capitolo ottavo.

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Grace sbuffò, guardando il soffitto della sua camera. Erano le sei del mattino e si era svegliata prima del suono della sveglia. Si era quasi sentita male dopo aver appurato che fosse così presto, di solito amava dormire. Ma il suo mal di stomaco la tormentava e il petto le doleva.

Odiava il ciclo.

In quei sette giorni di tortura voleva disperatamente essere un maschio. Ogni volta girava per casa lamentandosi come uno zombie e esprimendo il desiderio di essere, momentaneamente, un maschio.Sua madre ormai non ci faceva più caso, ma le prime volte non sapeva se ridere o portare la figlia da una psicologa.

Suo fratello di solito si rinchiudeva in camera quando aveva il ciclo, perché se la prendeva sempre con lui per ogni cosa.

Mugolò e si voltò, ritrovandosi con la pancia che aderiva al materasso morbido. Il dolore si attenuò e guardò davanti a sé. Prima si era alzata e aveva aperto la porta finestra. Guardò la casa di Cameron e sbuffò di nuovo.

In quel momento, forse presa da quella piccola scarica di coraggio e adrenalina che il ciclo le faceva salire per non pensare al dolore, prese una decisione. Avrebbe parlato con Cameron del giorno precedente. Voleva una spiegazione e infondo poteva usare la scusate che voleva sapere se l'aveva usata.

Aveva iniziato a capire cosa le stava succedendo,non era stupida, ma iniziare a farsi piacere Cameron dopo la trasformazione che aveva fatto esteriormente, era un azzardo.

Sapeva che ogni scelta implica una rinuncia e di conseguenza porta il rischio di sbagliare, ma Cameron valeva il rischio di sbagliare.

Si alzò e iniziò a sistemare camera, aspettando l'ora di prepararsi per andare a scuola.

Cameron

Spense la sveglia e si alzò lentamente, la sera prima aveva preso una decisione. Odiava ciò che stava per fare, ma non voleva più far soffrire una persona dolce e gentile come Grace, avrebbe fatto di tutto per proteggerla. Avrebbe voluto allontanare chiunque le avrebbe mai voluto fare del male, anche se stesso.

Andò in bagno e si lavò, poi prese i pantaloni neri e una camicia a quadri rossa. Prese i suoi occhiali e l'inforcò, sistemandosi poi la camicia e mettendosi le scarpe. Scese in cucina e sua madre lo guardò,per poi fare un triste sorriso.

Cameron guardò fuori dalla finestra.

Grace era davanti casa sua, si guardava intorno e ogni tanto prendeva il telefono per controllare l'ora. Cameron si odiò quando vide l'espressione delusa che si dipinse sul suo volto. Quando la vide allontanarsi abbastanza da non essere visto, si avviò verso la porta

«sei sicuro?» non si voltò, ma sorrise tristemente«si mamma» rispose prima di uscire dalla porta e andare ad aspettare il pullman.

Grace

Forse si sentiva male e non se la sentiva di venire a scuola.

Forse gli era successo qualcosa.

Forse era successo qualcosa a sua madre, o a sua sorella.

Scosse la testa velocemente cercando di allontanare quei pensieri. Arrivò davanti a casa di Nash, Hayes aveva preso l'influenza. Nash uscì velocemente, salutando la sua sorellina. Abbracciò Grace e si diressero a passo spedito verso Helen e Taylor.

«Dallas?»

Grace scrollò le spalle, restando in silenzio. Nash le mise un braccio intorno alle spalle, aveva capito che non stava bene. Aveva sempre amato la discrezione di Nash, sapeva quando parlare e quando stare in silenzio. Sapeva che la sua sola presenza la rilassava e la rassicurava,avrebbe potuto contare sempre su di lui.

Lo guardò e Nash le sorrise. Amava il suo sorriso.

Helen e Taylor la fecero subito scoppiare a ridere,la ragazza si era portata dietro una di quelle pistole ad acqua e la puntava tranquillamente contro Taylor, che aveva una mano alzata, in modo che se Helen avesse premuto il grilletto, avrebbe potuto pararsi un po'.

«ma buongiorno» rise Nash, fermandosi davanti ai due

«buongiorno anche a voi, non trovate che sia una splendida giornata?» rispose sorridendo Helen. Grace rise ancora più forte perla faccia di Taylor: aveva aperto la bocca e guardato Helen come se fosse un alieno

«ma non ho ancora fatto nessuna battuta, come può essere una bella giornata?» chiese seriamente

«fatti una domanda e datti una risposta.» disse Helen, prendendo a braccetto Nash e iniziando ad allontanarsi. Grace e il ragazzo dagli occhi azzurri risero e Taylor sbuffò. Arrivarono a scuola e Grace poté sentire in ogni sussurro il nome "Megan" e il cognome di Cameron. Abbassò lo sguardo.

Taylor se ne accorse e appoggiò una mano sulla sua spalla, sorridendole. Grace lo apprezzò, era in quei momenti che si rendeva conto di quanto amava i suoi amici. Di quanto fossero importanti per lei.Ringraziò chiunque avesse un potere in cielo per il bene che le volevano quei quattro, perché lo sapeva che anche Hayes ci sarebbe sempre stato per lei.

Si sedettero sulle scale anti-incendio e aspettarono il suono della campanella. Stavano discutendo su quale marca di panini fosse la migliore quando Grace venne distratta dall'arrivo del pullman. Si sorprese nel veder scendere Cameron, e schiuse leggermente la bocca quando vide com'era vestito.

Pantaloni neri, camicia a quadri rossa dentro i pantaloni, vans nere e gli occhiali azzurri.

Il cortile si fece pieno di bisbigli e le persone continuavano ad indicarlo mentre lui avanzava a testa bassa. Passo davanti a loro ma non si fermò.

Nash la guardò e quando Grace si rese conto che stava succedendo qualcosa di strano, si alzò velocemente, scavalcò Taylor che era seduto davanti a lei e rincorse Cameron.

«Cameron!» urlò, ma il ragazzo non si fermò.Raggiunse il suo armadietto e Grace ebbe l'occasione per bloccarlo. Gli prese il braccio e lo voltò, ma lui guardava a terra.

«c-cosa stai facendo?» disse, non aveva in mente cosa dirgli, cosa chiedergli. Vuoto totale.

«sto andando in classe» disse ovvio

«Cameron, perché ti sei rivestito in questo modo?»chiese Grace, lasciandogli il braccio. Guardò gli occhi di Cameron e per un attimo le sembrò che la stesse guardando con aria triste. Chiuse gli occhi e sospirò.

«questo è quello che sono Grace, non ho bisogno di gente che mi accetta solo per il mio aspetto fisico. Non voglio questo.»

«non volevo intendere ch-» ma non fece in tempo a finire che il ragazzo la interruppe.

«Non voglio sentire quello che hai da dire, Grace.Non voglio più che ti avvicini a me per cambiarmi.»

«Ma» provò di nuovo «no, ti prego di non parlarmi più» disse, voltandosi e iniziando ad andare verso l'aula di chimica.

Grace rimase impalata in mezzo al corridoio, la gente la guardava ma in quel momento non le importava.

Cosa?

Riusciva solo a pensare quello.

Cosa era appena successo?

<s

Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora