capitolo ventiduesimo

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«Grace!»

La ragazza si rigirò nel letto, mugugnando qualcosa di incomprensibile persino per lei, prima di portarsi le coperte fin sopra la testa e ignorare quella voce che l'aveva chiamata.

Sentì il rumore della sua porta aprirsi e chiudersi velocemente e sbuffo, il suo momento di pace era finito

«svegliati! Devo dirti una cosa!» strillò Helen

Grace abbassò le coperte di poco, in modo da poter vedere l'amica che stringeva in mano il suo telefono con un grande sorriso sul volto.

Si mise a sedere rinunciando del tutto a tornare a dormire e fece spazio ad Helen che si buttò sul letto per poi abbracciare Grace.

«se non è importante, ti uccido il criceto»

Helen la guardò confusa «Grace, io non ho un criceto»

«e quindi? te ne compro uno, ti ci faccio affezionare e poi lo uccido» disse semplicemente, abbracciando il cuscino e appoggiandosi alla testata del letto.

«sei strana» fece una smorfia Helen «ma guarda!» continuò puntandole davanti al volto lo schermo del telefono.

Grace socchiuse gli occhi per la troppa luce e quando si abituò vide la schermata di una chat di face book, lesse il nome in alto e fece una smorfia

Richard Harris.

Lesse velocemente in messaggi, fino ad arrivare all'ultimo inviato, circa due orette fa.

"Ehi bella, che ne dici se usciamo?"

Quel ricordo le passò davanti in pochi secondi, mentre lo guardava fumare una sigaretta in mezzo agli studenti che si affrettavano ad uscire dalla scuola. Non era cambiato molto, aveva aggiunto qualche tatuaggio e qualche piercing ma per il resto era lo stesso. Aveva lo stesso sorriso arrogante, lo stesso sguardo e gli stessi capelli.

Il sangue le ribollì nelle vene e fece per avvicinarsi ma una mano le prese il polso. Nash scosse la testa

«non ne vale la pena» disse apatico, mentre tirava un'occhiata al ragazzo al cancello

«e se lo vedesse Helen?»

«Helen ha Taylor»

«lo sai che intendo» replicò Grace dura

Grace non aveva paura di Richard, per quanto cattivo quel ragazzo potesse essere, ma aveva paura della reazione di Helen. Sapeva che la stava aspettando e sperava con tutto il cuore che Taylor la potesse trattenere il più allungo possibile.

«è un verme» sputò acida

«lo so» rispose Nash, che si innervosì parecchio quando Richard si accorse della loro presenza e si avvicinò, buttando la cicca della sigaretta a terra, non preoccupandosi nemmeno di spegnerla.

«Grier, Evans.» salutò ghignando

Grace strinse le labbra in una linea piatta e strinse il polso di Nash per trattenersi dal prenderlo a pugni.

«Harris» rispose Nash mentre Grace si mordeva il labbro inferiore.

«avete visto Helen?»

Grazie lo fulminò con lo sguardo «lasciala stare» disse prima che Nash potesse aprire bocca.

Sentiva la voglia di farlo soffrire almeno la metà di quanto aveva sofferto Helen a causa sua.

«mestruata, Evans?»

«senti vattene prima che ti possa prendere a pugni e rovinarti quel bel faccino che ti ritrovi» disse Nash mettendosi davanti all'amica, Grace sbuffò e Richard rise

«va bene amico, calmo» alzò le mani e si diresse verso un gruppetto accanto al cancello della scuola, tra di loro scorse John, Megan e Aaron. Aggrottò le sopracciglia, perché Aaron stava con loro?

Nash prese un respiro e si tranquillizzò solo quando vide il gruppetto andarsene, dopo poco Helen e Taylor li raggiunsero, stranamente felici e sorridenti. Grace notò subito le loro mani intrecciate e il suo cuore perse un battito, finalmente.

Nash diede una pacca sulla spalla a Taylor mentre Helen sorrideva a Grace

«ci siamo persi qualcosa?» domandò Nash

«diciamo che ha smesso di farmi aspettare» disse Taylor, mettendo un braccio intorno alle spalle della ragazza. Grace sorrise e si incamminarono verso casa.

Il pensiero di Cameron le attanagliò lo stomaco, non lo vedeva da quando l'aveva mandata via dal bagno a scuola, sembrava strano e particolarmente preoccupato.

Aumentò il passo, allontanandosi dal gruppo con una scusa e cercò di arrivare a casa il più velocemente possibile.

Una macchina verde le si fermò accanto e dal finestrino abbassato vide Scott. Si fermò di colpo mentre guardava il ragazzo che sorrideva da dentro la macchina

«ti vedo di corsa, vuoi un passaggio?»

Grace si morse il labbro, non sapeva se accettare o meno, infondo era comunque stato uno del gruppo di John, era comunque stato un bullo di Cameron.

Scosse velocemente la testa in segno di negazione e continuò a camminare velocemente, sentì il rombo del motore ma non vide la macchina sorpassarla. Si girò e vide la macchina andare di pari passo con lei, Scott alternava lo sguardo dalla strada alla sua figura.

«dai, ti ho chiesto scusa» disse riferendosi a Cameron, Grace lo guardò male, non avrebbe mai accettato un passaggio da lui.

«vattene»

«no»

«bene» disse prima di svoltare in una traversa della strada, dove non era possibile entrare in macchina, sarebbe arrivata nel quartiere con dieci minuti in più però. Sbuffò e continuò ad aumentare il passo, aveva una bruttissima sensazione.

Arrivò al quartiere con il fiatone e il cuore che batteva a mille, si piegò sulle ginocchia e riprese fiato. Non sapeva perché si sentiva in questo modo, ma sapeva che era successo o stesse succedendo qualcosa che aveva scosso molto Cameron.

Si avvicinò a casa Dallas e suonò il campanello due volte, aspettando con impazienza che qualcuno le venisse ad aprire.

Dopo cinque minuti la porta si aprì rivelando una Sierra assonnata

«Grace, scusa se ci ho messo tanto, dormivo» mormorò

Grace annuì e fece un sorriso di scuse, ma tornò subito seria

«Cameron?»

Sierra la guardò confusa «aveva detto che usciva per venirti a prendere all'uscita dato che si sentiva meglio, non l'hai visto?»

Grace si morse per l'ennesima volta il labbro inferiore e scosse la testa preoccupata, eppure si era trattenuta anche davanti scuola per colpa di Richard.

Dov'era finito?


Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora