capitolo ventesimo

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Catapultò la sveglia per terra, rigirandosi nelle coperte, godendosi ancora il caldo delle coperte. Si alzò dopo una decina di minuti, ancora assonnata e intorpidita. Si lavò velocemente e si vestì, prese lo zaino e dopo averci messo i libri, scese a prendere una fetta di pane e marmellata.

Quando uscì di casa, l'aria fresca la fece rabbrividire. Attraversò velocemente la strada, ancora deserta per l'orario, e si appoggiò al muretto di casa Dallas, aspettando il suo ragazzo.

Le pareva strano definirlo in questo modo, non aveva mai pensato che Cameron Dallas potesse diventare il suo ragazzo. Lo aveva sempre visto molto riservato e a volte misterioso. Due anni prima aveva pure pensato che nascondesse qualcosa di brutto.

Scosse la testa per allontanare quei pensieri, sicuramente erano solo fantasie dell'età. Sorrise al ragazzo che stava chiudendo la porta di casa. Cameron sbadigliò e sorrise alla ragazza, ancora con gli occhi socchiusi dal sonno.

Grace si alzò sulle punte e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra, Cameron le prese la mano e le mise entrambe nella tasca del suo giacchetto, facendo ridere la ragazza. Si avviarono verso casa di Nash in questo modo, mano nella mano e nella tasca.

Fecero qualche passo poi Grace si accorse di qualcosa che prima non c'era: una macchina rossa nel vialetto del vicino di Cameron. Si fermò e la osservò, non l'aveva mai vista e le sembrava strano che un uomo di ottant'anni avesse una macchina del genere.

L'espressione di Cameron, da prima tranquilla, si trasformò pian piano in confusa e poi in preoccupata. Ma quando vide che Grace si stava voltando verso di lui, cercò di riassumere la sua espressione tranquilla.

«Il signor Jefferson ha quest'auto da quanto?» chiese, indicandola con il pollice.

Cameron scosse le spalle, cercando di non mostrare la fretta nell'allontanarsi da lì. Continuò a camminare, trascinando leggermente Grace, che ogni tanto si girava per guardare l'auto.

Era troppo curiosa, ma Cameron sapeva che quello era solo l'inizio del declino.

Arrivarono davanti a casa di Nash e si aggregarono a lui e ad Hayes, per poi avviarsi da Helen e Taylor. Chiacchierarono del più e del meno e Grace lasciò la mano di Cameron solo quando affiancò Hayes per cercare di scoprire chi gli piacesse della sua classe. Il ragazzo era arrossito fino ai capelli e continuava a guardare per aria, guardando di tutto tranne che la ragazza.

Arrivarono da Helen e Taylor molto velocemente. Grace riprese la mano di Cameron e salutò con un sorriso i due che stavano aspettando. Helen sembrava abbastanza preoccupata e Taylor era stranamente silenzioso.

Non osarono chiedere che cosa fosse successo, sarebbero stati loro a parlarne quando se la sarebbero sentita. Doveva ammettere che amava il silenzio, la rilassava, ma di solito con i suoi amici c'era sempre qualcosa di cui parlare, che si trattassero di cose serie o meno.

Ripensò all'auto del signor Jefferson e alla reazione di Cameron. Lo guardò con la coda dell'occhio, ma lui non se ne accorse tanto era concentrato nei suoi pensieri. Si stava mordendo il labbro inferiore e Grace cercò di distogliere lo sguardo. Sapeva che non era il momento, sapeva che qualcosa lo preoccupava e che presto avrebbe preoccupato pure lei.

Sospirò e tornò a guardare davanti a sé.

Arrivarono a scuola in silenzio e Grace vide Taylor allontanarsi da loro velocemente, Nash lo guardò confuso per poi passare lo sguardo su Helen, che aveva la testa abbassata. Helen avanzò fino al muretto della scuola, seguita da Hayes. Hayes era molto bravo a consolare le persone, a capirle, anche prima che loro potessero capire loro stessi.

Nash seguì Taylor.

Era in queste situazioni che si sentiva un po' inutile, non sapeva cosa fare, sarebbe stata inutile sia a Taylor che ad Helen.

Cameron fece scorrere il pollice sul dorso della sua mano, tranquillizzandola. Camminò lentamente verso Helen.

«è qui» disse Helen tra i singhiozzi, guardando Grace negli occhi

La ragazza sgranò gli occhi e si abbassò velocemente all'altezza di Helen, che si era seduta con la schiena al muro. L'abbracciò e fece segno ai due ragazzi di allontanarsi.

«è venuto da te?»

«l'ho visto, Grace ... ho paura» mormorò con le mani sulla faccia

Grace la guardò decisa, lui non le avrebbe più fatto niente, lo aveva giurato e ora aveva intenzione di mantenere il suo giuramento.

Aspettò che Helen si calmasse prima di sedersi accanto a lei, a guardare il cielo.

«pensavo di essere libera» sussurrò più a se stessa che a Grace, che annuì.

«non ti farà niente, ci siamo noi con te»

«tu ... non capisci» disse Helen con la voce incrinata

Grace spostò lo sguardo su di lei, guardandola un po' male. Lei non capiva? Sbuffò sonoramente e si mosse lentamente, sistemandosi di poco.

«dovresti smetterla con questo comportamento, stai allontanando Taylor» la avvertì

«non mi importa»

«bugiarda»

Ci fu un momento di silenzio in cui ad entrambe fu concesso il loro momento di riflessione sulle parole da dire all'altra. Helen sospirò.

«non voglio ferirlo, tengo troppo a lui, ma .. lo sai, porterei solo guai» disse Helen, gesticolando per provare a spiegarsi

«allora sii il mio miglior guaio» disse un voce dietro di lei. Grace sorrise e Helen si voltò velocemente, mordendosi il labbro quando vide Taylor in piedi davanti a lei, con le lacrime agli occhi.

«non respingermi ancora Helen, non posso resistere per sempre» si abbassò, passando una mano sulla guancia della ragazza

«non sei sola» sorrise Taylor.

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Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora