Capitolo diciassettesimo

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Luke impallidì al suono di quelle parole. Guardai Michael sbigottita da tanta crudeltà, ma lui sembrava di pietra in quel momento.
- Io non sto affogando. - riuscì a parlare alla fine Lucas.
- Tu sei il relitto di ciò che eri fino a qualche mese fa. - replicò Michael. La tensione era così alta in quel momento da risultare quasi palpabile.
Ashton si intromise cercando di placare gli animi. - Hey, calmatevi ragazzi! Vi sembra il momento più opportuno per parlare di queste cose? - Ma nessuno gli rispose. Michael e Lucas si fissavano senza interruzione. - Vi ricordo che c'è una ragazza che è stata invitata per una cena romantica, non per assistere ad una stupida rissa. - aggiunse. Lucas lo trucidò con lo sguardo.
- Io non sto affogando. - ripeté Luke riposando lo sguardo su Michael, quasi con aria di sfida. Questa volta lui non rispose.
- Ragazzi, forse è meglio se andiamo tutti a casa e ci dormiamo tutti sopra. - riprovò ad intromettersi Ashton. - Siamo tutti stanchi. -
Era difficile credere che alle undici di sera quei ragazzi che tornavano sempre a notte fonda a casa avessero voglia di andare a dormire, ma non potei non essere d'accordo con Ashton in quel momento. La stanchezza mi aveva avvolta come un panno umido, pesante. Ma continuarono a non dargli retta.
- Tornatene a casa, Luke. - disse alla fine Michael dopo un lungo silenzio. Lui scosse la testa di risposta. - Ok, allora ce ne andiamo noi. - replicò pacatamente Mike. - Prendi la tua borsetta, Syd, ti porto a casa. - Obbedii. Lucas aveva posto fine alla mia serata con Michael. In qualche modo avrei voluto essere arrabbiata con lui, ma non ci riuscivo. Sembrava devastato dalle parole di Michael e aggiungere il mio rancore non sarebbe servito a niente. Michael mi afferrò la mano e mi portò fuori, poi imprecò ad alta voce.
- La cena. Devo tornare dentro a pagare la cena. - disse infilandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli. Aveva il fiato corto e si mordeva nervosamente il labbro inferiore, facendolo diventare gonfio. Gli appoggiai la mano sull'avambraccio e finalmente si riprese dai suoi pensieri. Lo guardai preoccupata.
"Vado io. Sei troppo scosso per rientrare ed affrontare di nuovo Lucas." scrissi. Lui scosse la testa.
- No. Sono io che ti ho invitata fuori a cena. - replicò, poi sbuffò. - Dio. Mi dispiace Sydney che hai dovuto assistere ad una scenata del genere. Non pensavo che Luke potesse rovinare tutto in quel modo. -
"Non fa niente." risposi. "Sono stata bene questa sera con te."
- Anch'io. - replicò dolcemente. Il suoi occhi di ghiaccio emisero un calore che m scaldò il cuore. Ma il momento fu interrotto da Lucas. Stava uscendo dal McDonald's. Io e Michael lo guardammo senza fiatare. Lui ci rivolse solo uno sguardo sfuggente. Si tirò su il cappuccio della felpa e svoltò l'angolo sparendo dalla nostra vista. Non parlammo per qualche minuto. Mi chiedevo se Luke fosse davvero un relitto. Ai miei occhi non sembrava lasciarsi trasportare dagli eventi. Aveva preso in mano la sua vita, si stava contrapponendo con tutta la sua forza di volontà a sua madre e stava cercando di inseguire il suo sogno.
- Torno un attimo dentro da Ashton. - fece Michael. Mi limitai ad annuire e lui entrò dentro. Non mi ero accorta del vento freddo, fino a che Michael si era staccato da me. Mi maledissi nella mia mente per non aver pensato di portarmi dietro una giacca o almeno una felpa. Rabbrividii. Michael uscì proprio in quel momento. Si avvicinò velocemente a me e mi scrutò accigliato.
- Stai tremando. - disse appena fu a portata d'orecchio. Assentii all'evidente tremore a cui era scosso il mio corpo. Michael si tolse la giacca di pelle e me lo passò. - Tieni, mettitelo. - parlò. Scossi debolmente la testa.
"Io starò dietro di te, morirai di freddo così." obbiettai. Lui mi sorrise.
- Mi scalderai tu. -

Words. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora