La mattina erano tutti svegli a salutarmi. Mia madre aveva preparato una torta per i genitori di cla, Stefano mi disse di fare la brava e di stare attenta, Leonardo mi disse di divertirmi. Mio papà non si era alzato dal letto. Mi aveva urlato un ciao frettoloso dalla camera. In fondo stavo via solo 3 giorni.
Aspettai in strada Claudio che arrivò pochi minuti dopo. Guardò la mia valigia che a momenti esplodeva.
"Buongiorno, ma stiamo via solo tre giorni"
"Gia" Risi.
"Comunque. Ciao amore mio" mi diede un bacio sulla guancia.
"Ciao cla." Mi sedetti in macchina. "Partiamo" esclamò.Il viaggio passò velocemente. Non parlammo molto perché non ne avevamo bisogno. Io stavo bene seduta accanto a lui. Mi bastava guardarlo guidare e mi sentivo felice come una bambina il giorno di Natale.
"Sappi che i miei ogni volta che arrivo a casa fanno una festa. Con amici e parenti." sorrise.
"Aiuto. Mi metti ansia."
"Sosta in paese a compare una cosa"
Ci fermammo in paese davanti a una boutique di abiti eleganti.
"Quest'anno il tema é il colore bianco. Percio dobbiamo comprare dei vestiti bianchi." Esclamò.Prendemmo i vestiti e ci avviammo verso casa dei suoi. Si accedeva da un la stradina. Superato il cancello iniziale c'era un sentiero in mezzo agli alberi, era un parco grande e spazioso. Alla fine del viale ciottolato c'era una casetta color panna. Alta tre piani, abbastanza grande ma molto accogliente. Parcheggiò fuori da casa. Entrammo. Claudio prese tutte le valigie e io presi il mio zaino e il sacchetto dei vestiti.
"Ma, pa...? dove siete?" urlo Claudio. Sentimmo dei passi veloci scendere dalle scale.
"Piccolo di mamma." Urlò sua madre. Si abbracciarono. Lei era una signora bassa di statura, bionda e aveva il sorriso uguale a cla. Non volevo interrompere la scena cosi mi allontanai un po'.
"E questa deve essere Elena! Oh abbiamo sentito molto parlare di te" mi indicò e mi abbracciò. Claudio era un po' imbarazzato.
"Piacere Anna."
"Questa torta l'ha fatta mia mamma per lei, spero le piaccia" le porsi subito la torta.
"Oh ma che gentile. Dammi del tu che se no mi fai sentire vecchia."
Ci fece appoggiare le valigie all'entrata e ci fece accomodare in salotto. Sentimmo dei passi pesanti.
"Il mio ragazzo" una voce scura e rauca spuntò da dietro la porta. Claudio si alzò e andò ad abbracciare suo papà.
Mi alzai e mi presentai. "Piacere Stefano. Certo che te le scegli sempre più belle" fece a Claudio a bassa voce ma dato che ero a un metro da loro l'avevo sentito bene. Aveva gli occhi color del ghiaccio.
La madre di Claudio ci portò nella nostra camera al primo piano. Era stata la camera di Claudio un tempo. Loro non Abitavano lì, ma quando Claudio era piccolo ogni estate venivano al lago 2 mesi. La Camera era piena di poster della juve, c'erano alcune foto di lui e dei suoi, degli autografi e delle maglie. Sembrava di entrare in un museo juventino.
"Spero non ti dia fastidio tutto questo bianconero" mi chiese Anna.
"No stia tranquilla sono abituata." Sorrisi.
"Allora quello é il vostro bagno. Se vi serve qualcosa sono di sotto. I primi invitati iniziano ad arrivare alle 19. Cla spiegale tu come si svolgerà la festa. Grazie caro"
Sparì canticchiando.
Mi buttai sul letto.
"Io vicino alla finestra" dissi a Claudio. Anche lui si buttó sul letto vicino a me.
"Me lo daresti un bacino?" Mi supplicò. Con quei occhi come potevo dirgli di no?
Si mise sopra di me e mi bacio appassionatamente. Mi mancava il respiro. Sorrisi, si staccò dalle mie labbra e iniziò a farmi il solletico. Ero bloccata cosi decisi di baciarlo di nuovo così magari si sarebbe fermato. Si fermò e con uno salto me ne andai dalle sue braccia. Non che non mi piacesse stare tra le sue braccia forti e calde ma adoravo quando faceva la faccetta mezza delusa.
Erano le cinque di pomeriggio.
"Mamma vuole che tu sappia come funzionerà la serata. É cosi da quando ho 16 anni in pratica. Allora: gli invitati arriveranno verso le 19. Tutti saranno pronti per le 19.30 seduti a tavola. Noi due che siamo i 'festeggiati' dobbiamo scendere alle 19.30."
"Alt... il festeggiato sei tu tesoro..."
"Ma dato che tu sei MIA" aveva marcato il MIA in un modo molto sexy. Avrei voluto saltargli addosso in quel momento.
"Tu scenderai con me".
"Okay."
"Mangiamo le lasagne ~come al solito~ poi si va di fuori, nel giardino dietro casa e si balla si canta si beve... dovremmo salutare un sacco di gente."
"Da come mi racconti sembra una cosa brutta"
"I miei sono troppo organizzati."
"Ehi cla non fare il musino triste dai.." risi. Lui mi prese i polsi mi appoggiò al muro e mi guardò fissa negli occhi.
"Lo so che non mi resisti quando faccio cosi"
"Ti sbagli" gli sussurai, ero quasi senza voce.
Mi diede dei morsi e dei baci sulle orecchie sulle labbra, sul collo. Lo spinsi via malgrado mi piacessero le sue labbra su di me.
"Vai avanti" gli dissi.
"Alle 23.30 si fa il falò. La parte migliore."
Entrambi ci mordemmo il labbro. Avrei voluto baciarlo. Sentire i brividi salirmi per il corpo da tanto lo amavo, smettere di respirare da tanto mi amava. Guardai l'orario. Aprii la valigia presi l' accappatoio e il resto e mi chiusi in bagno. Il contatto con i suoi occhi non poteva durare mai troppo. Riusciva a toccarmi l'anima con i suoi occhi.
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Nothing is impossible
Fanfiction~Una storia d'amore tra due persone completamente diverse. Elena, studentessa universitaria appena uscita da una storia d'amore, Marchisio, calciatore famoso della Juventus.~