Capitolo trentaquattresimo

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Mi sentivo profondamente in colpa. Perché avevo proposto a Luke di esibirsi in un parco? Era l'idea peggiore di sempre. Ora si sentivano demoralizzati ed era tutta colpa mia. Solo mia. Avrei voluto uscire dal locale, correre via ed urlare tutta la mia rabbia in un posto in cui nessuno mi avrebbe sentita. Volevo battere i piedi e tirare i pugni a qualcosa e scoppiare in un pianto liberatorio.
I ragazzi non parlavano, a malapena collaboravano tra loro. Dovevano sentirsi uno schifo.
Andai fuori per prendere una boccata d'aria fresca, ma non rimasi sola a lungo.
- Non è colpa tua. - disse Michael alle mie spalle. Vi girai verso di lui. Era fermo davanti alla porta che si stava chiudendo lentamente dietro di lui. Non reagii alle sue parole. Lo guardai mentre si avvicinava a me e mi abbracciava. Immersi il viso nel suo petto e rimasi immobile cercando di non scoppiare a piangere.
Il modo il cui mi voleva consolare mi faceva ancora più male. Come poteva essere così dolce anche dopo quello che era successo?
"Non avrei mai dovuto suggerirvi una cosa così stupida." scrissi. Lui mi accarezzò la guancia sorridendomi amabilmente.
- Invece è stata l'esibizione migliore fino ad ora. Te ne siamo tutti grati anche di averci tolto dai casini. - ridacchiò.
"Nei casini in cui vi ho messo io." replicai abbattuta.
- No, invece. Mettitelo in testa, tu non ci hai costretto a fare niente, siamo che ci siamo presi il rischio. Tu non hai colpa dei nostri rischi finiti male, ok? -
Assentii riluttante.
"Forse è meglio se torno a casa."
Michael mi fissò come se fossi impazzita, poi senza che potessi reagire, mi caricò sulla sua spalla come un sacco di patate e rientrammo nel locale sotto gli sguardi allibiti dei ragazzi.
- Cosa diavolo stai facendo? - sbottò Ashton andando verso di noi e costringendo Mike a mettermi giù.
- Voleva tornarsene a casa. - replicò lui facendo spallucce. Mi misi a posto i capelli completamente scompigliati per poi alzare gli occhi al cielo.
"Era solo per non fare altri danni." gli risposi. A quel punto anche Ashton mi abbracciò.
- Oh, Sydney. - mi disse affettuosamente. - Tu non hai fatto niente. Anzi, ci hai salvato il culo. - parlò ripetendo le parole di Michael.

Per il resto del tempo l'atmosfera migliorò di molto e finalmente iniziò ad arrivare gente. Andai a sedermi in un angolo del locale, non lontano dal palco, per godermi lo spettacolo. Un'ombra mi avvolse e mi girai sapendo già chi c'era alle mie spalle. Ma mi sbagliai.
- Hey Dolcezza! - disse un ragazzo che non avevo mai visto. Il locale aveva aperto da poco, ma il suo alito era già impregnato di alcol. Feci una smorfia disgustata e mi allontanai il più possibile da lui. - Che hai? Il ratto ti ha mangiato la lingua? - scherzò barcollando nella mia direzione. Non avevo mai avuto a che fare con ubriachi in vita mia e in quel momento non avevo idea di come mandarlo via. Feci un gesto come per scacciarlo, ma l'unica reazione che abbi da lui fu solamente una risata ironica. Si sedette accanto a me, ma cercai di spingerlo il più lontano possibile da me. Per la prima volta mi resi veramente conto di quanto fossi piccola e debole in confronto ad un qualsiasi ragazzo. Luke non aveva mai cercato veramente di farmi del male.
- Vattene. - disse una voce alle mie spalle. Mi voltai ritrovandomi a fissare gli occhi in tempesta di Hemmings.
- Scusa amico, non sapevo che fosse tua questa ragazza. - borbottò per poi squagliarsela. Non tirai un sospiro di sollievo fino a che non lo vidi sparire nella folla. A quel punto mi alzai ed abbracciai il biondo. Il cuore mi batteva ancora all'impazzata nel petto.
"Meno male che sei arrivato tu, non sapevo come togliermelo di torno." scrissi con mani tremanti. Lo sguardo di Luke era anche torvo, ma si rischiarò un po' vedendo che stavo bene.
- Forse dovresti stare sotto il palco in modo che posso tenerti meglio d'occhio. - mi disse avvicinando la bocca al mio orecchio per non urlare. Non era un'idea malvagia, ma non volevo essere schiacciata dalla folla, così scossi la testa. Luke strinse le labbra con disappunto. - Non fare la bambina, Sydney. Questo locale non è sicuro nemmeno per noi, non voglio che ti succeda qualcosa. - Alzai gli occhi al cielo.
"Sono sicura che non mi succederà più niente. Credo che i ragazzi attorno abbiano capito che possono finire solo in guai seri con me." replicai. Luke fece per obiettare di nuovo, ma lo fermai ricordandomi di qualcosa di più importante. Tirai fuori i miei soldi e quelli della ragazza che li aveva dato la mancia per l'esibizione e glieli ficcai in mano.
- È questi da dove vengono? - chiese confuso.
"Il miglior concerto di sempre." scrissi solamente. Lucas non ebbe modo di dire altro che sopraggiunse Michael.
- Dobbiamo andare, Luke. - gridò per farsi sentire. Guardai il biondo per rassicuralo ed alla fine annuì andando verso il palco. - Stai bene, Syd? - mi chiese Mike. Gli sorrisi per poi annuire. Luke era appena salito sul palco e ci dava le spalle, mentre stava trafficando con il suo amplificatore. Posai lo sguardo sul ragazzo che avevo davanti. Mi stava fissando con tenerezza. - La prima canzone è Jet Black Heart. È per te. - e prima che potessi mettere insieme un pensiero razionale, Michael si abbassò e mi stampò un bacio sulle labbra. Quando alzai lo sguardo Luke mi stava fissando.

Words. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora