CAPITOLO 8: La stanza.

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«Come sarebbe a dire che non hai lanciato nessun incantesimo al nostro Istituto?» chiese Alec, impaziente. Magnus si limitò a una scrollata di spalle prima di buttarsi all'indietro sul divano.

«Alec, mi dispiace tanto, davvero. Ma giuro che non ho fatto nulla»

«Non potresti aver sbagliato?» lo incalzò lui.

Magnus scosse leggermente la testa, come se cercasse di convincere più sé stesso che Alec.

«Ma non è possibile, Magnus! Una volta sola nella storia dei demoni sono riusciti ad entrare nell'Istituto, e non l'hanno fatto da soli!» insistette Alec.

«Be' vorrà dire che questa sarà la seconda» concluse Magnus, mentre i quattro si lanciavano sguardi preoccupati.

«A dire la verità» intervenne Tessa «Due volte nella storia. La prima nell'Istituto di Londra. E anche quella volta non hanno lavorato da soli.» spiegò, cominciando a raccontare la storia di un certo Mortmain e del suo esercito di automi.

«Wow...» disse infine Alec.

Tessa annuì. «Già. È una storia un po' strana» disse sorridendo a Jem, che nel frattempo le aveva stampato un bacio sulla fronte.

«La cosa sicura» disse Magnus «È che dobbiamo approfondire questa questione.»

//

Buio. Luce. Buio.

Clary non si spiegava i motivi della scarsa luminosità delle stregaluci. Girava per i corridoi, e, sebbene fosse tarda sera, le stregaluci non volevano saperne di brillare. Ne rubò una dal muro tenendola in mano, e questa brillò. Clary rimase sorpresa dal comportamento della stregaluce, ma non si fece troppe domande e mise quella che teneva in mano al suo posto.

Decise di ignorare la situazione e andò in camera sua. Notò con stupore che sul comodino c'era la collana di Isabelle, che ardeva di un color rosso fuoco.

«Ma che diavolo...?» sussurrò.

Si guardò intorno. Quella non era la sua stanza. Eppure, nel momento in cui vi era entrata, le era sembrata la sua. E non aveva sbagliato corridoio...

Sentì dei sussurri e si girò di scatto. Erano due persone che ridevano, e si sussurravano parole incomprensibili.

Clary guardò tutta la stanza, e all'improvviso, sul letto vide Simon e Isabelle. Loro però non sembravano aver notato la sua presenza.

«Simon? Izzy...»

Loro non si giravano. Erano avvinghiati l'uno all'altra, vestiti, e si baciavano.

«Simon» ripetè Clary. Niente.

All'improvviso tutto scomparve, e rimasero solo lei e la sua stanza.

//

Mentre Jace giocava con due coltelli, gli venne in mente che forse era ora di andare a dormire. Cancellò meccanicamente l'idea dalla sua testa e pensò di andare da Clary. Ma forse lei stava dormendo. Decise di tentare. Si alzò e percorse metà del corridoio fino alla stanza di Clary, e bussò. Lei rispose di entrare e lui lo fece.

Trovò Clary seduta ai piedi del letto con la testa fra le mani, mentre sussurrava frasi quali «è impossibile» o «sono impazzita»

«Clary?!» la chiamò Jace.

«Oh, Jace, ciao» salutò lei, che sembrava essersi accorta solo in quel momento dell'entrata di Jace.

«Che ti succede?» chiese quest'ultimo.

Clary scosse lievemente la testa. «Non lo so... Io... Sto impazzendo.» dichiarò lei.

Jace emise una risata soffocata. «Ma che dici?»

«È la verità. Sto impazzendo. Vedo cose che non esistono. Un momento!» esclamò «Il ciondolo! Non c'è più! Oh, Raziel

«Clary ora mi preoccupi» disse Jace mettendosi seduto accanto a lei. «Vuoi dirmi che ti succede?» aggiunse.

Lei annuì. «Ho visto... Cioè io credevo...» e cominciò a raccontare tutto ciò che aveva visto, senza tralasciare alcun dettaglio. Parlò della stanza, di Simon e Isabelle, ma soprattutto della collana di Isabelle.

Jace emise un verso di stupore, buttando fuori tutto il fiato che non si era accorto di trattenere.

«Ti prego, trovami una spiegazione logica o scientifica o quello che vuoi» disse Clary.

«Purtroppo stavolta non c'è.» disse Jace con un'alzata di spalle.

«Ohh, sto impazzendo davvero allora!» Clary si mise le mani fra i capelli e imprecò sottovoce.

«Clary... Una spiegazione ci sarà. Non logica. Non scientifica. Ma ci sarà.» continuò Jace.

«Non logica, non scientifica, e cosa allora?»

Jace sospirò. «Demoniaca.»

//

Magnus stava scrivendo qualcosa su un foglio. Alec sbirciò da dietro la spalla e lesse:
Ragazzi, qui sta succedendo qualcosa di insolito. Verremo domattina. Vi spiegerò tutto, promesso.
Magnus Bane.

«Che intendi fare?» gli chiese Alec.

«Non lo so, cioè lo so, voglio andare all'Istituto e parlare con i ragazzi, vedere se è successo qualcos'altro, e sperare che non sia quello che penso io.» rispose Magnus alzandosi e muovendo le dita, mentre il messaggio spariva lentamente, ormai inviato.

«Perché, tu cosa pensi?»

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Ciao a tutti, questa è la prima volta in cui scrivo qualcosa dopo la fan fiction. Intanto sono contenta che stia avendo successo, e vi ringrazio ♡

Shadowhunters - City of Broken HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora