Capitolo 1

2K 51 0
                                    

Iniziai a correre giù dalle scale con la voce di Gabriele che mi urlava di fermarmi, che non voleva ferirmi e che mi amava.
Sbattei il portone di casa sua, gli occhi si riempirono di lacrime, le guance mi si scaldarono dalla rabbia e dalla delusione. Dovevo prendere la metro perché la moto avevo deciso di lasciarla a casa dato che aveva nevicato molto e le strade non erano pulite. Iniziai a correre verso la stazione con le cuffie nelle orecchie per non pensare a lui. Partí la nostra canzone le lacrime iniziarono a rigarmi il viso, non riuscivo a fermarle. Entrai in metropolitana, non c'era posto e dovetti stare in piedi, mi fissavano in molti come se nessuno avesse mai visto una ragazza piangere con le cuffie nelle orecchie. Iniziai ad innervosirmi maggiormente, ora mi serviva solo una bagno caldo.
Scesi alla mia fermata e in pochi minuti mi sarei ritrovata a casa, avevo camminato con la testa bassa e velocemente per evitare di incontrare qualcuno, mi faceva molto male la testa, le lacrime continuavano a rigarmi il viso e tremavo, non era colpa del freddo ma di lui.

Vidi il portone di casa mia e sentii un sollievo dentro di me. Abitavo in un palazzo storico molto grande di 4 piani. Vivevo ancora insieme ai miei e ai miei fratelli. Uno grande e uno piccolo. Adoravo la mia famiglia. Ero la preferita di mio padre che mi lasciava fare sempre tutto. Ero molto legata ai miei fratelli. Soprattutto a quello grande.

Ero ancora per strada e un ragazzo mi disse che mi era caduto il portafoglio, mi girai e velocemente lo raccolsi, mi rigirai e lui era davanti a me.

Nothing is impossibleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora