capitolo sesto

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Si trovava al centro commerciale, da sola. Dopo essere rientrata in casa e essersi rinchiusa in camera sua senza salutare nessuno, aveva deciso di andarsi a fare una passeggiata e magari comprarsi qualcosa. Non aveva chiamato nessuno, voleva starsene per conto suo. Continuava a non sapersi spiegare come mai il suo umore era cambiato così velocemente, dopo aver "assistito" a quell'incontro ravvicinato tra Megan e Cameron.

Sospirò e si avvicinò ad uno dei suoi negozi preferito, era un negozio piccolo e rettangolare. Alle pareti viola erano appese, in file, moltissime cover per il telefono. Ne guardò qualcuna e decise di prendersene una tutta nera, l'avrebbe decorata da sola.

Amava decorare i suoi oggetti, era un modo per farli ancora più suoi in un certo senso e le piaceva, era una specie di hobby. Passò per qualche negozio di vestiti ma improvvisamente niente le sembrava interessante. Tutti vestiti troppo noiosi, stampe viste e riviste, niente originalità.

Entrò nel negozio in cui Cameron le aveva comprato il capello e si diresse verso il reparto femminile, anche se quello maschile era nettamente più bello. Guardò fuori dalla vetrina del negozio mentre continuava a camminare, con la testa tra le nuvole non si accorse di essere andata a sbattere contro una ragazza. Caddero entrambe e Grace si alzò subito per scusarsi e aiutare la ragazza a rialzarsi. Ma un ragazzo l'anticipò

«tutto bene, Maja?» le chiese il ragazzo, prendendole la mano che la ragazza, Maja, stava alzando.

«Si, tranquillo» disse, poi spostò lo sguardo su Grace che arrossì, non aveva fatto proprio una bella figura.

«ti chiedo scusa, non guardavo dove andavo» disse Grace, pentita.

«tranquilla, mica mi hai uccisa. Piacere di conoscerti, Maja» le allungò la mano e Grace sorrise stringendola.

«Io sono Grace, piacere di conoscerti» poi spostò lo sguardo sul ragazzo biondo che aveva aiutato Maja a rialzarsi, aveva un dolce sorriso e sembrava gentile e disponibile. Aveva grandi occhi marroni e i lineamenti del viso lo rendevano ancora più tenero.

«Piacere, io sono Matthew ma chiamami Matt» Grace sorrise e strinse la mano anche a lui

Iniziarono a parlare e Grace scoprì che erano migliori amici da qualche anno ormai, anche se inizialmente aveva pensato che stessero insieme. Quando uscirono dal negozio si presero un frullato alla frutta e continuarono a parlare, si scambiarono anche i numeri di telefono dato che non venivano nella stessa scuola di Grace e le sarebbe piaciuto continuare a frequentarli.

Se ne andarono scherzando e prendendosi in giro, proprio come facevano lei e Nash. Sorrise al pensiero di quante volte si erano offesi scherzando e allo sguardo delle loro madri, che ogni volta pensavano che si offendessero per davvero.

Quando la dolce risata di Matt e la parlantina di Maja, abbandonarono la sua mente, ritornò cupa e il pensiero di Cameron ritornò a ingombrarle la mente. Fuori stava iniziando a piovere e lei non aveva un ombrello, ma non le importava più di tanto.

Finì il suo frullato e comprò un libro, poi si diresse verso casa a piedi. Non le andava di prendere il pullman.

Arrivò vicino ad uno skate park dopo una ventina di minuti, era lo skate park a pochi minuti da casa sua, quindi era abbastanza vicina. Vide da lontano un ragazzo in tuta che portava un cane a passeggio. Era davvero un cane meraviglioso e lo aveva sempre amato, era il cane di Cameron, lo avrebbe riconosciuto tra mille.

Guardò Cameron, aveva la testa bassa e poteva intravedere benissimo la strana e buffa montatura celeste dei suoi occhiali, si era tolto le lenti. La voglia di andare a parlargli e fare finta di non aver sentito niente le attanagliò la testa, infondo non erano affari suoi e lei non era nessuno per impedirgli di farsi Megan nello sgabuzzino della scuola, no?

Eppure il suo cuore non riusciva a perdonarlo. Si sentiva offesa e ferita da quello che aveva fatto e seguendo la razionalità, non ce ne sarebbe stato nemmeno motivo. Si morse il labbro inferiore.

Mente o cuore?

Si chiese silenziosamente mentre Cameron avanzava verso di lei a testa bassa, non l'aveva vista.

Mente o cuore?

Era ad una cinquantina di passi da lei, si era fermata nel mezzo del marciapiede cercando di fare una scelta che inizialmente doveva essere veloce, in teoria.

Mente o cuore?

Cameron avanzò di un'altra ventina di passi e il cane la notò, iniziando a tirare e facendo aumentare il passo al padrone

Mente o cuore?

Era a pochi passi da lei ormai e il cane si fermò, mettendosi a sedere e fissandola. Cameron, senza alzare la testa guardò confuso il cane, poi vedendo che stava fissando un punto in particolare alzò lo sguardo.

I loro sguardi si unirono e Grace imprecò mentalmente, doveva fare una scelta prima che questo potesse accadere, non dopo. I suoi occhi sembravano scavarle dentro ma abbassò lo sguardo, come pentito.

Ma non avrebbe potuto sapere che aveva sentito quello che era successo nello sgabuzzino, giusto?

Rimasero in silenzio per qualche minuto, a Grace sembrarono ore. Poi Cameron la guardò «posso spiegarti» disse

Grace lo guardò confusa, come poteva sapere?

«la tua ombra, dal vetro opaco della porta dello sgabuzzino» disse, notando il suo sguardo. Grace abbassò lo sguardo e si diede della stupida, non aveva motivo di giustificarsi, infondo non stavano insieme e non erano affari suoi

«non devi spiegarmi niente, puoi fare quello che vuoi» disse Grace, guardandolo negli occhi. Lo disse senza un tono preciso, né freddo, né accusatorio, né triste .. niente. Cameron la fissò per un attimo «no, non voglio che tu pensi che ti abbia usato solo per attirare l'attenzione»

Giusto, voleva scusarsi solo per questo ma intanto la scopata se l'era fatta. Pensò Grace. Poi scosse la testa, ma cosa andava a pensare? Doveva smetterla con questi pensieri stupidi.

«Tranquillo» lo superò e continuò la sua strada in silenzio verso casa, ignorando Cameron che la chiamò qualche volta e lasciandosi alle spalle la sua voce.

Poi, una lacrima solcò il suo volto.

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Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora