capitolo diciassettesimo

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Helen pov

«Helen, puoi andare a fare la spesa?» chiese la donna dai lunghi capelli neri, affacciandosi dalla cucina mentre asciugava con un panno un piatto in ceramica. Helen era distesa sul divano, con il telecomando nella mano sinistra, mentre con la destra accarezzava il suo gatto.

Era sempre la stessa storia: lei arrivava a casa da scuola, mangiavano, si metteva sul divano per rilassarsi e puntualmente le veniva chiesto di andare a fare qualche commissione.

Si alzò svogliatamente e diede un buffetto sulla testa del gatto, prima di mettersi le scarpe, prendere la lista della spesa che sua madre le aveva poggiato sul tavolino del soggiorno e uscire di casa.

Era una bella giornata, anche se l'aria era abbastanza fredda. Rabbrividì e affondò le mani nelle tasche della felpa. Camminò con lo sguardo basso sulle converse bordò che le aveva regalato Grace l'anno prima, la punta bianca – ora leggermente grigia dallo sporco – aveva ancora il segno di quando avevano dipinto camera sua. Sorrise al ricordo.

Si erano ritrovate a casa sua, avevano deciso insieme il colore bordò per la camera di Helen, avevano messo in una vaschetta la vernice bordò e mischiata a della vernice trasparente con i brillantini, per far venire la parete più luminosa. Grace faceva la parte superiore mentre Helen si era messa a gambe incrociate accanto a lei, per fare la parte inferiore. Quando Grace iniziò a tingere esattamente sopra di lei, alcune gocce di vernice caddero, molte sui suoi capelli, e una sulla scarpa.

Girò l'angolo e si ritrovò nella via parallela alla sua.

Il suo sguardo cadde subito su una casa gialla, con un grande giardino curato. Aveva passato intere giornate a giocare in quel giardino, se lo ricordava bene. Si avvicinò e notò un ragazzo steso sull'erba mentre ascoltava la musica e strappava di tanto in tanto dei fili d'erba.

Sorrise a quella scena.

Appena si avvicinò abbastanza da fare ombra al ragazzo, rise per l'espressione che assunse.

«non è divertente, mi tappi il sole!» disse divertito, togliendosi una cuffia e passandosi una mano nei capelli castani.

«Ciao anche a te, Carpenter» disse, mettendosi seduta accanto a lui

Aaron sorrise e si stese di nuovo, guardando il cielo. Helen avrebbe riconosciuto quello sguardo tra mille, era lo stesso con cui guardava la sua prima cotta da bambino.

«chi è lei?» chiese, distogliendolo dai suoi pensieri. La guardò confuso ma poi capì a cosa si riferiva l'amica.

«Una ragazza che ho visto qualche giorno fa» disse vagamente.

Helen annuì e guardò davanti a sé.

«Cosa ci facevi qua?» chiese Aaron, per interrompere il silenzio che si era creato. Non che fosse imbarazzante, semplicemente era curioso.

«Andavo a fare la spesa» rispose alzandosi, Aaron la seguì e sorrise «ti faccio compagnia»

Si incamminarono verso il supermercato più vicino e fecero velocemente la spesa, e per qualche ora a Helen sembrò di essere tornata bambina, quando si divertiva con Aaron ogni giorno: andavano al parco, giocavano a turno con le macchine di uno e con le bambole dell'altra. Lei e Aaron erano un po' come Nash e Grace.

Il loro rapporto era cambiato con l'inizio del liceo, in un certo senso. Aaron si era fatto il suo gruppetto e lei il suo, si salutavano ovviamente e come quel giorno, passavano del tempo insieme. Ma a scuola era diverso.

Uscirono dal centro commerciale con una borsa della spesa per uno, ridendo per una battuta squallida fatta dal ragazzo, fermamente convinto che fosse una battuta di alto livello.

Stavano chiacchierando della scuola, tranquillamente, quando una voce poco lontana li interruppe.

«Ehi! Helen!»

Helen si voltò, riconoscendo la voce di Taylor. Aaron sbuffò. Non si erano mai stati molto simpatici, erano spesso in competizione e si stuzzicavano molto a vicenda. Helen trovava questo comportamento abbastanza fastidioso alle volte.

Taylor li raggiunse e scoccò un'occhiataccia al ragazzo castano, cosa che venne contraccambiata.

«Ehi, Tay!» disse Helen, cercando di essere più gentile di com'era di solito la mattina.

«che ci fai con lui?» chiese indicando Aaron come se fosse un rifiuto umano, alzando un sopracciglio.

«lui ha un nome, idiota, o sei troppo stupido per ricordartelo?» rispose stizzito Aaron

Helen sospirò, Aaron era una delle persone più dolci che conosceva, ma con Taylor non faceva altro che innervosirsi.

«Si, come no. Allora, Hel?» chiese di nuovo, sorridendo leggermente alla ragazza

«mi ha accompagnato a fare la spesa» rispose, riprendendo a camminare verso casa, «ma ora ci sono io, ti aiuto io con le buste» disse prima di prendere dalle mani della ragazza la busta gialla.

Aaron lo guardò male e Taylor lo ignorò volontariamente, camminando alla destra di Helen, che sbuffò.

Voleva bene a Taylor, ma quando faceva così non lo sopportava.

Rimasero in silenzio per tutto il tragitto, quando arrivarono davanti a casa di Aaron, si salutarono e il ragazzo poggiò la busta a terra, abbracciando Helen in segno di saluto. Helen prese la busta e sorrise mentre Aaron entrava in casa.

«finalmente se n'è andato» sbuffò Taylor

«Taylor, dovresti imparare ad essere più gentile»

«ma ... è lui che ha iniziato» disse cercando di difendersi e di prendere anche la seconda busta dalle mani della ragazza.

Helen rise «non siamo all'elementari Tay, su»

Taylor la guardò, fermandosi. Solo dopo qualche passo Helen si accorse che si era fermato. Si voltò e lo guardò confusa.

«Helen, quanto dovrò aspettare ancora?» chiese, serio

Helen trasalì e abbassò lo sguardo, ricominciando a camminare

«non lo so» mormorò




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vi ringrazio di cuore, per seguire questo schifo AHAHAH 

Per questo ho deciso di pubblicare un capitolo dalla parte di Helen. ♥

Spero vi piaccia☺ 


Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora