«Ci è mancato tanto così che ci scoprissero!» disse Alec a Magnus, che intanto se ne stava imbambolato con i gomiti appoggiati sulle gambe e la testa fra le mani.
«Be' non ci hanno scoperti, no?»
Alec scosse la testa. Improvvisamente, guardando l'orologio, vide che erano le 4 del pomeriggio e che loro non avevano ancora mangiato. Ebbe un leggero crampo di fame.
«Ragazzi io ho un po' di fame, vi va se vado a comprare qualcosa?»
Tessa e Magnus si scambiarono un'occhiata e risero. «Rossa va bene?»
«Eh?!» chiese Alec. Poi capì e annuì ridendo, e improvvisamente sul tavolo comparve una teglia di pizza.
«Mi dimentico sempre che tutto questo puoi farlo da solo. Mi fai sentire inutile!» disse Alec, e Magnus gli diede una spinta.
«Quante volte devo ripetertelo che non sei affatto inutile?»
Tessa e Jem si guardarono imbarazzati e si presero la mano, sorridendo, mentre Alec e Magnus si baciavano.
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Isabelle camminava avanti e indietro, a destra e a manca per la stanza.
«Per l'Angelo, ti vuoi calmare? Mi irriti.» disse Jace. Isabelle gli lanciò uno sguardo di ghiaccio.
«Che vuoi?! Hai visto che non c'è nessun allarme 'invasione demoni', e allora?» riprese Jace.
«Oh, sta' zitto!» lo fulminò Isabelle. Jace tacque continuando a guardare la sorella scuotendo la testa.
«Sei incurabile»
«Lo so, ma tu lasciami perdere e vedrai che te ne dimenticherai.» vedendo lo sguardo di Jace, Isabelle sbuffò e aggiunse «Be' sono preoccupata. Contento ora?»
Jace annuì, raggiante. «Sì. Però lo vedo che non è solo per il demone. Avete litigato?»
Isabelle sussultò. «Eh? Chi? Cosa... No, io...» balbettò. Jace aggrottò le sopracciglia. «Ahh okay sì!» disse Isabelle. «Sì, abbiamo litigato, ma davvero non importa...»
«Zitta. Te lo leggo negli occhi che non è così.»
Isabelle fulminò Jace con lo sguardo, ma poi si accasciò a terra e annuì.
«Sì. Sì, okay? Mi importa eccome. D'altronde, se tu litigassi con Clary non ci staresti male?» ammise Isabelle.
«Certo che ci starei male!» Jace, rendendosi conto di aver urlato, si sforzò di abbassare la voce. «Ma io a differenza tua lo ammetterei.»
Isabelle inarcò un sopracciglio per prenderlo in giro. Jace incrociò le braccia e imitò Isabelle, a mo' di sfida.
Rimasero così per un po', e alla fine scoppiarono a ridere.
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Simon si chiese se fosse il caso di parlare con Isabelle. Gli sembrava di essere stato un po' troppo duro con lei, ma in fondo come non esserlo? Però in fondo lui voleva stare con lei. O forse era solo impressione? Forse era troppo legato al passato? Forse pensava di dover mantenere tutto com'era prima, e perciò la sua mente era bloccata nel voler stare con Isabelle. C'era un solo modo di scoprirlo. Andò a bussare alla porta di Clary. Quando lo vide sorrise.
«Simon» lo salutò. «Non mi aspettavo venissi.»
«Neanch'io in effetti»
«Che vuoi dire?»
«Posso entrare?»
Lei annuì e lo condusse all'interno della stanza. Lei si sedette ma lui rimase in piedi camminando avanti e indietro.
«Simon... Va tutto bene?»
«È okay. Più o meno. Clary devo fare una cosa.»
Clary lo guardò incuriosito, poi lui non le diede tempo di fare domande, si avvicinò e la baciò. Non poté negare che il baciò gli piacque, ma nonostante tutto c'era qualcosa, una barriera, che li divideva.
«Ciao Clary! Io...» Isabelle si interruppe e rimase bloccata sulla soglia della porta, osservando la scena a occhi spalancati.
«Bastardo, BASTARDO!» urlò contro Simon. «Com'era? No, Isabelle, tu non mi dai tempo, io ti abbraccerei sempre, tu non capisci, io sto male. Si Simon, sono una bella scema. E anche tu, Clary. Raziel, credevo di avere un'amica e un fidanzato o quasi. Ora non sono sicura nemmeno della metà di queste due cose. Mi fai schifo!» sputò le parole contro Simon, e corse via sbattendosi la porta dietro le spalle.
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Shadowhunters - City of Broken Hearts
FanfictionCONTIENE SPOILER DA CITTÀ DEL FUOCO CELESTE. ~ Sono passati ormai due anni dalla fine dell'incubo. Sebastian è morto, e per il momento l'unico problema da risolvere sembrerebbe la perdita di memoria di Simon, causata dal demone Asmodeo, Principe del...