Capitolo quarto

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*Beep Beep*

Cameron spense subito quell'orribile oggetto chiamato sveglia e si alzò dal letto. Guardò la sveglia, che segnava anche la temperatura e nonostante fosse autunno inoltrato, fino al giorno prima la temperatura era molto più alta di quel giorno. Andò a lavarsi e decise di mettere quegli skinny jeans neri comprati il giorno prima, con un maglione grigio. Prese il cappello nero e sistemò la visiera dietro, come aveva fatto Grace.

Andò in bagno e si guardò allo specchio, l'unica cosa che stonava in tutto quello erano gli occhiali. Aprì l'armadietto del bagno e prese una scatolina bianca. Non avrebbe mai pensato di usarle davvero.

Si tolse gli occhiali, poggiandoli sullo spesso bordo del lavandino e si mise le lenti, cercando di non accecarsi con le dita. Quando si guardò allo specchio, non sembrava nemmeno lui.

Quando scese in cucina per fare colazione, infatti, sua sorella rovesciò il caffè e sua madre smise di cucinare, facendo così bruciare un pancake.

«cosa?» chiese Cameron, sentendosi in soggezione

«cosa? Sei serio? Quella ragazza è una benedizione» esclamò sua sorella, girando intorno al fratello, gli prese il cappello e se lo mise

«Sierra dai, ridammi il cappello» brontolò sedendosi al tavolo per mangiare i pancakes, fortunatamente non bruciati. Si rimise il capello e sua madre gli sorrise. Il silenzio venne interrotto dal campanello di casa. I tre si guardarono e Sierra si alzò quando capì che suo fratello e sua madre non si sarebbero alzati per nulla al mondo.

Andò ad aprire e si ritrovò davanti una ragazza che riconosse subito, Grace Evans.

«Buongiorno, sono Grace e ..» Sierra non la fece finire che le prese il braccio facendola entrare in casa. Grace si fece trascinare fino alla cucina e la ragazza gli chiese se volesse un pancake ma rifiutò

Quando Cameron sentì la sua voce si volto di scatto, sgranando gli occhi. Grace gli sorrise «buongiorno soldato, ti informo che sei in ritardo di cinque minuti»

Cameron aggrottò le sopracciglia e guardò l'orologio della cucina, in effetti era in ritardo. Si alzò e prese lo zaino che aveva appoggiato a terra.

«Ciao mamma» salutò la madre con un bacio sulla guancia e salutò sua sorella, poi uscì di casa con Grace ma appena furono fuori, lo bloccò per il polso. Si avvicinò e gli stampò un bacio sulla guancia, facendolo arrossire.

«sembri un pomodoro» rise la ragazza iniziando a camminare, Cameron scosse la testa e la raggiunse. Doveva ammetterlo, era agitato, non aveva mai parlato con qualcuno che non fosse un suo parente o un professore e l'idea di andare a scuola con gli amici di Grace lo rendeva abbastanza nervoso.

«Ho parlato con Nash e gli altri, hanno detto che andiamo tutti a piedi dato che non sai andare sullo skate» lo informò e Cameron le sorrise riconoscente.

Arrivarono davanti ad una casa – o meglio, una villetta – color panna e dalla porta azzurra uscirono di corsa due ragazzi, in lontananza si sentivano le urla di una donna. Grace li guardò divertita e Cameron assunse un'espressione confusa.

«ma buongiorno» disse Grace, abbracciandoli

«che risveglio traumatico, quella donna dovrebbe imparare a rilassarsi» mormorò Hayes riferendosi alla madre

«Nash tu lo conosci già, Hayes lui è Cameron» Cameron trasalì e allungò la mano, Hayes sorrise e gliela strinse «piacere di conoscerti amico»

«piacere mio»

Grace notò il suo imbarazzo e iniziò a camminare, prendendo a braccetto Camerone Nash. Arrivarono in poco tempo da Taylor e Helen, che sembravano abbastanza tranquilli e parlavano senza scannarsi.

Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora