Capitolo 18

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Il giorno dopo ci svegliò una sveglia particolare. Letizia e Silvia entrarono nella nostra camera e saltarono sul letto urlando:
"Sveglia sveglia zia Elena e zio Claudio"
Erica stava urlando alle bambine di tornare in camera loro e di lasciarci stare.
Io e Claudio prendemmo Silvia e Letizia e gli facemmo il solletico. Smettemmo soloquando Erica e Francesco arrivarono nella nostra camera.
"Dai bimbe fate vestire Elena e Claudio." Letizia e Silvia uscirono dalla nostra camera e io mi risdraiai nel letto e misi il cuscino sopra alla testa. Avevo sonno.
Sentii Claudio togliermi il cuscino delicatamente e darmi un bacio sulla guancia.
"Ancora un minuto"
"Dai che oggi si fa una bella camminata"
"Io sto nel letto"
"Ti vieni con me"
Mi alzai avevo i capelli particolarmente disordinati.
"Tesoro sembri un leone"scoppiò a ridere. Lo fulminai con lo sguardo. Lui rise divertito. Era bellissimo anche alla mattina. Mi alzai di scatto e mi chiusi in bagno. Feci una doccia veloce per svegliarmi. Uscii dal bagno in accappatoio. Misi una tuta e legai la mia chioma ribelle. Claudio era in doccia. Io scesi a far colazione. Salutai tutti e mi sedetti. Dopo poco arrivò Claudio con una tuta grigia che gli stava troppo bene.
"Oggi gita sul lago" esclamò Claudio
"Andate al monte qua sopra?" chiese suo papà.
"Andiamo dove vuole il mio leoncino"
Lo guardai male e arrossii, lui rise.
Una volta finita la colazione salimmo nelle camere.
"Facciamo il giro del lago in bici? Ti faccio vedere un po' di posticini carini" mi chiese.
"Va bene".
Era una giornata molto calda per essere inverno. Mi misi dei pantaloncini e una maglietta. Nello zaino misi un paio di pantaloni lunghi e un maglione.
Anna ci preparò i panini. Riempimmo le bottigliette di acqua e prendemmo la bici. Claudio mi fece vedere dei posti stupendi. Anche se pedalammo troppo per i miei gusti vedemmo piccoli paesini sospesi sul lago, grandi boschi e paesaggi da cartolina. A pranzo ci fermammo su una grande roccia all'ombra a picco sul lago.
"Grazie di avermi fatto vedere questi bei posti cla"
"Ma figurati, tu... mi devi ancora dare il buongiorno."
"Non te lo darò fino a domani" gli decolla linguaccia.
Eravamo in piedi appoggiati a due alberi, uno davanti all'altra; si avvicinò, cercai di allontanarmi da lui, iniziai a correre in mezzo agli alberi. Lui mi stava inseguendo. Era molto più allenato di me, ma riuscii a seminarlo tra gli alberi. O almeno lo credevo. Mi guardai dietro e non lo vidi. Mi fermai e ripresi fiato. Ad un certo punto sentii dei passi dietro di me. Era Claudio. Mi abbracciò da dietro. Aveva il fiatone. Sentivo il suo battito accellerato. Il mio cuore sussultò per poi iniziare a battere 3 volte più veloce del normale. Mi diede tanti baci sul collo da farmi venire i brividi. Mi girai lo guardai negli occhi. Fece un sorriso maligno. Mi alzò da terra e mi appoggiò ad un albero. Intrecciò le sue mani con le mie, mi guardò negli occhi. Mi persi in quell'oceano blu. Mi baciò delicatamente come se non volesse farmi male. Mise le sue mani nei miei capelli e mi baciò di nuovo. Non resistevo ai suoi baci, ogni volta mi facevano venire un colpo al cuore. Ogni volta mi riempivano di brividi e di felicità. Ogni volta avrei voluto baciarlo fino all'infinito. Ogni volta mi leggeva nell'anima e curava ogni cosa che non andava. Mi sentivo completa con lui e avrei voluto passare tutta la mia vita tra le sue forti braccia rassicuranti. Quando si staccò da quel bacio infinito mi sorrise dolcemente.
"Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata".
Rimasi senza parole. La sua sincerità mi spiazzava. Gli dissi sotto voce un po' intimorita da quegli occhi che non mi si staccavano di dosso che lo amavo. Lui mi diede un bacio a stampo.
"Torniamo a casa?"
"O-okay" dissi un po' turbata da tutte quelle emozioni che stavano riempiendo il mio cuore.
Stavamo camminando e Claudio mi prese la mano. Io la tolsi e risi.
"Prima o poi mi darai la mano, non mi arrendo" mi fece la linguaccia.
"Prima o poi..." ripetei.
Arrivammo a casa dei genitori di Claudio presto.
Letizia e Silvia ci saltarono in braccio appena parcheggiammo le biciclette. Salimmo in camera e mi buttai sotto la doccia. Ero stanca, sudata, puzzolente, ma estremamente felice.
La doccia la feci molto lunga tanto che Claudio bussó per chiedermi se stavo bene. Uscii dalla doccia e entrò lui. Stavo leggendo un libro che mi ero portata da casa e sentii bussare alla porta della stanza.
Era Anna, la feci entrare.
"Ciao cara. Sta sera io e Stefano andiamo a giocare a poker con i nostri amici. Erica e Francesco se ne vanno. Avete la casa libera."

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