Non conversammo per niente durante la cena. Ed alla fine anche Luke cadde nell'imbarazzo più totale. Non avrei mai ricordato quel appuntamento come uno dei migliori, anzi.
- Allora... prendiamo il dessert o vuoi andare? - chiese Lucas guardando il piatto vuoto sporco di sugo davanti a sé. Feci spallucce. Era lui che mi aveva portata lì, se voleva prendere qualcos'altro poteva farlo. - Non... non avrei dovuto chiederti di uscire. - mormorò tristemente Luke. Mi fece un po' di pena, così gli appoggiai una mano sulla sua per confortarlo.
"Che ne dici se andiamo a farci una passeggiata?"
Lui annuì titubante di risposta e finalmente ci alzammo. Lo seguii fino alla cassa e senza sentire obiezioni, pagai la mia parte di cena. Non sembrava una cena "romantica" quella che avevamo fatto a dispetto del posto.
- C'è un parco qui vicino. Andiamo lì? - domandò mentre di metteva le mani in tasca, probabilmente per scaldarsele. Assentii e continuai a seguirlo per un gran pezzo totalmente in silenzio. Nessuno dei due sapeva cosa dire, il che rese l'atmosfera ancora più pesante. - Allora... ti è piaciuta la cena? -
Inclinai la testa di lato studiando i suoi tratti sotto la luce dei lampioni. Aveva seriamente intenzione di parlare della cena disastrosa?
"Che ne dici se non roviniamo completamente la serata e parliamo di altro?" scrissi.
Forse avrei dovuto avere più tatto, ma a quell'ora e con quel freddo ed accanto a lui non pensavo molto lucidamente.
- Lo so che... -, ma si bloccò di colpo. - Merda! - imprecò a bassa voce guardando un punto davanti a noi. Guardai in quella direzione, ma per i miei occhi era troppo buio, non riuscivo a capire come facesse a vedere.
"Che succede?" chiesi confusa. Lui mi guardò come se si fosse dimenticato un attimo della mia presenza.
- I-io... - balbettò. Tornò con lo sguardo di nuovo nello stesso punto e si morse il labbro con la fronte aggrottata. - Merda. Merda. Merda... si stanno avvicinando. -
Lo fissai ancora più confusa. Non feci in tempo a scrivere la domanda "Chi si sta avvicinando?", che Lucas mi afferrò la mano e mi costrinse a ritornare sui nostri passi, facendomi quasi cadere il cellulare di mano. Era totalmente terrorizzato, il che spaventò anche me, poiché era la prima volta che lo vedevo così.
Ci trovavamo in un sentiero che continuava senza bivi per qualche centinaio di metri e Luke non sembrava voler compiere tutto quel tratto correndo, rischiando oltretutto di attirare l'attenzione di chiunque si stesse avvicinando.
Per un attimo ci fermammo lui si guardò attorno. Non c'era molta vegetazione, eccetto un albero troppo piccolo dove nasconderci dietro, ma abbastanza grande per poterci appoggiare contro.
A quel punto iniziai a sentire delle voci indistinte. Riconobbi all'istante quella di Jack, il fratello di Luke, in compagnia di qualche suo amico. Luke guardò l'albero solitario per un secondo e prese subito una decisione. Mi trascinò vicino l'albero e mi guardò dritto negli occhi con quello sguardo che diceva che forse non l'avrei mai perdonato per il gesto sconsiderato che stava per fare.
- Sono scappato dalla finestra per venire qui e Jack è il fratello meno comprensivo che potessi avere. - mi confidò. Lo fissai allibita. Era scappato dalla finestra per uscire con me? Perché lui era scappato dalla finestra? - Lo so che può sembrarti insensato, ma tu baciami ok? Fallo e basta. -
Lo fissai sempre più sconvolta. Mi trascinò dietro l'albero e si sedette contro trascinandomi con sè. Le voci erano vicinissime. Mi trovai a cavalcioni sulle sue gambe e Luke mi portò le mie mani sul suo volto.
In un attimo appoggiò le sue labbra sulle mie. Sgranai gli occhi e rimanemmo con lo sguardo incatenato l'uno nell'altro e le labbra a contatto serrate.
- Prendetevi una camera voi due! - gridò qualcuno dietro all'albero. Era Jack. Sussultammo entrambi per lo spavento e il mio cuore prese a battere più forte. Fortunatamente nessuno osò avvicinarsi e quando fummo sicuri che erano passati oltre ci staccammo senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altro.
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Words. || Luke Hemmings
FanfictionSydney poteva essere definita come una ragazza strana a prima vista. Capelli lilla, vestiti consunti, il rossetto nero... la lista poteva essere infinita. Ma quello che l'aveva marchiata era il suo silenzio innaturale. Aveva smesso di parlare da tre...