Capitolo 36

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Uscimmo di casa
"Ciao Paulo" lo salutai.
"Ciao Elena, andiamo a fare colazione?"
"Non mi va di mangiare" dissi.
"Andiamo a farci un giro in centro Pau" disse Giulia
"Ok" mise in moto lo macchina e andammo in centro.

Era tutto come al solito. Il sole scaldava la città in quella classica giornata primaverile. Le vie erano affollate e i bar pieni.
Entrammo in troppi negozi. Giulia mi fece provare tanti vestiti e tante scarpe ma non comprai niente. Lei svaligiava ogni negozio. Si rifece il guardaroba. Dybala intanto si era trovato con dei suoi amici ad un bar.
La mattinata non voleva finire, io non ce la facevo più volevo andare a casa e ritirarmi in me stessa a pensare.
"Ti prego basta giuli"
"L'ultimo e poi andiamo a mangiare qualcosa"
Entrammo in un negozietto in un angolo e come era successo prima Giulia scelse una decina di capi per me e altrettanti per se stessa.
Entrai in camerino senza alcuna voglia di provare tutte quelle cose.
Ero in reggiseno e stavo cercando di capire da che parte andava messa una maglietta che era più trasparente che coprente.
"Ci sei ele?" Sentivo urlare dal camerino a fianco al mio.
"Si appena capisco come si mette sto coso esco"
"Che amica sveglia che ho"
"Taci" le urlai e sentii la sua risata che mi fece sorridere istintivamente.

Sentii la tenda del camerino aprirsi.
"Non ho bisogno del tuo aiuto... E puoi anche chiudere la tenda che sono ancora mezza nuda." Le dissi ancora con gli occhi sulla maglietta che tenevo in mano.
Finché notai che le scarpe di Giulia non erano quelle della persona che avevo avanti a me. Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi color del mare che mi guardavano. Aveva un sorriso stampato in faccia. Chiuse la tenda velocemente e mi abbracciò senza dire niente. Io ero sconvolta, ma per un attimo finalmente felice.
"Che ci fai qui?" Gli chiesi alzando la testa
Mi spinse delicatamente al muro. Fece cadere per terra la maglietta che avevo nelle mani. Si abbassò sul mio collo e inizio a baciarmelo sussurrano ad ogni bacio una parola. Non capivo cosa mi dicesse. Sentivo solo il suo respiro caldo suo mio corpo. I suoi baci, le sue labbra dolci. E il mio corpo stava ancora realizzando la sua presenza quando si staccò da me. Mi guardò e sorrise malizioso.
"Mi fai impazzire. Copriti che non vorrei approfittare di te in questo posto" rise.
"Cretino" gli dissi, gli tirai una sberla sul braccio.
"No alla violenza sugli uomini" disse Claudio.
Si appoggiò al muro opposto del camerino. Mentre io ridevo e sistemavo i vestiti per uscire mi prese il polso e mi tirò a sé. Sentii i brividi salire su tutto il mio corpo.
"Mi sei mancata" Mi disse stringendo le mie mani con le sue.
Prese il mio viso con le sue mani e mi baciò, per la prima volta di nuovo, dopo quel lungo periodo di astinenza dalle sue labbra.

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