Nothing is impossible

Capitolo 24

"Ciao amore mio♡" mi scrisse alla sera
"Ciao cla"
"Mi manca il tuo profumo su di me"
"Anche a me"
"Sta sera vieni a casa mia? Cenetta e film?"
"Cla scusa ma devo studiare. Mi dispiace." In realtà non riuscivo a vederlo, avrebbe scoperto tutto. Odiavo dire le bugie. A lui non ne avevo mai dette perché mi fidavo di lui, ma volevo stare sola.
"Uff... passo da te un salto allora♡"
"No cla... se ti vedo non studio più" ero una persona orribile. Stavo davvero mentendo al mio ragazzo.
"Ok"
Ne ero sicura si era accorto che c'era qualcosa che non andava. Liquidai anche Giulia, non riuscivo a parlarle sebbene anche lei avesse capito che qualcosa non andava.
Non riuscivo ancora a fidarmi totalmente delle persone.

La notte non dormii. Mi informai sui tumori al fegato. Erano molto pericolosi e spesso non trovavano il donatore. Questa notizia non mi rassicurò per niente. Chiusi il computer. Andai in cucina a prendere una tazza di thè caldo.
Vidi una luce accesa in cucina e dei rumori. Pensai fosse Stefano perché quando eravamo piccoli ogni tanto di notte ci svegliavamo e andavamo in cucina a bere il thè. Ci sentivamo grandi a svegliarci di notte. A quel pensiero sorrisi. Mi avvicinai alla cucina e lo trovai indaffarato a preparare il thè.
"Ste dai faccio io" sussurai.
"Anche tu qua?"
Lo guardai. Papà gli aveva detto tutto. Lo vedevo dagli occhi gonfi e lucidi.
"Si anche io"
"Lo sai già?"
"Me l'ha detto ieri sera quando abbiamo parlato" avevo la voce un po' strozzata.
"Abbracciami sorellina."
Ci abbracciammo sentivo che stava piangendo in silenzio. Era troppo orgoglioso per farsi vedere piangere.
"É pronto?" Mi chiese.
Annuii e preparai le tazze. Ci sedemmo io sulla poltrona e lui sul divano, ma non parlammo. I nostri occhi parlavano al nostro posto. Non ci serviva nient'altro che la presenza di qualcuno che potesse capire fino in fondo la situazione.

Finito il thè stefano mi auguró la buona notte e andò nella sua camera.
La sera del giorno dopo Claudio sarebbe partito.
Avrei dovuto accompagnarlo all'aeroporto ma mi sentivo una stronza, gli avevo mentito anche se mi era mancato tanto. Le sue carezze, i suoi occhi, i brividi sulla mia schiena e i suoi morsi sulle mie labbra. Capii quanto fosse importante per me.
Ma non volevo vederlo. Non volevo farmi vedere fragile davanti a lui.