Capitolo 13

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"Ciao cla, vuoi venire a mangiare dai miei sta sera?" Gli scrissi appena finita la lezione in università.
"Volentieri piccola♡. Ore?"
"19.30"

Mia madre ne fu entusiasta. Prima che lui arrivasse convocai una riunione di famiglia. Non avevo mai detto ai miei chi fosse perché immaginavo la reazione da tifosi.
"Lui é Claudio Marchisio"
I miei fratelli e mio padre rimasero shoccati dalla notizia. E iniziarono a tirar fuori le bandiere. Li Bloccai subito.
"Cerchiamo di essere una famiglia normale. Sa che siete tifosi ma non iniziate a urlare cori o fargli vedere i vostri tesori juventini. Grazie"
Sapevo già che quel discorso non sarebbe servito a niente.

Arrivò puntiale, andai ad aprire alla porta. Aveva una camicia bianca un po' aperta e io già mi sentivo male.
Mi salutò con un bacio sulla guancia. Lo portai in salotto dove c'erano i miei fratelli e mio padre che guardavano una partita della juve registrata. Io li guardai male. Si presentarono e poi andai a presentarlo a mia mamma in cucina. Continuavano a parlar di calcio e quando andai in cucina da mia mamma dopo cena ad aiutarla a lavare mi disse sotto voce.
"Se é bello!" Io risi.
"Ma state insieme?"
"Boh mamma é una situazione indefinita. Ti aggiornerò tranquilla"
Quando se ne dovette andare lo accompagnai alla macchina.
"Scusa per i miei fratelli e per mio padre. É che non é una cosa normale avere un calciatore in casa, soprattutto te." Gli dissi.
"Ma va, sono simpatici e poi sono abituato a vedere dei fan. Vedrai che fra un po' si abitueranno"
"Con mia mamma hai fatto colpo" risi. Prima che entrasse in macchina mi guardò negli occhi e mi disse:
"Non mi hai ancora salutato questa sera" si avvicinò alle mie labbra, ma mi staccai velocemente sussurandogli all'orecchio che era passata la mezzanotte e che la promessa non valeva più.
Risi e lo abbracciai, lui mi strinse.
"Domani parto"
"Per dove? Per quanto? Perché?" Non volevo. Abbassai Lo sguardo.
"C'é una partita del Campionato. Staremo via 3 giorni. Partiamo domani mattina."
Sbuffai e lo riabbracciai perdendomi nel suo profumo forte e rassicurante.
"Ora devi dormire" gli sussurrai, mi staccai da lui. Mi girai per andarmene ma mi prese il braccio e mi giró. Mi baciò la guancia e la fronte.
"Vieni con me all'aeroporto?"
"Devo vedere gli orari delle lezioni"
"A presto piccola"
"Ciao cla"
Corsi in casa mi sentii un po' triste quando sentii la sua macchina andarsene.

Non avevo lezioni il giorno dopo. Decisi che l'avrei accompagnato in aeroporto. Sarebbe passato a prendermi alle 8 di mattina perché l'aereo era alle 10.
Durante il tragitto tra casa mia e l'aeroporto parlammo. Claudio continuava a ripetermi di fare la brava e di non vestirmi troppo provocante. Io risi a quelle parole. Piuttosto lui doveva stare attento e fare il bravo.

Arrivati in aeroporto raggiungendo gli altri ragazzi che erano attorno al mister per delle 'indicazioni di servizio'. Mi allontanai e raggiunsi Giulia e Alice.
"Ciao ragazze" esclamai
"Ciao ele" risposero in coro.
"Dopo andiamo a fare colazione insieme?" Chiese Alice.
"Okay"

Sentii le sue mani sui miei fianchi. Mi sentii debole. Claudio da dietro mi diede dei piccoli docli baci sul collo. Sorrisi. Mi girai lo abbracciai forte mettendomi sulle punte dei piedi. Lui mi strinse ancora più forte quasi da farmi mancare il respiro. Sottovoce mi disse di fare la brava e io annuii. Ci staccammo mi accarezzò le guance e spostó i capelli dietro alle orecchie. Mi diede un bacio veloce ma passionale. Non cercai di togliermi e di resistergli perché mi sarebbe dovuto bastare per 3 giorni quel bacio. Mi staccai da lui, mi guardò fissa negli occhi e mi diede un bacio sul naso. Arrossii e lui mi prese in braccio sussurrandomi:
"Tranquilla che non ti libererai cosi facilmente di me"
Risi.
"Se osi fare il cretino con altre ragazze e vengo a saperlo sappi che non arrivi vivo a Torino" lo baciai. Le nostre lingue si incrociarono e si assaporarono lentamente. Il mister lo chiamò.
Si girò verso la squadra e poi si rigirò verso di me.
"Vai cla, a presto"
"A presto piccola"
Corse dai suoi amici che gli diedero delle pacche sulle spalle, mi salutarono con la mano tutti e se ne andarono. Io mi girai e vidi Giulia e Alice dietro di me.
"Andiamo a fare colazione allora?" Gli proposi
Giulia si avvicinò a me è mi disse:
"La prima volta é quella più dura, ti ci abituerai" le sorrisi.

Claudio's pov
Stavamo salendo sull'aereo e mi mancava gia. La sua risata, quelle fossette che mi facevano uscire di testa, i suoi occhi, i suoi ricci cosi ingarbugliati. Stavo pensando a quanto fosse bella e a come avrei fatto lontano da lei. Pensavo alla sua minaccia e risi.

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