Capitolo quarantaquattresimo

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Non ero sicura che lasciare la finestra aperta fosse l'ideale durante una notte fredda come quella. Mi accucciai tra la moltitudine di cuscini, con la coperta che mi teneva il freddo lontano dalla pelle, senza però riuscirmi a scaldare. Non riuscivo a smettere di pensare a che decisione avessero preso i ragazzi. Verso l'una iniziai a sentire gli occhi pesanti, li chiusi e un attimo dopo sentii delle labbra calde sulla fronte. Li riaprii e mi ritrovai a pochi centimetri dal viso di Luke.
- Non volevo svegliarti. - mormorò inginocchiandosi ai piedi del letto. Sorrisi alzandomi pigramente a causa del sonno che mi attanagliava ed afferrai il cellulare sul comodino. La finestra era chiusa e la vicinanza a Lucas mi riscaldò il corpo. Gli feci cenno di venire sotto le coperte con me e non se lo fece ripetere. Si tolse le scarpe e la giacca ed un secondo più tardi potevo udire il tamburellare del suo cuore nell'orecchio, come una dolce ninna nanna.
"Ci hai messo tanto." scrissi avvolta tra le sua braccia. Lucas mi lasciò un bacio tra i capelli.
- Sono dovuto venire a piedi. Mia madre mi ha tolto la macchina quando sono tornato a casa. - parlò soffocando una risata. - Crede che facendo così mi passi la voglia di uscire di casa. -
Ritornò il silenzio, mentre le domande non dette volteggiavano nell'aria tra di noi. Alla fine mi feci coraggio e iniziai da quella più importante.
"Sei ancora nella band?"
Luke ci mise po' prima di rispondermi. - Sì. - disse finalmente. Tirai un sospiro di sollievo e mi voltai per incrociare quegli occhi in tempesta. Lucas si chinò su di me e mi baciò, prima piano e poi sempre più approfonditamente. La mia mente era in totale subbuglio. Feci quasi fatica a staccarmi da lui e da quella bocca così invitante.
"Cosa ti hanno detto? Cosa avete fatto?" domandai incuriosita. Il biondo cercò di lasciarmi un altro bacio, ma questa volta non glielo permisi. Volevo delle risposte e lui lo sapeva. Gettò un sospiro esasperato e fissò il soffitto prima di prendere parola.
- Michael ha imposto di non dirti niente per ora. - si espresse. Lo guardai malamente, ma non servì a niente visto che aveva gli occhi puntati da tutt'altra parte. - Gli ho detto come stanno le cose tra di noi, ma vuole comunque parlarti lui di tutto... e di noi. - concluse. Sbuffai infastidita. Non era giusto. Avevo passato la giornata senza risposte ed ora che potevo averle, Hemmings si era cucito la bocca.
"Non puoi nemmeno dirmi cosa ti hanno detto Ashton e Calum della chitarra?"
Lucas mi sorrise e scosse la testa. - Che la prossima volta che ci provo la riprenderanno e mi ci seppelliranno vivo insieme. - rispose. Scoppiai a ridere. Era la cosa più sensata che potevano dirgli. - Ed in più hanno detto che se ti faccio piangere di nuovo mi spaccheranno la chitarra in testa. - Non riuscii a smettere di ridacchiare. Il ragazzo nel mio letto si finse offeso e si scostò da me lasciandomi infreddolita. - E tu ridi, eh? Ti sembra divertente? - mi ammonì scherzosamente. Assentì con la testa e mi gettai su di lui per abbracciarlo. Ingaggiammo una lotta giocosa e senza accorgercene finimmo in una posizione imbarazzante. Io bloccata per i polsi al materasso e Luke sopra di me che sorrideva sfacciatamente vittorioso. - Hai intenzione di ridere ancora del tuo ragazzo? - chiese con voce roca a pochi centimetri dal mio viso. Alzai gli occhi al cielo. Non potevo rispondergli per le rime, così iniziai a stuzzicarlo. Mi morsi sensualmente il labbro soffocando un sorriso. Il suo sguardo cadde sulle mie labbra, per poi incrociare di nuovo i miei occhi. Le pupille gli si dilatarono e le iridi si scurirono. - Potrei farti smettere di ridere di me. - mormorò inumidendosi le labbra. Lo sfidai con lo sguardo. Volevo vedere come ci sarebbe riuscito. Mi liberò da sotto di sé. - Ma stai dormendo in piedi, quindi è meglio andare a ninna. - parlò coricandosi al mio fianco. Mi accucciai tra le sue braccia e mi addormentai con il sorriso sulle labbra.

Quando aprii gli occhi vidi Lucas che si stava allacciando le scarpe inginocchiato a terra. Mi concessi di guardarlo qualche secondo senza emettere neppure un suono. Sembrava raggiante. Alla fine si accorse anche lui che ero sveglia.
- 'Giorno Sydney. - mi salutò con un sorriso affettuoso. Mi baciò la fronte, ma prima che si rialzasse gli afferrai il bavero della giacca e gli stampasi un bacio sulle labbra. Si incurvarono in un sorriso che si estese fino agli occhi e sulla guancia apparve la fossetta.
"Dove stai andando?" gli chiesi dopo aver raccattato il cellulare.
- Devo tornare a casa prima che mia madre si accorga che non ci sono e poi vado dai ragazzi. Dobbiamo provare. - mi spiegò.
"Avevi intenzione di lasciarmi senza dirmi niente?"
Lucas scosse la testa ed indicò la finestra. C'era attaccato un post-it che però non riuscivo a leggere da quella distanza.
- Ti avrei mandato un messaggio poi. - affermò.
"Posso raggiungervi più tardi?" domandai sperando che assentisse, ma con mio disappunto dissentì.
- Vedila come una sorpresa, ok? Abbiamo un po' di cose da fare ed in questi giorni non so se avremo tempo per uscire, ma tu lascia comunque la finestra aperta. - Sospirai frustrata, ciononostante annuii. - Bene, allora poi ti mando un messaggio, ci vediamo Sydney. - e si calò giù dalla finestra. Nemmeno il tempo di alzarmi che il telefono suonò avvisandomi che mi era arrivato un nuovo messaggio. Sbloccai lo schermo.

Mikey:
Stasera alle otto.
Fatti trovare pronta.  

Words. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora