Molte ragazze se ne andarono a fare shopping. Rimanemmo io Giulia, e Alice. Mi presentai ai compagni di squadra di Claudio. Erano tutti entusiasti di vedermi come se avessero aspettato questo momento da giorni.
Il mister chiese a noi tre ragazze di fermarci con loro a mangiare. Accettammo. Io avevo lezione nel tardo pomeriggio. Durante il pranzo i ragazzi iniziarono a fare gli stupidi. Era un doppio senso continuo. Io Giulia e Alice ridevano come delle matte. Venimmo a conoscenza di usanze dei nostri ragazzi un po' strane. Dormivano con una lucina della notte per sconfiggere i brutti sogni e la notte prima della partita andavano a letto solo dopo aver mangiato tutti una carota cruda. Era una cosa stupida. Dicevano che li aiutava a vincere.
Il mister era quasi imbarazzato di queste cose che ci raccontavano, ci sorrise e ci disse:"É normale, sono maschi pieni di ormoni, appena vedono delle belle ragazze vanno in tilt..."
Ridemmo tutti con gusto.
Finito di mangiare e dopo aver salutato tutti Claudio mi fece salire in macchina.
"Vuoi vedere casa mia?" Mi chiese
"Okay"Non era una casa, era un albergo. Era a dir poco enorme. Mi prese dal polso e mi tirò dentro casa dato che ero rimasta incantata.
Mi ripresi. Mi tolsi il cappotto e mi guardai intorno. Le finestre davano su un giardino enorme con una piscina interrata. Il salotto era enorme e accogliente.
Sentii le sue mani prendere le mie. Me le alzò e mi appoggio al muro. Non riuscivo a respirare. I suoi occhi mi fissavano e le mie gambe non reggevano quel blu da cosi vicino. Incrociò le sue dita con le mie. Si appoggiò sul mio collo lasciandomi un bacio dolce.
"Dove eravamo rimasti sta mattina?" Mi sussurró all'orecchio. Sorrise e mi baciò la guancia.
"Mi mancava il tuo profumo"
Respirai profondamente. Si staccò leggermente da me.
Mi tornarono i brividi e la sensazione di non farcela a respirare quando si avvicinò alla mia bocca. Mi baciò. Le mie mani scesero nei suoi capelli e le sue mi strigevano forte. Non sarebbe mai potuto succedermi niente finché restavo in quelle braccia.
Mi girai mettendo lui contro il muro. Mi guardò con uno sguardo di sfida. Non potevo resistergli ma potevo divertirmi con lui. Salii sulle mezze punte. Continuavo a dargli piccoli baci sui bordi delle labbra. E quando si aspettava arrivasse il bacio vero mi staccavo da lui, scendevo sul collo e gli davo un sacco di baci e qualche piccolo morso sul collo, ogni volta che lo mordevo gemeva e mi sentivo potente. Mi prese in braccio, mi porto alla sua altezza, da quell'altezza i suoi occhi erano ancora più pietrificanti. Gli diedi un bacio sulla fronte e lui me ne diede uno sul naso. Mi abbracciò forte e sussurandomi nell'orecchio mi disse: TI AMO PICCOLA.
Avrei voluto saltare in tutta la casa cantando *i'm on top of the world* ma ero bloccata tra le sue braccia che mi calmavano e che allo stesso tempo mi trasmettevano un'energia particolare. Mi allontanai da lui giusto per guardarlo negli occhi e gli dissi con una voce un po' tremolante che lo amavo anche io.Mi accompagnò a casa per prendere i libri e andai in università in moto.
Quella sera decisi di farlo conoscere ai miei. Ormai ci uscivo tutti i giorni da molto tempo. Avevo solo paura di come avrebbero reagito. Un calciatore non si trova in casa tutti i giorni.
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Nothing is impossible
Fanfiction~Una storia d'amore tra due persone completamente diverse. Elena, studentessa universitaria appena uscita da una storia d'amore, Marchisio, calciatore famoso della Juventus.~