Capitolo 27

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Appena arrivati in casa mio padre si sistemò nel letto diceva di dover riposare ma si leggeva in faccia che stava male.
Mamma era in cucina a preparare il pranzo. Decisi di andare da lei ad aiutarla.
"Ciao mamma, ti aiuto?"
"Ciao cara. Volentieri, taglia le melanzane"

"Mamma come stai?"
"Bene"
"Mamma davvero. Come stai? Non credo sia facile vedere papà cosi."
"Come é difficile per te lo é per me. Ma questi giorni o mesi che siano dobbiamo evitare di farlo stare giù più di quanto sia già. Facciamogli godere gli ultimi momenti della sua vita" mentre lo diceva gli scesero delle lacrime.
"Queste cipolle"
Sorrisi. Non stava tagliandole cipolle. La abbracciai.
Forzò un sorriso.
"Con Claudio?" Mi chiese. Abbassai lo sguardo
"Ehm.. domanda di riserva?"
"Ti devo fidare delle persone che ami, ti aiuteranno" era sempre filosofica, e aveva sempre ragione.

Andai in camera avevo bisogno di un bagno caldo. Presi il cellulare 1 chiamata persa. Giulia. Ancora. La richiamai. Presi un respiro e feci come se non fosse successo niente.
"Ma si può sapere dove eri sparita." Mi urlò al telefono
"Ciao."
"Che hai?"
"Tutto okay"
"Si certo"
"Tranquilla sto bene. Scusa se non ti ho risposto ma dovevo studiare."
"Tanto non ci credo. Pretendo tu me lo dica."
"Prima o poi te lo dirò. Non ora e non al telefono."
"Vengo da te." Si era fatta subito seria appena aveva sentito come avevo risposto.
"Giuli..." presi un respiro profondo e cercai di mandare via quel nodo alla gola che mi tormentava da troppo tempo. "Ti voglio bene"
Spensi la chiamata.

Mi buttai nella vasca per rilassarmi un po' dopo quella mattinata. Di andare in università non volevo. Misi la musica e sprofondati nella schiuma della vasca.
Uscii dalla vasca, spensi la musica per stare nel silenzio. Mi vestii.
Vidi un messaggio era Claudio che chiedeva se poteva chiamarmi. Poco dopo sentii la sua voce e sembrava che tutto non esistesse al di fuori di lui che mi parlava con la sua voce tranquilla.
"Ciao" mi disse.
"Ciao"la sua voce mi mancava.
"Torniamo sta sera."
Ci fu un momento di silenzio. Un silenzio confusionario che mi faceva soffrire. Un silenzio lungo pochi secondi che però sembrava fosse lungo minuti, ore, giorni. Nessuno dei due aveva il coraggio di riempire questo silenzio.
Ero troppo confusa dai miei sentimenti.
"Elena ci vediamo stasera?"
"Cla... "lo interruppi.
"Ti prego mi manchi troppo."
" Okay. Buona partita" gli augurai.
"A dopo"

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