirono delle scintille azzurre, e imitò il precedente sorriso malizioso. «Perfetto. Mi piace. Oh, oh! Sta arrivando, fate finta di niente.» Isabelle cercò di sembrare sciolta, e sorrise al nuovo arrivato. «Fratellino! Ciao!» Magnus borbottò qualcosa come "alla faccia del fare finta di niente..." ma Alec non parve sentirlo. «Ma Izzy, non ci vediamo da sì e no cinque minuti! Vabbe', Magnus, sei pronto?» l'altro gli porse il gomito. «Tu lo sei?» Alec agganciò il braccio al suo. «Ovvio.» «E allora lo sono anch'io.» Isabelle pungolò il fratello con il dito. «Dove credi di andare, signorino? Vieni qua che ti sistemo la cravatta!» «ALEC, SCAPPA!» gli urlò Simon. Isabelle lo fulminò con lo sguardo e alzò gli occhi al cielo. «Maschi...» sospirò. Alec si lasciò sistemare il nodo, poi si avviò insieme a Magnus all'altare.
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Shadowhunters - City of Broken Hearts
FanfictionCONTIENE SPOILER DA CITTÀ DEL FUOCO CELESTE. ~ Sono passati ormai due anni dalla fine dell'incubo. Sebastian è morto, e per il momento l'unico problema da risolvere sembrerebbe la perdita di memoria di Simon, causata dal demone Asmodeo, Principe del...