Rimasi a fissarla per qualche istante sorpresa, ma mi ripresi quasi subito.
"Lei come fa a sapere del mio incontro con suo figlio? Comunque le giuro che l'ho incontrato solo un'unica volta." scrissi velocemente. "So a malapena il suo nome, non saprei nemmeno in che modo aiutarla."
La donna mi sorrise stancamente. - Non sei la prima ragazza che mi dice queste cose. - rispose lei dopo aver letto quelle poche righe. Non sapevo se rimanere stupita dal fatto che la madre di Lucas sapesse che suo figlio avesse avuto a che fare con tante ragazze, o esserne offesa. - Se c'è una cosa da sapere sugli uomini Hemmings è che quando iniziano a parlare costantemente di una ragazza, qualunque cosa chiederai a loro sarà fatto. - mi spiegò. Rimasi a rimuginare sulle sue parole per un attimo prima di rendermi conto che forse stesse parlando di me. - Sai, Luke è il minore di tre fratelli ed è anche quello con cui ho più problemi. -
La fermai nuovamente. "Lei vuole usarmi, vero? Non pensa che sia meglio parlare a suo figlio, invece di... non so, usare una semplice ragazza, di cui nemmeno può essere certa che suo figlio abbia una semplice cotta?" chiesi leggermente indignata. I suoi occhi gelidi mi paralizzarono sul posto.
- Non ti costringerei mai a fare qualcosa, nemmeno col ricatto, signorina. - mi sgridò pacatamente. - E non credere che non gli abbia parlato. Il problema è che non vuole ascoltarmi, ogni volta che ci provo trova sempre qualche scappatoia, oppure semplicemente mette gli auricolari e si isola dal mondo. -
Scossi la testa. Era lo stesso rapporto che avevo con mia madre. Mia madre non capiva che anche se ripeteva le stesse identiche cose centinaia di volte, non è che non le capissi, semplicemente non eseguivo. La stessa cosa doveva essere anche per quel ragazzo.
"Le ripeto che comunque io non avrei idea di cosa fare." ribattei irritata. Mi dispiaceva per Lucas, e molto. Mi venne quasi da ridere a pensare che in qualche modo erano stati quei comportamenti di mia madre a rendermi taciturna.
- Vuoi aiut... -
- Mamma? - Quella voce l'avrei riconosciuta tra un milione. Mi voltai di scatto ritrovandomi tra due tempeste. La madre di Lucas trasalii e si voltò verso il figlio stampandosi in viso un sorriso radioso che non fu ricambiato. - Cos... - I suoi occhi poi incontrarono i miei e rimase pietrificato. Non riuscivo a leggere la sua espressione e questo mi metteva ancora più a disagio. - Tu sei la ragazza della spiaggia. - disse alla fine. Mi limitai ad annuire. Lui fece una smorfia, come se ora quella mia qualità, o difetto a seconda dei punti di vista, lo irritasse molto.
- Devo andare da Michael ora. Sono già in ritardo e non ho intenzione di aspettarti un'altra mezzora, mamma. - fece secco il biondo. Sua madre sospirò ed assentì. Io rimasi a fissare le due figure davanti a me sparire dietro l'angolo.Ancora non riuscivo a credere in quale modo sfacciato mi avrebbe voluto usare la madre di Lucas. Era la prima volta che qualcuno mi parlava in modo così diretto, ma l'argomento della conversazione mi aveva lasciato l'amaro in bocca.
- Sydney! - urlò mia madre dal piano di sotto. Strinsi i denti costringendomi a non gridare di rimando i peggiori insulti che mi pervasero la mente. Aprii la porta e scesi lentamente. Mia madre era ai piedi delle scale e mi guardava torva. - Prima o poi riaprirai la bocca. - fece lei sprezzante. Non reagii alle sue parole, rimasi a fissarla aspettando quello che doveva dirmi e sperando di uscire da quella casa maledetta per andare a farmi una passeggiata e leggere il mio libro in un posto tranquillo. - Tuo padre stasera torna tardi ed io devo andare da tua zia. In frigo ci dovrebbe essere del pesto, devi solo preparati la pasta. -
Si fermò o forse aveva finito di parlare. Continuai a fissarla. Cosa si aspettava che facessi? Se voleva andare dalla zia poteva farlo. Avrebbe potuto anche lasciare un post-it, ma lei non era un tipo da bigliettini. Non era nemmeno un tipo da silenzio. Se c'era silenzio in casa allora doveva per forza esprimere qualcosa, anche senza senso. Qualcosa mi diceva che non sarebbe riuscita a rimanere in una stanza vuota senza iniziare a parlare da sola.
Mia madre strinse le labbra e mi guardò a sua volta. Non aggiunse niente miracolosamente, si voltò prese la sua borsetta e uscì di casa. Avrei potuto bearmi di quel momento di silenzio in casa, ma ero piuttosto sicura che non me lo sarei goduto fino in fondo. L'aria di quella casa era impregnata dei discorsi velenosi di mia madre e dei litigi con mio padre.
Presi Teardrop e mi incamminai. Non avevo una meta prestabilita, qualunque posto mi sarebbe andato bene. Come mio solito rito misi gli auricolari. Avviai la riproduzione casuale dando al mio cellulare la possibilità di scegliere quella volta, partì Animal di Conor Maynard. Iniziai a canticchiare muovendo solo le labbra, senza emettere un solo suono.
- Won't you make me believe I'm the only one? - sembrava che Conny volesse prendermi in giro. La madre di quel ragazzo che nemmeno conoscevo voleva che diventassi una delle sue cartucce da poter sparare quando voleva lei. Chiusi gli occhi di colpo e mi sfregai il viso irritata dal fatto che ci stessi ancora pensando. Andai a sbattere contro qualcosa di duro e caddi sull'asfalto. Quando due mani forti mi misero in piedi come una bambina, il mio cuore perse dei colpi. Mi sembrò di avere un déjà-vu. Non dovetti nemmeno aprire gli occhi per capire di chi si trattasse. Un nome mi rimbombava nella testa. Luke.
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Words. || Luke Hemmings
FanfictionSydney poteva essere definita come una ragazza strana a prima vista. Capelli lilla, vestiti consunti, il rossetto nero... la lista poteva essere infinita. Ma quello che l'aveva marchiata era il suo silenzio innaturale. Aveva smesso di parlare da tre...