13.

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My heart, your heart
Sit tight like book ends..
(One Direction-Strong)

Ho sempre amato i centri commerciali, li ho come l'impressione che il tempo si fermi, resti sospeso. Ci vengo spesso anche quando non ho necessità di comprare nulla, per la maggior parte delle persone sono luoghi caotici, ma a me la confusione rilassa. Passeggiamo per un po' senza che nessuno dei due compri qualcosa, ma alla fine convinco Fabrizio ad entrare in un negozio. Provo un vestito fiorato, nel frattempo Fabrizio si è aggiunto ad un gruppo di ragazzi che aspettano annoiati le proprie fidanzate.
Spalanco la tenda del camerino e gli chiedo un parere.
-Non è troppo corto?-
Mi guardo allo specchio, non ho mai indossato vestiti troppo corto, mi hanno sempre fatta sentire a disaggio, in realtà ho iniziato a mettere le gonne da poco, non ho mai avuto confidenza con il mio corpo, ma è qualcosa sul quale sto lavorando,
-Non credo mi sembra abbastanza lunga, vabbè ne provo un altro-
Provo un tubino color pesca con una lunga cerniera lungo la schiena che non riesco ad alzare.
-Fabrizio entra un attimo ho bisogno di una mano.- Dico uscendo solo con la testa dal camerino, lui e entra.
-Mi alzi la cerniera?-
Siamo di fronte allo specchio, ho le mani che reggono il vestito davanti. Vedo Fabrizio indugiare sulla lampo, inizia a farla scorrere lentamente tracciandone il percorso con le dita, quando il vestito è chiuso restiamo a guardare il nostro riflesso nello specchio.
-Ti sta benissimo- mi sussurra uscendo.
-Puoi tirarla giù prima di uscire? - La tira giù velocemente e esce. Continuiamo a girare per i negozi fino a quanto un stremato Fabrizio, mi implora di andare a pranzo cosi ritorniamo al MC che avevamo superato poco prima. Passiamo il resto della giornata in sala giochi dove io lo batto a giutar hero e lui mi straccia a bolwling.

Nel tardo pomeriggio decidiamo di ritornare a casa dato che stasera dobbiamo cenare fuori con i nostri genitori, quando ritorniamo loro sono già a lì, mostro a Lucia e mia madre quello che ho acquistato, mentre mio padre e ed il suo lo guardano con aria comprensiva.

Vado di sopra a prepararmi, indosso indosso il vestitino prugna che ho comprato sta mattina, ma questa volta a chiedermi la cerniera è mia madre. Metto dei sandali gioiello oro e faccio delle trecce che lego dietro alla nuca lasciando il resto dei capelli sciolti e mossi. Mi trucco mettendo l'eyeliner e un po' di mascara e scendo di sotto. Stranamente sono la prima ad essere pronta, cosi inizio a messaggiare sul gruppo della classe. Sara e Luna mi chiedono una foto del vestito cosi vado verso lo specchio e mentre sto per scattare, vedo scendere Fabrizio.
-Che fai?- mi chiede.
-Una foto per mostrare il vestito a Sara e Luna.-
Lui si avvicina mi cinge la vita e sorride.
-Scatta!-
Sorrido e scatto la foto la guardo e non mi sembra neanche di riconoscerci.
Fabrizio indossa in jeans strappato e una camicia bianca arrotolata sulle braccia che fa risaltare l'abbronzatura, i capelli sono ancora umidi e gli ricadono scompigliati sulla fronte.
Io affianco a lui risulto bassa e tozza, ma non mi importa, persino dalla foto si possono notare le mie guance rosse. Guardo la foto e mi piace, mi piace proprio tanto il fatto che lui mi abbracci, mi piace il sorriso sulle nostre labbra e mi rendo conto che forse non sarebbe cosi complicato stare insieme.
Invio la foto sul gruppo e Sara e Luna impazziscono, Fabrizio legge i messaggi e scoppia a ridere.

La cena passa velocemente e prima di andare via, io e mia madre andiamo in bagno mentre io mi rimetto il rossetto e lei si lava le mani lei inizia il suo interrogatorio.
-Allora le cose tra te e Fabrizio vanno meglio.-
alzo gli occhi al cielo so dove vuole arrivare.
-Mamma ti prego.- Lei sorride.
-Cosa? Sto solo dicendo che non litigate più!-
-Si, bhe non proprio, ma non farti strane idee.-
-Come potrei? Dormite solo insieme da due notti.-
Mi dice stranamente tranquilla, smetto di mettermi il rossetto non so cosa dire.
-Non è successo niente.-
Le dico in preda al panico.
-Si, lo so.-
-Davvero?- le chiedo speranzosa.
-Mi fido di te.-
Tiro un sospiro di sollievo e le sorrido grata.

-Andiamo a prendere un gelato?- Propone Fabrizio, ma i nostri genitori ci dicono di essere stanchi, cosi ci lasciano una macchina e se ne vanno.

Andiamo al porto che sta sera è molto affollato, mentre camminiamo Fabrizio mi prende la mano e la stringe nella sua.
-Ti da fastidio?- Mi chiede, abbasso lo sguardo sulle nostre mani intrecciate e sorrido.
-No.-
Lui ricambia il sorriso e continuiamo a camminare come se ci fossimo solo noi.

Eccomi qui con il tredicesimo capitolo spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate xx Stella
P.s. il prossimo capitolo vi piacerà molto! ;)

Ancora un po'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora