Capitolo terzo

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Cameron scese le scale, mettendo il telefono in tasca e il portafogli nell'altra. Sua madre lo guardò dal bancone della cucina e sorrise

«tesoro, dove vai?»

Cameron non usciva mai, quindi alla madre sembrò talmente strano vederlo mentre si affrettava ad andare verso la porta. Il ragazzo si fermò e si diresse verso la madre, sorridendo «esco con ..» non sapeva se considerarla un amica, insomma, non si conoscevano anche se abitavano nello stesso quartiere e in più non si erano mai parlati fino a poche ore prima

Ma dire alla madre che usciva con un ragazza sarebbe stato imbarazzante, in più avrebbe sicuramente frainteso.

«con una ragazza» disse infine, non voleva considerarla amica perché era un titolo importante per lui e non voleva darlo via in questo modo.

La madre sgranò gli occhi e lo guardò meglio, aveva una delle sue solite camice azzurre, solo che non era messa dentro i pantaloni, e non aveva le bretelle che di solito metteva. Aveva sistemato i capelli meglio che poteva e sua madre riusciva a sentire il profumo che gli aveva regalato ma che mai si era messo.

Sorrise e annuì, mordendo la mela che aveva in mano «divertiti tesoro» disse, lasciando andare il figlio. Cameron annuì e ricambiò il sorriso. Si avvicinò alla porta e sospirò prima di uscire. Grace lo stava aspettando seduta sul muretto di casa sua. Quando sentì il rumore della porta, si voltò regalando un sorriso al ragazzo.

Grace notò che era vestito esattamente come lo aveva sistemato lei a scuola. Si avvicinò «Ciao» disse imbarazzato, sentendosi osservato. Anche Grace aveva quella sensazione e quando si voltarono entrambi verso la finestra di casa Dallas, videro due donne che cercavano di nascondersi con le tende.

Si tolsero immediatamente dalla finestra appena capirono di essere state scoperte. Cameron scosse la testa, portandosi una mano alla faccia, imbarazzato. Sua sorella e sua madre non sarebbero mai cambiate. Grace sorrise divertita, intuendo perché le due lo stessero spiando dalla finestra.

«Non esci spesso vero?» chiese appunto, notando l'imbarazzo del ragazzo, che scosse la testa «mai, a dire il vero»

Grace scese con un salto dal muretto e per un attimo Cameron temette che si fosse fatta male, ma quando si raddrizzò e gli sorrise, si diede dello stupido.

«Allora, da oggi inizia la tua trasformazione, Cameron Dallas» disse prendendolo a braccetto e dirigendosi verso la fermata del pullman. Cameron rise ma dentro di se era contento che qualcuno volesse aiutarlo.

Si misero a sedere, mentre aspettavano il pullman

«perché?» chiese nel silenzio, Cameron.

Grace si voltò e lo guardò confusa, il ragazzo pensò che fosse buffa e bellissima allo stesso tempo.

«perché vuoi aiutarmi?»

Grace gli sorrise dolcemente e tornò a guardare davanti a sé, rigirandosi una margherita tra le mani

«Perché mi sono messa nei tuoi panni, guardandoti» iniziò, ed era vero, erano mesi che lo guardava e lo ammirava per come non rispondeva alle provocazioni. Ma tutto quell'odio gratuito non faceva bene a nessuno e non era giusto. «ho capito che tutti hanno bisogno di un aiuto» disse infine, sorridendo

Cameron pensò che se al mondo esistessero più persone come lei, sarebbe un mondo migliore. Ma sapeva che tutto questo prima o poi sarebbe finito, avrebbero preso di mira anche lei e per quanto fosse forte, non avrebbe retto a lungo.

Ma infondo, decise di provarci.

Salirono sul pullman e rimasero in piedi, dato che tutti i posti erano occupati. Quando scesero, Cameron non sapeva dove andare, di solito i suoi vestiti li comprava sua madre seguendo le sue indicazioni. Grace notando la confusione di Cameron, sorrise divertita

«Soldato Dallas, a rapporto» disse camuffando la voce in tono autoritario, facendo sorridere il ragazzo che portò la mano alla fronte, in saluto militare.

Andarono per negozi e Grace si rifiutò di entrare in tutti i negozi che avessero camice o bretelle in vetrina. Fu quando Cameron si ritrovò immerso da vestiti da provare, che capì che non sarebbe stata una cosa veloce. Grace spinse il ragazzo dentro il camerino e si sedette su una delle sedie che erano lì davanti.

Quando Cameron uscì si stava infilando una maglia grigia con una scritta, dentro gli skinny jeans neri. Grace si alzò subito e gli fermò le mani, tirando fuori la maglia e facendo arrossire il ragazzo, di nuovo.

«perché hai questa mania di metterti le maglie dentro i pantaloni?» domandò guardandolo. Quell'abbinamento gli stava decisamente bene. Lui scosse la testa e si guardò allo specchio.

Grace sentiva che mancava qualcosa però.

«Aspettami qua» disse velocemente per poi sparire tra gli scaffali, tornando con un capello con la visiera rigida, nero. Glielo sistemò sulla testa, portando la visiera dietro. Tolse gli occhiali e fece un passo indietro.

«wow» disse solamente, sorpresa lei stessa da come Cameron sembrasse diverso senza le sue solite camice, quelle orrende bretelle e gli occhiali azzurri. Il ragazzo sorrise mentre si guardava allo specchio

«mi piace» disse toccandosi la maglia.

Continuarono così per tutto il pomeriggio e alla fine uscirono da quel negozio con tre buste per mano, a testa. Alla fine, come ringraziamento, Cameron aveva insistito per comprare uno dei cappelli che Grace si era provata mentre lo aspettava. Presero il pullman mentre il cielo iniziava a scurirsi.

«Mi sono divertita un sacco» disse sorridendo Grace, sedendosi nell'unico posto libero.

«ammettilo che ti sei divertita solo perché ne hai rimediato un cappello nuovo» risero entrambi e Grace si mise il cappello in testa.

Cameron sembrava un ragazzo chiuso ma in realtà, se prendeva confidenza, riusciva ad essere persino più simpatico di Taylor.

Quando scesero dal pullman e iniziarono a camminare verso le loro case, scese un piacevole silenzio.

«ti va se domani vieni a scuola con me e i miei amici?» chiese Grace, se voleva che Cameron si inserisse, doveva iniziare a farlo parlare con gli altri. Cameron trasalì «non so andare sullo skate» mormorò, abbassando lo sguardo.

«domani io e te andiamo a piedi, e quegli altri devono stare al nostro passo» disse ovvia «altrimenti li picchio tutti» disse poi, facendo scoppiare a ridere Cameron. Quel ragazzo aveva un sorriso stupendo e una risata capace di metterti di buon umore anche quando hai solo voglia di startene chiusa in camera, al buio e mangiare gelato davanti ad un film deprimente.

Si fermarono davanti a casa di Grace, la ragazza sbadigliò e guardò la finestra del soggiorno, la cui luce era accesa.

«venti alle otto fuori di casa, puntuale soldato» disse voltandosi verso di lui e porgendogli le buste che aveva aiutato a portare «e grazie del cappello» sorrise poi

Cameron annuì «grazie del bel pomeriggio»

Non sapeva esattamente cosa fare, ma Grace non gli diede tempo di pensare e gli lasciò un bacio sulla guancia, facendolo arrossire. Grace trattenne una risata per la sua espressione e salutò il ragazzo, entrando in casa.

Cameron attraversò la strada e aprì la porta con le chiavi, tenendo le buste con una mano. Quando si chiuse la porta alle spalle sua sorella e sua madre erano davanti a lui, con un sorrisetto sulla faccia e le braccia incrociate.

«era un appuntamento?»

«vi siete baciati?»

«quando vi sposate?»

«come chiamerete i vostri figli»

«allora?»

Iniziarono a parlare insieme e Cameron afferrò poche domande. Poso le buste a terra e alzò le mani in segno di resa «calme, mi ha solo aiutato a rifarmi l'armadio» disse

Detto questo in cinque secondi tutte le buste si erano svuotate in soggiorno, mentre entrambe perquisivano ciò che aveva comprato Cameron. Approvarono tutto e se ne andarono in cucina, lasciando tutti i vestiti sparsi per il soggiorno.

Cameron guardò la cucina e poi i suoi vestiti, scuotendo la testa e iniziando a sistemare.

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Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora