Il silenzio calato nella stanza era inquietante e faceva agitare sempre di più Isabelle. Dal momento in cui Simon aveva cominciato a dimenarsi e contorcersi a che era diventato immobile, erano passati sì e no cinque minuti. Isabelle si chiese se non stesse per mollare, lasciare che il veleno si impossessasse del suo corpo. Poi il respiro gli tornò regolare, e lei capì che la crisi era passata. Si sedette vicino a lui e gli prese la mano, stampandogli un bacio sulla fronte come farebbe una mamma preoccupata ad un figlio con la febbre. Tessa era fuori dalla stanza, aspettando eventuali chiamate. «Tessa, so che sei lì. Entra, dai» Non voleva che aspettasse fuori come fosse stata una semplice infermiera. La testa della ragazza fece capolino dalla porta. Isabelle sorrise e le fece cenno di entrare. Si sistemò dietro la Shadowhunter, poggiandole le mani sulle spalle. «Qualche segnale?» Isabelle scosse la testa. «No, ma sembra si sia calmato.» «Bene, tra un po' allora vedo a che punto è il veleno. Ora lasciamolo riposare.»
Poco dopo la bocca di Simon si aprì leggermente, e Isabelle pensò che fosse solo un riflesso incondizionato.
Poi, però, ne uscì un suono. Riuscì a distinguere la parola: «Bugiarda.»
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Quella notte la luna era sorprendentemente luminosa. Sembrava rispecchiare totalmente la felicità del giovane Lightwood, che se ne stava lì, mano nella mano con Magnus, a sorridere come un idiota cercando di farlo in modo contenuto, compito molto arduo considerando il battito sempre più veloce nel petto e le dita sempre più calde dello stregone intrecciate nelle sue. Guardò l'orologio e non si meravigliò di vedere che si erano fatte le undici. «Siamo stati davvero due ore su questo ponte?» disse Alec con una punta di sarcasmo. Magnus allargò il suo sorriso e alzò leggermente le spalle. «Così pare» Alec gli accarezzò delicatamente il dorso della mano, disegnandovi delle spirali con il pollice. Continuava a pensare alla proposta di matrimonio di Magnus. Erano stati i due minuti più belli e intensi della sua esistenza, e anche quelli in cui rischiò l'infarto. Ad un certo punto il cuore aveva assunto un battito anomalo, aveva iniziato a rimbombare talmente forte nel petto da arrivare a far male, anche se era il dolore migliore che avesse mai provato. Nonostante tutto, però, non poteva fare a meno di pensare che quanto gli aveva detto tempo prima valeva ancora. Per Alec era tuttora difficile accettare che qualche anno dopo la sua morte, per lo stregone ci sarebbero stati nuovi battiti. Finché il suo cuore avrebbe continuato a pompare sangue, per Magnus ci sarebbero stati nuovi amori. Decise di non tirare di nuovo fuori l'argomento, era consapevole di quanto dolore provocasse al suo ragazzo, e non volle rovinare la notte più bella della loro vita. «Va tutto bene?» gli chiese Magnus, vedendolo sovrappensiero. Sembrava che fosse in grado di leggergli la mente ogni singola volta. Alec si limitò ad annuire e sorridere. «Tutto okay. Solo... stavo pensando al nostro primo appuntamento» cominciò, non stava mentendo completamente, stava solo nascondendo parte della verità che non doveva tirare fuori. «e... sì ecco quella volta abbiamo lasciato un piccolo affare in sospeso, ricordi? Ora non ho niente da nascondere...» Magnus scoppiò in una risata fragorosa che gli illuminò completamente il viso. Alec sorrise, mentre lo stregone gli rivolgeva un'occhiata da sotto le palpebre cosparse di glitter. «Be', il nostro appartamento è giusto a un chilometro e mezzo da qui, e in effetti sono un po' di giorni che non ci facciamo un salto, avrà bisogno di una ripulita.» Fece un sorriso malizioso, al che Alec non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere a sua volta. «Credo di aver bevuto troppo spumante, Mag» «Credo proprio di sì, mi chiami in quel modo solo quando sei brillo.» Sorrise soffermandosi per qualche istante in quel mare blu che erano gli occhi di Alec, poi gli mise le mani intorno alla vita attirandolo a sé, dopodiché le posizionò a coppa intorno al suo viso. «Mi sa che qui quello brillo sei tu, ti ricordo che siamo su un ponte, una mossa sbagliata e ci facciamo una bella nuotata tra le nemiche di Jace» Magnus rise di nuovo. Era da tanto che Alec non lo vedeva sorridere così spesso in una serata sola. Ma invece di rispondere Magnus lo strinse ancora di più e gli accarezzò le guance. Poi si mosse in avanti e Alec catturò l'ultimo centimetro di distanza tra i loro corpi finché le loro labbra si incontrarono. Quando si separarono, Magnus colse l'impazienza negli occhi di Alec, e decise di non farlo aspettare. «Cominciamo ad incamminarci, in circa dieci minuti saremo a casa.» Avrebbe potuto dire "chiudi gli occhi, conta fino a 1/4 e saremo a casa" ma che senso aveva guadagnare dieci minuti in cui poteva continuare a stringere la mano di Alec respirando l'aria fresca della notte? Quasi come a rispondergli le dita di Alec si strinsero nelle sue, e si incamminarono verso casa.
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Shadowhunters - City of Broken Hearts
FanfictionCONTIENE SPOILER DA CITTÀ DEL FUOCO CELESTE. ~ Sono passati ormai due anni dalla fine dell'incubo. Sebastian è morto, e per il momento l'unico problema da risolvere sembrerebbe la perdita di memoria di Simon, causata dal demone Asmodeo, Principe del...