CAPITOLO 1: Problemi di memoria.

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Nel sogno Isabelle vide gli occhi di Simon che la fissavano, ma lui non parlava. Si limitava a fissarla, ma il suo sguardo la oltrepassava, come se vedesse qualcuno dietro di lei. Si girò e vide Clary. Simon corse verso di lei, e...

Isabelle scattò a sedere sul letto mentre calde goccioline di sudore le attraversavano la fronte. Simon... Perché sognava sempre di lui? Ma soprattutto: perché nei suoi sogni lui vedeva Clary, e non lei? Era un segno? Scosse la testa come per scacciare il pensiero, poi scese dal letto e andò verso il bagno, con l'intenzione di farsi una doccia. Ma, prima che raggiungesse la soglia della porta, qualcuno bussò.

«Chi è?» chiese lei.

«Simon...» rispose la voce. Nel sentire quel nome Isabelle sussultò. Non sentendo alcuna risposta, Simon entrò.

«Ciao...»

«Ciao» salutò lei. Simon sorrise e Isabelle ricambiò, o almeno quello fu l'intento.

«Hai... hai da fare?»

Isabelle scosse la testa. «Be' stavo per farmi un bagno, ma...»

«Per favore» la sua voce era implorante. «Ho bisogno di parlarti.»

Isabelle tirò dentro tutta l'aria che riuscì ad accumulare. Di che vorrà parlarmi? Pensò. Poi annuì. «Ci sono»

Simon sorrise entusiasta. «Bene... Io... Volevo scusarmi. So che anche per te non è facile e...»

«Sshhh!» lo zittì lei. Poi, a passi lenti ma decisi, gli si avvicinò. Con la mano incerta gli sfiorò la guancia, poi appoggiò la sua alla sua spalla. Era la prima volta che si toccavano, così vicini, così lontani. Spazi indescrivibili separavano lei e Simon in quel momento.

«Ora ti lascio al tuo bagno» disse Simon.

«Va bene»

«A dopo?»

«Certo» sorrise lei. Poi Simon, ricambiando il sorriso, si voltò e uscì dalla stanza, lasciando Isabelle con un sorriso stampato sulla faccia.

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«Non ce la faremo mai» concluse Alec. Magnus lo guardò con aria disperata.

«Ma se non ci riusciamo noi, chi lo farà?» si passò una mano tra i capelli pieni di gel, e Alec si chiese come facesse a non sporcarsi le mani. Magia? Pensò.

«Magnus... La colpa di questo è di un Demone Superiore. Non è così facile tornare indietro.» Alec fece spallucce.

«Vuoi arrenderti?» Alec scosse la testa e storse la bocca.

«Cercare non risolverà i nostri problemi. Dobbiamo chiedere aiuto a qualcuno. Qualcuno che abbia più esperienza di noi, o almeno un altro stregone» concluse Alec. Magnus annuì e sorrise malinconico.

«Io ho già qualcuno in mente» disse. Magnus sorrise.

«Tessa Gray» dissero in coro.

//

Clary non si era mai resa conto di quanto le distanze potessero variare. Voleva andare a parlare con Simon, ogni giorno cercavano di ricordare insieme, ma quel giorno era diverso. Avevano appena litigato, lui e Isabelle, e lei si sentiva come un peso su di loro che, se non eliminato, sarebbe stato la causa della fine del loro rapporto. Rabbrividì a quel pensiero, e decise di continuare a camminare ignorando le conseguenze. Arrivata finalmente davanti alla porta della stanza di Simon, bussò.

«Sì? Chi è?»

Clary entrò. «Io» disse poi. Simon, nel vederla, sorrise.

«Va... tutto bene?» chiese lei. L'altro annuì.

«Alla grande direi!» Clary rise ricordando il modo in cui Simon riusciva sempre a sdrammatizzare tutto. «Credo che mi stia ravvicinando ad Isabelle» aggiunse poi sorridendo.

Clary sorrise a sua volta. «Be', è fantastico!» esclamò. Simon annuì, entusiasta.

«Allora... Cominciamo?» le chiese poi. Lei annuì e sorrise.

«Dunque. Ricapitoliamo tutto ciò che abbiamo fatto questa settimana» cominciò Clary, che fece un segno a Simon per fargli capire che toccava a lui parlare.

Simon si schiarì la voce. «Allora. Io e te ci conosciamo da una vita, e siamo da sempre migliori amici. Andavamo spesso al Java Jones e al Pandemonium Club, poi tu mi accompagnavi a sentire le orribili poesie di Eric per sostenerlo e venivi ai nostri concerti, perché avevamo una band che cambiava sempre nome.» rise.

Lei annuì ridendo. «Come abbiamo conosciuto Jace e gli altri?»

Simon si raddrizzò sulla sedia. «Una sera, al Pandemonium Club. Cioè tu li hai conosciuti lì, ma io non potevo vederli. L'incontro "ufficiale" è stato a casa tua, quando è scomparsa tua madre.»

«Bravissimo, sono molto soddisfatta del mio allievo!» scherzò Clary scompigliando i capelli di Simon con fare affettuoso. «Per oggi basta, dai. Meglio poche cose ricordate bene, giusto?» Simon sorrise e annuì soddisfatto.

«Quando ti fermi presto vuol dire che sono preparato» scherzò Simon. Clary rise e annuì. Poi decise di rimanere a fargli compagnia, e di ritrovare in qualche modo il Simon che c'era e che, lei ne era sicura, sarebbe tornato.

Shadowhunters - City of Broken HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora