Capitolo 31

614 17 0
                                    

Sentii il campanello suonare e scesi. Lo vidi. Era elegante come al solito. Era da troppo che non lo vedevo mi mancava tutto di lui anche i suoi difetti fastidiosi.
"Ciao Elena"
"Ciao Claudio"
"Andiamo a casa mia o vuoi fare un giro?" Mi sorrise. Quel sorriso. Era cosi perfetto che mi distruggeva.
"Casa tua" gli sorrisi anche io ma evitò il mio sguardo.
Salimmo in macchina e ci fu silenzio per tutto il viaggio. Non ci guardammo mai negli occhi ma quegli occhi color ghiaccio mi continuavano a fare un effetto strano. Mi leggeva l'anima con gli occhi e in parte mi facevano paura. Ma io ai suoi occhi non avrei mai potuto resistere. Aveva uno sguardo intenso che mi faceva sentire piccola. Ma poi sapeva essere dolce e guardarmi con occhi caldi e pieni di tenerezza.
Arrivammo a casa sua.
"Vuoi qualcosa?" Mi chiese
"No grazie."
Ci accomodammo sul divano. C'era un'atmosfera strana. Era come se fossimo entrambi imbrazzati. Ci fu un lungo minuto di silenzio nel quale i suoi occhi mi scrutarono.
"Scusa per come ti ho trattato." Gli dissi.
Presi un respiro. Era la seconda volta che spiegavo la storia di mio padre, ma non era assolutamente più semplice, anzi.

Claudio si coprì la bocca con la mano in segno di stupore. I miei occhi si gonfiarono e diventarono rossi, ma avevo promesso di non piangere più.
"Ma. Dovevi dirmelo. Perché non l'hai fatto? Avevi bisogno di qualcuno vicino"
"Volevo stare sola. Io ci sto male. Pensare una vita senza di lui." Respirato profondamente.
Claudio mi prese la mano e me la baciò
"Scusa. Dovevo dirtelo lo so."
Iniziò a giocherellare con la mia mano. Non resistevo volevo abbracciarlo. Baciarlo. Volevo sentire il suo profumo sul mio corpo e le sue labbra sulle mie. Avevo bisogno di lui, di lui che mi faceva arrossire, di lui che faceva lo spiritoso, di lui che mi provocava.
Volevo tutto di lui.
Scoppiai a piangere. Avevo cercato di trattenere quelle lacrime amare che mi stavano ormai solcando il viso.
Mi sentii singhiozzare mente era preso a giocherellare con le mie dita. Alzò lo sguardo. Quegli occhi mi stavano facendo impazzire. Mi prese dai fianchi e mi strinse nelle sue calde e forti braccia.
Continuava a passare le sue dita nei mie capelli e sulla mia schiena. Piangevo non solo per papà ma anche perché ero stata una stupida a non fidarmi e a staccarmi da lui. In quelle braccia ci sarei stata tutta la vita. Ogni giorno, ogni ora, ogni secondo della mia vita.

Mi calmai un po'. Si staccò pochi centimetri. Abbassai lo sguardo.
Mi sollevò il mento con le dita obbligandomi a guardarlo, poi passò i pollici sulle guancie dove prime erano scese le lacrime.
Mi diede in bacio sul naso e appoggiò la sua fronte sulla mia. Ero totalmente persa nei suoi occhi che non capii nemmeno cosa mi disse. Misi le mani nei suoi capelli e lo abbracciai, lui contraccambiò stringendomi a sua volta.
"Mi sei mancata piccola" mi sussurrò all'orecchio. E quelle parole mi provocarono brividi su tutto il corpo. Erano le parole di cui avevo bisogno.
Sorrisi istintivamente.

"Ieri sera?" Chiesi con un nodo in gola.
"Avevo il cellulare scarico e non sono riuscito ad avvisarti" mi sussurrò.
Si staccò dal nostro abbraccio.
"Non pensarci ora" mi disse e iniziò a darmi dei dolci, caldi baci sulle guancie e poi scese sul collo andò a mordermi i lobi delle orecchie. Io gemetti. Sorrise e si staccò definitivamente dopo avermi baciato la fronte.
Perché non mi baciava seriamente? Ne avevo bisogno. Volevo le sue labbra sulle mie.
"Ti prego baciami" mi era mancato. Rimase sorpreso ma non se lo fece ripetere due volte. Mi mise sopra le sue gambe e mi prese la testa con le sue mani grandi e calde. Mi baciò. Senza fretta. Era un bacio dolce quasi infinito. Le nostre lingue si attorcigliavano e giocavamo all'interno delle nostre bocche. Mise le sue mani sotto alla mia maglietta e iniziò a passare i suoi polpastrelli sulla mia pancia, ogni tanto ridevo, ma lui non smetteva di baciarmi. Misi le mie mani sotto la sua maglietta e iniziai a fare il contorno dei suoi addominali e dei pettorali scolpiti. Ci sdraiammo sul divano, io ero sdraiata su di lui. Passò i suoi polpastrelli sulla mia schiena. Mi riempii di brividi.
Si fermò a guardarmi.
"Che hai?" Gli chiesi un po' preoccupata.
"Voglio solo baciarti tutta la vita" mi mancò il respiro.
"Ehm.. okay" arrossi e lo baciai ancora, scesi sul collo e lasciai sulla sua pelle dei dolci morsi mente lui gemeva.

Mi appoggiai sul suo petto mentre mi accarezzava; ascoltavo si suoi battiti, erano veloci come i miei.

Nothing is impossibleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora