capitolo diciannovesimo

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«E ora passiamo alle ultime notizie, in collegamento abbiamo Ben ... Buonasera Ben!» disse la presentatrice alzando leggermente la voce per farsi sentire dall'uomo in collegamento.

Grace continuò a fissare il suo piatto, di solito non le interessava ascoltare il telegiornale, perché come accendevano la televisione si sentiva di morti e guerre.

Sua madre invece lo guardava sempre e non se ne perdeva nemmeno uno

«Si, buonasera Jessie, sono in collegamento da una piccola cittadina poco più a sud di Los Angeles, proprio fuori il carcere dove Crabe Molkiver era stato messo per attentato omicidio e spaccio di droga» Grace sentì sua madre borbottare qualcosa

Ricordava di aver sentito qualcosa su questo Crabe pochi mesi prima.

«Sono state consegnate poche ore fa, delle prove che smentiscono le accuse e sembra che finalmente abbiamo catturato il vero colpevole del tentato omicidio di Genna Reinter. Crabe Molkiver è stato rilasciato»

La madre di Grace posò la forchetta, continuando a guardare il televisore con la bocca leggermente aperta. Grace finì il suo arrosto e posò il piatto nel lavabo

«Cosa ne pensi Grace?»

Grace sbuffò.

Una cosa che odiava di sua madre, è che dopo aver visto il telegiornale, chiedeva sempre una sua opinione.

Non ricordava le accuse contro quel ragazzo, che ricordava avere poco più di lei di età, e quindi non sapeva cosa dire. Scosse le spalle.

Effettivamente le sembrava strano che fosse stato rilasciato in così poco tempo, ma non era di certo la prima volta che qualcuno veniva rilasciato così.

Salutò sua madre e salì in camera, dopo aver dato la buonanotte ai suoi due fratelli, sdraiati sul divano a guardare un programma sulla fantascienza. Salì velocemente le scale con un leggero sorriso sulle labbra, aveva passato una bella giornata dopotutto.

Si sedette sul letto e prese il telefono: 3 messaggi.

Aprì il primo, di Maja.

"Grace! Aaron mi ha scritto! Stiamo parlando da un'ora e mezzaa"

Sorrise divertita, infondo Aaron era simpatico, per quello che ci aveva parlato e pensava che fosse divertente il mondo in cui faceva innervosire Matt.

Il secondo era da Nash che le chiedeva se il giorno dopo sarebbe passata a casa sua alla solita ora, per andare a scuola assieme

Il terzo era da parte di Cameron

"affacciati"

Lo aveva inviato una ventina di minuti fa e sperò di non essere troppo in ritardo. Uscì sul terrazzino e lo vide seduto sul suo terrazzo a leggere, con una felpa rossa, i pantaloni neri e un cappello nero, anche da dov'era poteva vedere i suoi occhiali azzurri.

Prese il telefono e si sedette sul terrazzo, incrociò le gambe e si sistemò la felpa grigia che aveva.

"non è carino ignorarmi"

Scrisse, sorrise ed inviò

Portò lo sguardo al ragazzo, che distolse l'attenzione dal libro che stava leggendo, corrugò le sopracciglia leggendo il messaggio ma poi capì e guardò davanti a sé.

Grace lo salutò con la mano mentre rideva per la sua faccia

Cameron fece un sorriso dolce e rispose al messaggio

"disse quella che mi ha ignorato per venti minuti"

Grace rise di gusto dopo aver letto un messaggio e alzò la mano annuendo, in modo da dire che le dispiaceva. Cameron chiuse il libro ed entrò in casa, si chiese che cosa volesse fare ma prima che potesse alzarsi per entrare in casa, lo vide uscire dalla porta e attraversare.

Entrò velocemente in casa e scese le scale. Sua madre stava ancora in cucina con i suoi fratelli, così uscì silenziosamente.

Richiuse la porta e appena si girò si ritrovò Cameron a pochi centimetri di distanza.

Sorrise, ricambiando quello già sulle labbra del ragazzo.

«Hey» sussurrò Cameron

Grace sistemò i suoi occhiali dalla montatura nera e sorrise «Hey »

Si guardarono per qualche secondo, prima che Cameron si avvicinasse ulteriormente e la baciasse.

Grace amava la sensazione che scattava quando la baciava: era come se fosse immersa in un'altra dimensione, dove niente poteva scalfirla. C'erano solo loro due, come due fiori in inverno.

Si allontanarono leggermente e si guardarono negli occhi. Grace amava quegli occhi marroni, che se visti alla luce del sole erano più chiari e sembravano più profondi. Avrebbe passato ore solo a guardarlo negli occhi, per poterne leggere ogni sfumatura e memorizzarla.

«Volevo darti la mia buonanotte» mormorò Cameron, con le guance leggermente arrossate. Grace mise una mano dietro il collo e lo avvicinò ancora, alzandosi sulle punte.

Se questa era la buonanotte che le spettava, allora la mattina avrebbe pregato che la sera arrivasse in fretta.


Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora