capitolo quinto.

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A Grace non piaceva mentire alle persone a cui teneva, odiava mentire. Ma in quel momento, davanti a Megan, le venne spontaneo. Aveva parlato di Cameron come se fosse un giocattolo. Aveva detto che se lo sarebbe portato a letto dato il suo radicale cambiamento. Aveva riso di lei quando la rabbia iniziava a montarle sul volto. Grace non aveva mai picchiato nessuno, eppure aveva quel terribile istinto di prendere a pugni Megan fino al punto in cui nemmeno sua madre sarebbe stata in grado di riconoscerla.

Ma con Megan, più ti arrabbiavi e le davi spago, più lei si sentiva soddisfatta. Quindi aveva usato il sarcasmo, come sempre, e aveva vinto la sua lotta quotidiana contro quella ragazza.

Non aveva mai reagito in quel modo, neanche quando Megan insinuò di portarsi a letto Nash. Quel giorno le aveva riso in faccia e se n'era andata via, ancora ridendo, a cercare Helen e Nash. Eppure con Cameron era diverso.

Cameron era tenero, intelligente, gentile, simpatico, timido, studioso e bellissimo. Si sorprese di pensare queste cose sull'amico, che tra le altre cose conosceva da quanto? Due giorni?

Non riusciva a capire come lavorasse la sua mente sull'argomento "Dallas". Era un mistero. Era come se Cameron le avesse portato via l'anima, la mente e il sonno. Non aveva dormito quella notte, si era rigirata nel letto sperando di addormentarsi ma ogni volta che chiudeva gli occhi l'immagine di un Cameron che sorrideva la faceva destare dal dormiveglia in cui era caduta.

Ora si ritrovava a camminare per i corridoi della scuola, seguita dallo stesso ragazzo che l'aveva tormentata per una notte intera. Stava ancora sorridendo intenerito dato che era arrossita. Grace sorride divertita e scosse leggermente la testa, prima di guardarsi intorno per cercare i suoi amici. Vide Taylor e Nash seduti sul prato della scuola, Helen era a pochi metri da loro, ad una macchinetta. Hayes era con i suoi compagni, della sua età. Si diresse verso i due ragazzi seguita ancora da Cameron.

Si sedette salutando entrambi con un abbraccio e Cameron disse un semplice "Ciao" accompagnato da un sorriso. Quando Helen tornò, aveva le braccia unite per non far cadere le merendine che aveva preso. Le buttò in mezzo agli altri e iniziarono a spartirsele. Cameron rimase in silenzio.

Lui di solito mangiava qualcosa in classe, qualcosa che preparava la mattina stessa a casa, ma quel giorno se l'era scordato dato che Grace era venuta a chiamarlo. Guardò le merendine sul prato e si chiese se avesse potuto prenderne una

Grace lo guardò e prese una barretta ai cereali per poi passargliela «guarda che sono anche per te, soldato»

Nash rise per il soprannome e Taylor non ci fece nemmeno caso, dato che era impegnato a infastidire Helen con le sue pessime battute.

Cameron le sorrise e prese la barretta, incominciando a mangiare. Passarono la ricreazione a ridere e a scherzare

«ci andate alla festa di Megan? Ha invitato tutta la scuola» disse Taylor, addentando l'ultimo panino che gli era stato dato.

«non lo so, Hayes ha già detto che non ci viene» rispose Nash, sdraiandosi sull'erba e portando le braccia sotto la testa «si amico, ma Hayes e te non siete la stessa persona» ribatté Caniff

Helen scosse la testa con un sorriso sulle labbra «io odio Megan, ma dobbiamo ammettere che le sue feste sono fatte bene»

Grace annuì masticando una barretta al cioccolato. Non ci sarebbe andata nemmeno se l'avessero pagata. Aveva provato a fidarsi del giudizio di Nash una volta, erano andati ad una sua festa e dopo quell'unica volta si era ripromessa di non andarci mai più.

«ci andiamo?» chiese Nash, tirandosi a sedere

Taylor guardò il cielo per qualche secondo poi sorrise «io ci vado»

Si voltarono tutti verso di lui, chi guardandolo male e chi con la confusione negli occhi. Grace sbuffò «e ti pareva» commentò sarcastica

Taylor andava a quelle feste solo per cercare di rimorchiare qualche ragazza che, puntualmente, non rimorchiava mai. Lei ed Helen avevano provato a dissuaderlo dalla sua impresa, ma Taylor era troppo testardo.

Nash rise «forse questa volta ti faccio compagnia» ricevendo un'occhiataccia da Grace ed Helen.

Taylor e Nash si voltarono verso Cameron, che aveva osservato lo scambio di battute in silenzio, facendo passare lo sguardo su chi prendeva la parola.

«e tu Cameron? Vieni?» chiese Nash

Cameron trasalì. Già il fatto di stare con delle persone a ricreazione era un grande passo avanti e andare ad una festa non avrebbe portato altro che guai, lo sapeva. Ogni volta che Sierra tornava da una festa, era un misto tra uno zombie e uno straccio per pulire i vetri.

«credo che passerò» si decise a rispondere, ricevendo un sorriso soddisfatto da Helen e uno sguardo da Grace.

«almeno ha cervello» disse Helen, screditando i due che fecero il verso alla ragazza. Risero e dopo il suono della campanella tornarono in classe.

La giornata passò abbastanza tranquillamente, ma come sempre la tranquillità è breve. Quando Grace si allontanò dal suo armadietto, pronta a seguire la massa di studenti che si stava accalcando all'uscita, sentì una porta sbattere rumorosamente e si girò, presa alla sprovvista dal rumore.

Davanti a sé c'era la porta dello sgabuzzino.

Si avvicinò lentamente e riuscì a sentire dei gemiti soffocati. Arrossì pensando che potesse trattarsi di Megan che stava ... intrattenendo un ragazzo della scuola.

«lo so che ti piace» una voce stridula raggiunse le sue orecchie e la riconosse subito, Megan, come aveva immaginato. Si ricompose e fece per allontanarsi ma si bloccò quando sentì l'ultima parola che disse Megan prima di sospirare pesantemente.

«Dallas» gemette

Grace si voltò con gli occhi sgranati verso la porta, come se potesse vederli. Strinse le labbra e sospirò. Sentiva lo stomaco ribaltarsi e la fame che aveva fino a pochi minuti prima era come volatilizzata. Aveva come un peso sullo stomaco, come se non riuscisse ad ingerire niente, nemmeno la propria saliva. Si voltò e chiuse gli occhi, allontanandosi a passi pesanti dalla porta.

Uscì dalla scuola con la testa bassa, non aspettò nessuno per andarsene. Semplicemente, le aveva fatto male.

Non credeva che Cameron fosse il tipo di persona che si approfitta dell'aiuto altrui, per poi andarsene con la puttana della scuola che lo considera solo perché si veste meglio di prima. Non voleva crederci. Eppure sapeva che di Dallas, nella scuola, non ce n'erano altri.

Le faceva male sapere che era andato con Megan perché con lui iniziava a sentirsi speciale, considerata. Iniziava a sentirsi come se niente potesse più toccarla, farle male, ferirla, giudicarla. Niente di niente. Ma le sue convinzioni erano evidentemente fatte di carta, e le crollarono addosso mentre camminava velocemente verso casa.

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Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora