Capitolo 32

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"Cla scusa" sospirai "io... devo andare" le lacrime continuavano a cercare di spuntare dai miei occhi
Mi alzai dal divano ma mi prese il polso.
"Che succede piccola?" Lo disse cosi dolcemente che scoppiai a piangere, ancora. Singhiozzavo così forte che mi mancava il respiro. Claudio si alzò dal divano e mi abbracciò. Mi rintanai ancora, in quella braccia grandi e accoglienti che mi calmavano.
"Smettila di pensare" mi sussurrò.
Respirai profondamente il suo profumo. Passai un tempo indefinito nelle sue braccia.
"Scusa" dissi dopo che mi fui calmata.
"Smettila di scusarti. Non ce n'è motivo"
Abbassai lo sguardo.
"Io ci sono piccola."
"Ho paura cla"
"Di cosa?"
"Di perdere non solo mio padre ma anche di perdere te. Non ce la farei potrei impazzire"
"E perché dovresti perdermi?" Mi prese il mento e mi obbligò a guardarlo negli occhi. Mi accarezzò la guancia e il collo e scese sulla schiena. Mi salirono i brividi.
"Perché tu sei... io... non sono alla tua altezza..."
"Zitta. Stai certa che non mi perderai a meno che tu ti voglia allontanare da me." Mi sorrise.
Ero una stupida che non faceva altro che piangere.
"Però basta piangere ti prego. Mi manca il tuo sorriso, le tue fossette." Mi morse il labbro e mi baciò a stampo.
Gli sorrisi.

Iniziò a giocherellare con i miei ricci mentre mi mettevo il cappotto per andarmene.
"Resta dai." Mi ripeté per l'ennesima volta.
"Un'altra volta cla. Ora accompagnami a casa da bravo"
"Ok" sbuffò.

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