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"Curled in your arms
And I'm safe again
I'll close my eyes and sleep, sleep to the sound of London Rain"
(London rain- Heather nova)

Appoggio i piedi sul freddo del parquet e un brivido mi sale sulla schiena, recupero la maglia azzurra di Fabrizio e la indosso. Lui dorme tranquillo nella quiete dei pomeriggi di settembre, ha un'espressione da bambino sul volto, gli bacio la guancia e vado in cucina.
Apro il frigo e prendo un vasetto di yogurt ai mirtilli, lo mangio godendomi la vista sul parco che il terrazzo mi offre.
-Sta meglio a te questa maglia.-
La voce di Fabrizio rompe il silenzio.
-Mi sono svegliato e non ti ho trovata.-
Dice avvicinandosi, indossa solo i suoi boxer neri che contrastano con la sua pelle.
-Avevo fame.-
Sorride e mi bacia con urgenza facendomi aderire al muro, si allontana solo per riprendere fiato.
-Quando iniziano le lezioni da te?- Mi chiede rubandomi il cucchiaino e mangiano quel che resta dello yogurt.
- Fine settembre, perché?-
-Voglio andare a Londra con te.-
- Sarebbe fantastico, ma con tutte le spese per l'Università i miei non mi lasceranno mai venire.-
-Io ho dei soldi da parte, non c'é bisogno che tu chieda qualcosa ai tuoi.-
-Grazie, ma no.-
-Perché no?!-
-Non voglio che tu spenda cosi tanti soldi per me.-
Fabrizio ha la sua classica espressione testarda e cocciuta.
-Non capisco dov'è il problema! Voglio passare un po' di tempo con te, da soli.-
-Lo so e lo voglio anch'io.- Dico abbracciandolo.
-Ho ancora qualche risparmio dei diciot'anni, non sono molti ma posso almeno contribuire.-
Lui mi guarda seccato.
-Non posso farti regali?-
-Èun regalo troppo grande, non saprei come ricambiare.-
-Ma.-
Lo interrompo ancor prima che possa finire la frase.
-Giungiamo a questo compromesso, voglio solo contribuire.-
Lui sospira e si arrende.
-Va bene.-

Dieci giorni dopo ci troviamo in aereo con direzione Londra, chiudo gli occhi e cerco di mantenere la calma e non pensare troppo al fatto di essere in uno spazio chiuso senza la possibilità di aprire porte o finestrini, mi concentro sulle dita di Fabrizio che tracciano cerchi immaginari sulla mia mano.
Il volo, per fortuna, passa velocemente e senza turbolenze.
A darci il benvenuto c'è una leggera pioggierellina e il tipico cielo grigio londinese che mi fanno sentire immediatamente a casa.
Mentre il bus ci porta in centro mi godo il paesaggio britannico costellato da immensi campi di margherite gialle, che spiccano come un lampo di luce nel grigiore che circonda l'aria londinese.
Fabrizio sembra annoiato del tragitto che il bus percorre, passando prima per le campagne e poi per la periferia. Sorride alla mia reazione euforica per tutto ciò che mi circonda.
Londra ha tutto ciò che ho sempre desiderato, ritornare qui è come una folata di aria fresca in una torrida giornata d'agosto.
Tutto ai miei occhi è perfetto, dalle strade semi deserte della periferia a quelle affollate del centro, al rosso dei bus che colorano la città.

Fabrizio ha prenotato una stanza nel Victoria hotel, in Victoria street.
La stanza è deliziosa con le pareti crema adornate con foto di Londra in bianco e nero, al centro di essa c'é un grande letto matrimoniale con una trapunta color crema e l'aria profuma di gelsomino.
Sono su di giri, Londra mi rende felice, essere qui con Fabrizio mi rende felice.
-Vado a farmi una doccia.- Dice interrompendo il mio flusso di pensieri, mi bacia velocemente e va in bagno.
Mentre lui si lava, io disfo le valigie che richiedono poco tempo dato che abbiamo portato poca roba per non pagare un extra.
Quando Fabri esce dalla doccia entro io, ci prepariamo e usciamo per pranzare.
Una cosa che non capirò mai degli inglesi è la loro tolleranza al freddo, ci sono 17° e io indosso un maglioncino con un pantalone lungo, un cappottino più una sciarpa di lana, mentre la ragazza davanti a me solo una gonnellina di cotone un top e dei sandali, neanche Fabrizio sembra soffrire molto il freddo dato che indossa jeans neri una maglia a maniche corte con una giacca sopra, quando glielo faccio notare dice di essersi abituato al clima inglese.

Pranziamo in un pub poco lontano dall'hotel, in cui incontriamo un cameriere italiano che appena capisce che siamo suo connazionali gli si illuminano gli occhi, ci chiede del tempo e dice che gli manca il sole del nostro sud, mi fa tenerezza si vede che ha tanta nostalgia di casa.
Ci serve sempre lui fermandosi a chiacchiere e tenendoci compagnia.
Gli lasciamo una mancia generosa, più di quanto potremmo permetterci e lui ci ringrazia offrendoci un amaro.
Quando usciamo ha smesso di piovere, cosi camminiamo per le vie di Victoria street.
-Londra ti dona un sorriso meraviglioso, sei bellissima.-
Arrossisco per il complimento.
-Non sapevo ti piacesse cosi tanto.-
-Mi sento a casa qui, so che è assurdo, ma mi fa sentire cosi libera.-
Lui mi sorride comprensivo.
-So di cosa parli, lo stesso vale per me.-
Passiamo il resto della giornata parlando del futuro, di trasferirci qui. Fabrizio si itestardisce persino con una casa, che dice di voler comprare assolutamente.
Quando ricomincia a piovere torniamo in hotel, ci facciamo portare la cena in camera e restiamo abbracciati a letto, costringo Fabrizio a guardare colazione da tiffany.
Mi adormento tra le sue braccia sfinita, ma felice con la pioggia come ninna nanna..

Salve a tutti so di aggiornare dopo molto tempo e ad un'oraio improponibile, dato che molti di voi domani hanno scuola, ma è l'unico momento libero che ho quindi perdonatemi! ❤
Ringrazio chi segue la storia siete fantastici, vi voglio davvero bene, grazie di tutto!!!
Bhe spero che il capitolo vi piaccia e fatemi gli auguri per domani dato che ho la mia prima lezione universitaria! xx Stella

Ancora un po'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora