Si svegliò nel bel mezzo della notte, con il cuore che batteva all'impazzata, le coperte a terra e il cuscino stretto nelle braccia. Aveva fatto un sogno talmente bello che si era costretta a svegliarsi, le faceva troppo male.
Guardò l'orario. 4:00 AM.
Si alzò e andò nel bagno, si legò i capelli e si sciacquò la faccia. Aveva un aspetto orribile, sorpreso e scosso per il sogno appena fatto.
Eppure le aveva lasciato in corpo un'adrenalina che non aveva mai sentito. Si prese un minuto per sedersi sul bordo della vasca e pensare ma per la prima volta nella sua vita, non voleva pensare. Non ci riusciva.
Voleva seguire l'istinto ed essere felice perché si, pensava di meritarselo, dopo tutto quello che aveva passato per colpa di suo padre di meritava un po' di felicità.
Si cambiò in fretta, non curandosi di quello che si stava mettendo, mise le converse ormai avorio e non più bianche, e scese le scale.
In quel momento le venne in mente uno strano pensiero, o meglio ricordo. Da piccola voleva tanto il gelato, in particolare d'estate, e sua madre spesso si rifiutava di comprarlo, perché ne mangiava troppo. Ma lei avrebbe fatto di tutto per il gelato, perché lo voleva davvero. Ora, al posto del gelato, c'era Cameron.
Uscì di casa non curandosi di chiudere la porta e corse per attraversare la strada, vuota, raggiunse la casa di Cameron e si fermò per un attimo. Non poteva mica suonare.
Guardò la finestra, si era l'unico modo. Sotto la finestra c'era una specie di balcone di tegole, leggermente oblique. Fece il giro della casa e si arrampicò su un albero, quel balcone faceva il giro di metà casa. Si bloccò quando si ritrovo davanti alla finestra aperta di camera della madre di Cameron. La donna mugugnò qualcosa nel sonno e si rigirò, con il volto rivolto alla finestra.
Grace imprecò mentalmente. Aveva due opzioni ora: fare il giro del balcone rischiando di cadere e rompersi qualcosa o entrare in casa dalla finestra di Gina e cercare la stanza di Cameron rischiando di svegliare la donna e passare per una ladra.
Sbuffò leggermente, nessuna delle due opzioni l'allettava particolarmente. Poggiò le mani sulle tegole umide e si avvicinò lentamente alla finestra. Si sedette con le gambe penzoloni nella stanza e si diede una piccola spinta per entrare. Si bloccò quando toccò terra, mentre Gina mugugnò qualcos'altro di assolutamente incomprensibile. Sospirò di sollievo e si avvicinò alla porta facendo meno rumore possibile. Quando uscì, si sentì più leggera.
Guardò davanti a sé, nel lungo corridoio non si vedeva assolutamente niente. Prese il telefono e accese la torcia, davanti a lei c'era una porta socchiuse, da cui notava un lavandino. Il bagno. Poco più in là c'erano tre porte, due a sinistra e una a destra. Sospirò, doveva entrare.
Si avvicinò alla porta di destra e la aprì leggermente, si blocco quando vide la lune dell'abait jour accesa, il suo cuore perse un battito quando non vide nessuno nel letto con le coperte disfatte. Dai poster sulle pareti poteva intuire che fosse la stanza di Sierra.
Ma dov'era finita?
Chiuse velocemente la porta e guardò le due porte davanti a lei. Doveva entrare e sperare di trovare subito Cameron, prima che Sierra potesse vederla. Chiuse gli occhi e scelse quella a sinistra, proprio mentre dei passi si stavano avvicinando dalle scale. Chiuse velocemente la porta dietro di sé e aspettò di sentire la porta di camera di Sierra chiudersi prima di sospirare e voltarsi.
Il suo cuore smise i battere per qualche secondo quando vide il ragazzo castano con le coperte attorcigliate alle gambe, un braccio penzoloni dal letto e l'altro braccio sotto il cuscino. La luce della luna illuminava leggermente la stanza.
Sorrise e si avvicinò, se non avesse avuto tutta quell'adrenalina in corpo non si sarebbe mai sognata di entrare nella casa di qualcun altro alle quattro del mattino. Ma ora che aveva Cameron davanti non le importava. La sua sola presenza la calmava.
Si sedette a gambe incrociate e prese la mano del ragazzo, mentre lui, nel sonno aggrottava le sopracciglia. Sorrise intenerita.
Accarezzò con l'altra mano la guancia del ragazzo.
Si sa, l'amore aveva mille nomi diversi, ma per lei, in quel momento, l'amore aveva il nome di quel ragazzo. Si avvicinò lentamente, voleva solo essere felice.
Voleva solo amare.
Lasciò un piccolo bacio sulla guancia del ragazzo, chiudendo gli occhi. Li socchiuse per vedere se si era svegliato e sospirò di sollievo quando lo vide ancora addormentato. Si portò una ciocca dietro l'orecchio e richiuse gli occhi, poggiando le labbra sulle sue. Prima un contatto leggero, sentì la mano di Cameron stringere la sua e avvicinò di più il volto. Era un semplice bacio a stampo ma a Grace sembrò la cosa più bella che potesse mai avere.
Quando socchiuse gli occhi, incontrò lo sguardo assonnato di Cameron, che appena realizzò cosa stava succedendo si mise a sedere, spalancando gli occhi.
«cosa diavolo ci fai tu qui?»
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Change || Cameron Dallas. [change's series #1]
Fanfiction[ #962 IN FANFICTION #842 IN FANFICTION #710 IN FANFICTION #101 IN FANFICTION ] Cameron Dallas era un ragazzo come tanti, nella scuola che frequentava. Andava bene a scuola e aveva un bella famiglia a casa. Non aveva tanti amici però, poteva conta...