capitolo settimo

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Cameron ritornò a casa dopo un'oretta dall'incontrocon Grace, si sentiva turbato. Quello che gli aveva fatto Megan continuava atormentarlo. Avrebbe voluto spiegare a Grace cosa era realmente successo, ma isuoi occhi lo avevano messo in soggezione. Aveva la faccia e il tono di chi nonvoleva sentire, non perché non le interessasse ma perché avrebbe fatto troppomale.

Cameron si sentiva strano quando era con Grace. Leiera dolce, gentile, forte e carismatica. Riusciva a farti spuntare un sorriso,sempre. Eppure quando lo aveva guardato in quel modo, ferita, si era sentitomalissimo.

Si era affezionato a lei, lo aveva cambiato e perora nessuno lo prendeva ancora in giro. Tutto grazie a lei.

Quel giorno però qualcosa si era rotto, per colpa diMegan.

Sentiva ancora le sue mani lascive a dosso, e glivennero i brividi. Non avrebbe mai voluto che accadesse una cosa del genere.

La sensazione che aveva provato quando, mentre eraal suo armadietto, qualcuno gli aveva messo una benda su gli occhi, lotormentava, lo faceva stare male. Si era preso uno spavento. Poi quel qualcunolo aveva trascinato via e messo a sedere su qualcosa. Quando quel qualcuno, chesi rivelò Megan, gli aveva tolto la benda non gli aveva lasciato il tempo diaprire la bocca che aveva spostato la benda su essa.

Riusciva solo a mugolare e a sgranare gli occhi,spaventato. Megan sembrava una psicopatica in quel momento. Le pupille dilatatee un ghigno sul volto. Aveva iniziato a togliersi la gonna e Cameron eraarrossito. Chiuse gli occhi. La sentì togliergli i pantaloni e la mente delragazzo andò in panico.

Non lo voleva.

Non voleva che la sua prima volta fosse in unosgabuzzino con una persona che non amava.

Non voleva questo.

Cercò di liberarsi ma Megan gli aveva legato lecaviglie e i polsi, e Cameron si chiese quando lo aveva fatto, perché non se n'eranemmeno accorto e questo lo spaventava ancora di più. Fece tutto da sola.

Quando quella tortura finì, la ragazza si rivestì esorridendo sciolse la benda alla bocca di Cameron e allentò le corde, in modoche il ragazzo potesse toglierle da solo.

«Grazie dolcezza» disse andandosene.

Cameron ansimava, il cuore pompava sangue piùvelocemente e lo stomaco era in subbuglio. Si ricompose e si mise una manosulla faccia, togliendosi le corde di dosso. Gli venne da piangere, ma non lofece. Non lo aveva mai fatto.

Aveva visto la suaombra e sicuramente aveva sentito tutto. Si sentiva uno schifo. Si facevaschifo.

Rimase in quello sgabuzzino il meno tempo possibilee quando uscì, la scuola era vuota. C'era rimasto solo il bidello che puliva leaule.

**

Ora, mentre camminava per casa, continuava asentirsi uno schifo. Non aveva detto niente a nessuno. Dalla finestra potevabenissimo vedere la camera di Grace, la riconosceva perché da piccolo la vedevasul terrazzo a giocare con i peluche. Si passò una mano sulla faccia, per poipassarla nei capelli.

«Cameron, stai bene?» sua madre si sedette accanto alui, sul divano. Il ragazzo sussultò, non si era nemmeno accorto che si eraavvicinata.

Non la guardò, si sentiva sporco.

Continuava a guardare, fuori dalla finestra, la casadi Grace «è successo qualcosa con quella ragazza?»

«tranquilla mamma» disse in risposta, non volevaraccontarle cosa era successo. Aveva paura di essere giudicato anche da lei,nonostante la sua mente gli dicesse che era sua madre e che poteva dirle tutto.

**

Grace era sul divano, guardava suo fratello mentregiocava alla play station. Era buffo, si arrabbiava quando la sua squadrafaceva qualcosa che non gli piaceva e urlava contro il televisore. Riuscì astrapparle qualche risata, forse era per quello che gridava anche quando non cen'era motivo.

Aveva l'immagine di Cameron in testa, quel ragazzonon la mollava un secondo.

«Grace, puoi aiutarmi in cucina?» sua madre lachiamò dalla stanza accanto. Grace si alzò e andò in cucina, sua madre lechiese di apparecchiare.

Iniziò a disporre i piatti in silenzio

«Grace, devi dirmi qualcosa?» sua madre capivasempre quando qualcosa non andava, e l'amava per quello. Era difficile cheGrace iniziasse un discorso su qualcosa che non andava nella sua vita.

«ho paura di perdere una persona mamma» le disse,non aveva la forza per raccontarle tutto nei minimi dettagli, sarebbe scoppiataa piangere.

«tesoro»

La donna lasciò i fornelli e l'abbracciò, iniziandoad accarezzarle i capelli

«non so cosa fare» disse Grace

«fai quello che ti senti di fare» le rispose suamadre

«ma la mia testa mi dice di fare una cosa, mentredentro sento che devo farne un'altra» gesticolò, sperando che sua madre potessecapirla

Ilary, sua madre, la guardò con un sorriso dolce sulvolto «tesoro, ricordi quando io e tuo padre ci separammo?» la fece sedere

«la mia testa mi diceva di non farlo, che voiavevate bisogno di un padre» iniziò, Grace fece una smorfia. Quello che avevanoavuto loro non si poteva neanche lontanamente definire padre. «ma il mio cuoremi disse che era la cosa più giusta da fare, non ero felice, stavo male» disseIlary

Grace annuì, alzandosi. Aveva capito cosa volevadirle sua madre. Segui il tuo cuore. Sempre. Era più facile a dirsi che afarsi, eppure sua madre la faceva tanto semplice.

Salì in camera sua e si affacciò al terrazzo, losguardo le cadde sul giardino di Cameron, dove lui stava annaffiando le piantedi sua madre. Ricordava che da piccola, guardava la madre di Cameron curare lepiante con più attenzione di quanto curasse il cane.

Rise a quei ricordi.

La figura e i movimenti di Cameron la rapirono,persino mentre annaffiava era bello. Arrossì e si chiuse in camera. Prese iltelefono e notò un messaggio da Maja

"Io, tu, Matt e due miei amici domani pomeriggioallo skatepark. E non accetto un no come risposta"

Sorrise e diede conferma

Quella ragazza era davvero simpatica e Matt l'erasembrato più uno schiavo con le buste di Maja, ma era simpatico anche lui. Nonvedeva l'ora di rivederli. Si chiese se avesse dovuto invitare Nash e glialtri, ma decise di non farlo.

Si stese sul letto, non aveva nemmeno fame. Siaddormentò con il pensiero e la voce di Cameron in testa.

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Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora