«Sei venuto davvero» sussurrò Alec mentre si incamminavano verso la casa di Amatis. Magnus gli sorrise e lo circondò con un braccio, strofinandogli le labbra contro la tempia.
«Non ti aspettavi che lo facessi?»
Alec scosse leggermente la testa. «Di solito quando prendi certe decisioni sei irremovibile» disse sorridendo.
«Non se si tratta di te!» Disse Magnus e, rendendosi conto di aver alzato la voce, si sforzò di abbassarla e proseguì. «Davvero, non so perché, ma sei l'unica persona a cui non riesco a dire di no.»
Il volto di Alec si animò di un immenso sorriso, e Magnus pensò a quanto fosse bello quando sorrideva e gli occhi azzurri gli brillavano. Improvvisamente si resero conto che il resto del gruppo era andato troppo avanti, e che loro erano rimasti visibilmente indietro. Sorrisero entrambi.
«Già che ci stiamo...» iniziò Magnus, frase che non terminò mai perché fu interrotta dall'arrivo delle labbra di Alec. Si unirono in un bacio carico di passione che durò un tempo lungo e imbarazzante, considerando che i ragazzi erano sì lontani, ma girandosi li avrebbero visti senza problemi. Ormai non contava più, non dovevano più nascondersi. Fu Alec a interrompere il contatto.
«Sarebbe meglio accelerare» dichiarò dopo essersi separato.
Magnus annuì, e subito dopo si ritrovarono a correre urlando ai loro amici di aspettarli.
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La casa di Amatis era poco distante dal luogo in cui si trovavano attualmente. Clary ricordava la strada a memoria, per tutte le volte che l'aveva percorsa. Ripensarci però le faceva male, e respinse un brivido di dolore. Jace se ne accorse e le prese la mano.
«Va tutto bene?» Le chiese dolcemente.
Lei scosse la testa. «No... sì, cioè no. Non proprio» balbettò lei. Jace le sorrise e le prese il volto fra le mani. «Tranquilla. Io ti capisco. Ti amo, e sarò sempre con te. Se hai qualcosa di cui sfogarti, io ci sono.»
Clary sorrise e stampò un bacio a Jace. «Grazie» sussurrò.
Dopodiché proseguirono il loro cammino, e mentre la distanza tra loro e la casa diminuiva, Clary sentiva la fitta che provava al petto aumentare sempre di più.
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Dopo poco meno di un'ora di cammino Clary, Jace, Tessa, Jem, Magnus, Alec, Isabelle e Simon si trovavano di fronte alla porta della casa di Amatis.
Clary mise la mano sul pomello della porta, salvo rendersi conto di non avere più le chiavi.
«Oh, per l'Angelo! Non ho le chiavi!» Esclamò Clary.
«Ci penso io» rispose Magnus, e Alec rise. Magnus appoggiò la mano sulla porta, e subito dopo questa si spalancò. Tutti applaudirono e Magnus si atteggiò, inchinandosi e sorridendo.
«Hey, non mostrarti troppo» lo ammonì Alec ridendo.
«Tranquillo, è tuo, fratellino» disse Jace dando una pacca sulla spalla di Alec, che gli sorrise.
Entrarono in casa, che ormai era buia e polverosa. Simon si mise a tossire a causa della polvere, e Magnus decise di dare una pulita a quel posto.
«Sì, ma vedi di non trasformarla in un hotel di lusso. Dagli solo una pulita» puntualizzò Clary. Magnus si mostrò offeso e con uno sfrigolio di dita la casa si illuminò, e divenne pulitissima.
«Magnus!» Lo ammonì Clary, indicando i quadri di Parigi misteriosamente apparsi sulla parete.
«Dovrò pur renderla un po' allegra!» Aggiunse Magnus. Clary lo fulminò con lo sguardo, e Alec rise talmente forte che dovette tenersi la pancia.
«Va bene, ho capito. Nessuno qui apprezza la vera arte» disse, e muovendo le dita rimosse tutti i quadri parigini precedentemente appesi.
Clary cominciò a girare per la casa, e subito la sua volontà la portò in quella che era stata la sua camera: fece le scale a due a due, poi si bloccò. Vedere la casa abbandonata le provocava inarrestabili fitte al cuore che la facevano tornare al passato, a quando in quella stanza aveva dormito con Jace, quando lì aveva rivisto sua madre... respinse ogni singolo pensiero ed entrò. La stanza era esattamente come la ricordava. Si avvicinò a passi svelti alla cassa che giaceva ai piedi del letto, e la aprì, sfiorando con mani nostalgiche i vestiti che qualche tempo fa aveva indossato. Ripensò a quando aveva usato la tuta nera di Amatis e la madre l'aveva vista così, per la prima volta, e si era arrabbiata. Ripensò al dolore che aveva provato quando aveva rivisto sua madre, dopo mesi di "coma", se si poteva chiamarlo così. Poi le venne in mente, guardando fuori dalla finestra, di quando al lago Lyn Valentine aveva evocato l'Angelo, che poi aveva ridato la vita a Jace. Di quando aveva scoperto che non erano fratelli, e aveva provato una gioia immensa. Quando ho baciato Sebastian. Al solo ricordo rabbrividì. Tante cose le erano successe a Idris, eppure sentiva una nostalgia tremenda della sua famiglia. Con Luke avrebbe potuto parlare senza problemi di Amatis, mentre tra i suoi amici in pochi la conoscevano, e neanche bene. Decise di rassegnarsi e si tenette i propri pensieri per sé, quando all'improvviso entrò Jace.
«Hey, Clary»
Lei si girò e sorrise. Lui ricambiò e si affiancò a lei.
Rise osservando l'orizzonte, dove si trovava il lago. Era evidente che avevano pensato la stessa cosa.
«E pensare che io sono morto, tecnicamente... una volta, ma sono morto»
Clary gli diede una spinta. «Sta' zitto! Sei vivo, basta, questo è l'importante!»
Lui la prese in braccio e lei gli agganciò le gambe alla vita.
«Ancora?!» Le disse lei.
«Sì» rispose lui.
«Uff, mi fai sentire bassa!»
Lui rise e la avvicinò ancora di più. Lei le circondò il collo con le braccia, appoggiando la testa alla sua spalla.
«Mi sento così stupida...»
Jace la guardò da sopra la spalla. «Ma che dici?»
Lei fece spallucce. «Penso troppe volte al passato... quando la maggior parte delle volte vorrei dimenticarlo»
«Il passato non è fatto per dimenticarlo. Insiste nelle menti umane, e spesso fa soffrire. E forse è per questo che una parte di noi non vuole dimenticarlo. Forse c'è una parte di noi che non vuole essere sempre felice.» Le disse Jace, accarezzandole i capelli ricci.
Lei rise sulla sua spalla. «E da quand'è che il mio Jace è diventato filosofico?»
Lui scrollò le spalle. «Ho sempre avuto svariati talenti, lo sai bene...»
Clary rise ancora più forte. «Quanto sei modesto, eh?»
Jace sorrise soddisfatto.
Fu allora che Clary capì, guardando Jace, il suo Angelo. Capì che quanto diceva lui era vero. Lei non voleva dimenticare il passato, perché di mezzo c'erano tutte le avventure che aveva passato con Jace, tutte le risate, tutte le sofferenze, tutte le separazioni e le paure. Si rese conto che i ricordi riaffioravano perché molti le erano stati bloccati per troppo tempo, quindi ora sbucavano senza contegno. E capì che non avrebbe mai più frenato i suoi ricordi.
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Ecco un altro capitolo ♡ so che non è molto lungo ma non ho così tanto tempo per scrivere :( fatemi sapere che ne pensate. Un bacio ♡
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Shadowhunters - City of Broken Hearts
FanfictionCONTIENE SPOILER DA CITTÀ DEL FUOCO CELESTE. ~ Sono passati ormai due anni dalla fine dell'incubo. Sebastian è morto, e per il momento l'unico problema da risolvere sembrerebbe la perdita di memoria di Simon, causata dal demone Asmodeo, Principe del...