Avevo infranto le speranze di Michael. Non avevo nemmeno provato a cercarli. Nemmeno quegli occhi in tempesta che tanto mi attiravano. Sapevo sarebbe stato tutto inutile. Non avevo il coraggio di alzare lo sguardo quando uscivo da scuola, se fosse stato lì sotto i miei occhi sarei crollata per la delusione. Il fatto che vedessi la madre di Lucas ogni giorno di certo non aiutava. Sembrava diventare sempre più intrattabile ogni ora che passava ed ogni giorno mi chiedevo il motivo per cui il loro legame si era spezzato. Fino al momento in cui arrivò la risposta.
La campanella suonò segnado la fine delle lezioni. Non vedevo l'ora di tornare a casa e riposarmi per almeno un paio di ore. Il giorno dopo ci sarebbe il secondo esame dell'anno di matematica e mi sarei dovuta riguardare tutte le formule e gli esercizi per non fallire. Non sarei riuscita a recuperare una media insufficiente, nemmeno se mi fossi impegnata fino in fondo per gli altri due esami dell'anno. Non ero particolarmente brava in matematica, ma almeno cercavo di passare con la sufficienza.
- Signorina Brent? - la voce della professoressa Hemmings mi bloccò sullo stipite della porta, prima che potessi uscire. Mi voltai lentamente, pregando che si fosse sbagliata, ma aveva lo sguardo fisso su di me inconfutabilmente. Mi avvicinai a lei ed aspettai che parlasse. - Domani c'è uno degli esami più importanti dell'anno. È preparata? -
Tirai fuori il cellulare. "Certamente." mentii. Lei mi studiò inespressiva.
- Ho controllato il suo primo esame. Ha preso la sufficienza per un pelo. - disse. Mi morsi il labbro nervosamente. Aveva un obbiettivo che io non riuscivo a mettere a fuoco. Iniziai a sentire il peso dell'ansia sul petto.
"Farò del mio meglio in questo."
Lei mi guardò ancora come se volesse scrutarmi l'anima. - Credo invece che lei abbia bisogno di ripetizioni. - parlò lei con una calma disarmante.
La fissai corrucciata. "Non conosco nessuno che sia disposto a farmi ripetizioni." risposi cauta.
- Mio figlio... credo sia molto ben disposto. -
Non riuscii a trattenere la sorpresa. "Suo figlio?"
- Sì. Lucas, l'hai conosciuto. - Per poco non caddi a terra per lo sgomento, prima di rendermi conto che molto probabilmente si riferiva alla volta in cui era venuto a prenderla a scuola.
"Non vorrei disturbare nessuno."
Lei sorrise di risposta, ma i suoi occhi rimasero freddi. - Lucas sarà già fuori. Io devo rimanere ancora qui a scuola. Raggiungilo e avvisalo del suo cambio di programma. -
Mi sentii male a quelle parole, ma cosa avrei potuto dirle o fare? Assentii per poi dirigermi lentamente verso l'uscita. Dovevo togliermi da quella situazione assurda. Non volevo trovarmi in mezzo ad un oceano in tempesta. Ma Luke era lì. Mi trovavo già in un oceano in tempesta. Cautamente mi diressi verso di lui. La mano sudaticcia teneva forte il cellulare. Sentivo il suo sguardo bruciare sulla mia pelle.
- Sydney? - fece Luke incolore. Mi morsi il labbro.
"Ciao Luke." scrissi. Lui mi fissò aspettando che continuassi. Dovevo subito andare al punto. "Tua madre mi ha detto che puoi darmi ripetizioni di matematica."
Lui mi guardò confuso. - Come? - domandò guardandomi.
"Ripetizioni." scrissi nuovamente. Lui si guardò attorno, forse in cerca di sua madre. "Ha detto di dirti che torna tardi."
- Ho le prove con i ragazzi. Non ho tempo di farti ripetizioni. - replicò lui guardandomi male. Fece per salire in macchina, ma lo bloccai.
"Sentimi bene. Io faccio schifo in matematica e tua madre è la mia professoressa di matematica. Non è una buona combinazione." scrissi furiosa. Lui mi fissò seccato.
- Non è un problema mio. -
Gli tirai un pugno in pieno petto, che ovviamente fece più male a me che a lui. "Se fossi meno stronzo, non avrei questi problemi."
- Quindi ora è colpa mia? - rise. Annuii seccata. Smise di ridere. - Sei seria? - Non risposi. Salii nella sua macchina ed aspettai che lui facesse la stessa cosa.Luke si era fermato davanti ad un'altra scuola. La mia portiera si aprì e comparve Michael che era intento a parlare con qualcuno dietro di lui. Quando si accorse della mia presenza rimase paralizzato sul posto. Calum invece si aprì in un sorriso.
- Sydney! - esclamò Ashton spingendo via Michael ed abbracciandomi. - Non dovevi pagarmi per la lezione di batteria. - mi ammonì poi. Mi aprii in un sorriso ricambiando l'abbraccio. Sentii delle voci fuori dall'auto. Qualcuno che rideva divertito da Ashton e qualcuno che commentava che il riccio aveva trovato la ragazza. Mi imbarazzai leggermente.
- Salite. - ruppe il momento di serenità Luke scorbutico come sempre. Lo guardai malamente, mentre Calum saliva in macchina. Michael mi abbracciò velocemente prima di seguire gli altri nei sedili posteriori.
Luke partì sgommando e nessuno osò fiatare. Avevamo capito tutti che il conducente era parecchio nervoso ed sapevo per certo che la causa ero io. Dopo una ventina di minuti Lucas parcheggiò.
- Siamo arrivati? - chiese inutilmente Calum. Luke sbatté lo sportello scendendo. Lo seguii a distanza di sicurezza, come gli altri. Entrammo in un locale in cui non ero mai stata. Luke si diresse subito verso la sua chitarra, ma lo fermai. Presi il cellulare.
"Mi devi aiutare!"
Luke mi guardò freddamente. - Ti avevo detto che dovevo provare. Non ho tempo per te. - Battei i piedi a terra come una bambina piccola. Mi diressi verso i ragazzi.
"Per voi è un problema se vi rubo Luke per un'oretta? Voi potete finire di sistemare gli strumenti intanto."
- Niente cose sconce, vero? - disse Michael ridacchiando. Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa divertita. I ragazzi assentirono. Ritornai da Luke. Lo afferrai per l'orecchio e lo trascinai via di lì.- Hai capito ora? - borbottò Luke. Annuii concentrata. Avevo davvero capito tutto quello che mi aveva spiegato a mia sorpresa. - Allora abbiamo finito. - sospirò chiudendo con un tonfo il mio libro di matematica. Guardai i fogli sparsi sul tavolo pieni di numeri e lettere che fino ad un'ora fa mi sarebbero risultati per la maggior parte incomprensibili.
"Grazie." scrissi in un angolo libero del foglio che avevo davanti. Luke si morse il labbro annuendo, ma non diede segno di voler raggiungere gli altri che stavano provando pezzi strani per divertirsi. "Tua madre ti ha trasmesso i genini della matematica." scherzai. Luke non parve divertito dalla mia battuta.
- Possiamo non parlare di lei? - chiese atono. Lo guardai attentamente. Studiai la curva della sua mascella, le ciglia bionde lunghe, le labbra sottili e le mani che non smettevano di muoversi battendo sul tavolo.
"Allora parliamo di te."
Luke mi guardò guardingo. - Non c'è niente da sapere su di me. - ribatté. Piegai leggermente la testa di lato.
"Perché non vuoi andare a scuola? Sei così disgustato dal sistema scolastico?"
- Non t'interessa. - replicò duro. Inarcai un sopracciglio.
"Certo che mi interessa. Oppure non te l'avrei chiesto."
Lucas fece una smorfia seccato. - Ti basta sapere che un diploma non mi servirebbe per fare quello che voglio nella vita. - Arrivai alla conclusione che intendesse fare il musicista, ma non capii la sua affermazione.
"Non capisco perché tu non possa finire la scuola e nel frattempo seguire il tuo sogno."
Luke rimase a bocca aperta leggendo quelle parole, poi mi guardò furioso. - È stata lei, vero? - chiese duro. Lo guardai sorpresa e confusa. Lei chi? Sua madre? Ma a fare cosa, poi?
"Non ho idea di cosa tu stia parlando."
- Certo. Come no. - ribatté lui beffardo.
"Ti ho solo detto che puoi andare a scuola e il pomeriggio potete provare. Il tempo non ti manca."
Lui scosse la testa. - Tu... tu non puoi capire. - borbottò.
Mi offesi. "Credi che sia stupida? È per la storia delle ripetizioni?"
A quel punto fu Luke ad arrabbiarsi. - Non dovresti intrometterti in questioni che non ti riguardano. -
"Questioni che non mi riguardano? Sei serio? Tu e tua madre non fate altro che minacciarmi e tutto questo non dovrebbe riguardarmi?"
A quelle parole sembrò che gli avessi tirato uno schiaffo in pieno viso. - Smettila. - mormorò solamente. Mi sentivo frustrata, arrabbiata, confusa. Avrei voluto gridare e tirargli dei pugni in pieno petto per sfogarmi. Ma non feci niente di tutto ciò. Mi alzai di scatto e racimolai le mie cose gettandole alla rinfusa nel mio zaino sotto il suo sguardo inflessibile. - Cosa stai facendo? - Mi rifiutai di alzare lo sguardo. Mi gettai lo zaino sulle spalle e uscii di corsa fuori dal locale. Lucas non venne a fermarmi.
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Words. || Luke Hemmings
FanfictionSydney poteva essere definita come una ragazza strana a prima vista. Capelli lilla, vestiti consunti, il rossetto nero... la lista poteva essere infinita. Ma quello che l'aveva marchiata era il suo silenzio innaturale. Aveva smesso di parlare da tre...