CAPITOLO 4: Demoni.

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Erano le 4 e 57 quando Tessa arrivò davanti a casa di Magnus. Era sempre stata una ragazza puntuale, non le piaceva arrivare in ritardo, perché chi arriva in ritardo generalmente ha un problema, e per lei non era così. Sentì la mano di Jem scivolare lentamente nella sua. Lo guardò e gli sorrise.

«Andiamo?» le chiese, e lei annuì.

Aprirono il portone e poi bussarono alla porta della casa. Dopo pochi secondi arrivò ad aprire Magnus, con un sorriso stampato sul volto, che però lasciava trasparire la sua immensa preoccupazione. Fece un inchino a Tessa e salutò Jem, invitandoli ad entrare. Nel soggiorno c'era un ragazzo giovane, di 18 o 19 anni intuì Tessa, che sembrava aspettarli. Lo riconobbe quasi subito: Alexander Lightwood. Il fidanzato di Magnus.

«Tessa, Jem, vi ricordate di Alec?» domandò Magnus.

«Certo, ciao Alec» dissero in coro Tessa e Jem.

«Ciao» salutò Alec, poi sorrise timidamente, facendo sorridere anche Magnus. Tessa si ricordò che l'ultima volta in cui si erano visti i due ragazzi erano appena tornati insieme. Sorrise al ricordo, poi scosse la testa per "svegliarsi".

«Allora... Cominciamo?»

//

Isabelle corse per i corridoi dell'Istituto per mezz'ora senza una meta precisa; a un certo punto non ce la fece più e aprì una porta a caso entrandovi. Si accasciò a terra, sciogliendo i capelli in modo da creare una barriera intorno a lei. Solo dopo si accorse che stava piangendo. Era troppo orgogliosa per ammetterlo, quindi immaginò che fosse a causa della polvere che le provocava allergia. Poi si abbandonò a se stessa buttandosi a terra a piangere. Non è possibile, continuava a pensare. Si circondò le gambe con le braccia e portò la mano alla sua collana. Notò con stupore che brillava di un rosso intenso. Doveva essere guasta, pensò. Era in una stanza dell'Istituto, come potevano esserci cose demoniache? Decise di andare fino in fondo, e si alzò a fatica aiutandosi con il muro. Si asciugò velocemente le lacrime, respirò una quantità indescrivibile di aria polverosa e cominciò a camminare.

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Da quando Isabelle era uscita dalla stanza, Simon non l'aveva cercata. Non poteva dire di conoscere Isabelle (o meglio, la conosceva, ma non se la ricordava), ma capiva che quando la gente usciva in quel modo andava a ficcarsi in qualche stanza a caso, e lui non aveva intenzione di girare tutto l'Istituto. Così decise di andare da Clary, a continuare le lezioni di memoria.

Arrivò davanti alla porta di Clary, sospirò e bussò. Udì dei sussurri come «non so chi sia» e «sarà Simon» e «allora dai vai via» poi si staccò perché sapeva di non dover origliare. Erano Clary e Jace. Gli dispiaceva di averli disturbati, ma non riuscì ad andare via perché Clary era già arrivata ad aprire.

«Ciao Simon»

"Ciao Clary. Disturbo?"

Lei rise e guardò verso Jace che si stava allacciando le scarpe. Poi scosse la testa. «No no, Jace stava andando via. Vero Jace?»

Lui annuì salutando Simon con una mano, mentre con l'altra tentava di sistemarsi un laccio della scarpa. Nel farlo però cascò e Clary scoppiò a ridere.

«Uffa, va be' ciao!» disse Jace ridendo, e uscì.

«Okay. Sarai venuto per le 'lezioni', no?» Simon annuì. Clary lo fece accomodare sulla sedia accanto al letto, mentre lei si sedette su quest'ultimo.

«Forza, cominciamo. Allora, non ti faccio ripetere di nuovo tutto, quello puoi farlo da solo. Ora aggiungiamo qualcosa. Tu ti sei innamorato di Isabelle, ti ricordi come?"»

Simon si irrigidì e Clary sollevò un sopracciglio per chiedere spiegazioni.

«Vedi... Io e Isabelle abbiamo appena litigato.»

Shadowhunters - City of Broken HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora