Aprii la porta. Non era Claudio, era Giulia.
"Ora te mi racconti cosa succede"
"Ciao eh"
"Ah ciao ele." Mi abbracciò. "Ma perché sei vestita bene all'una di notte?"
"Aspettavo Claudio. E tu cosa ci fai a casa mia all'una di notte?"
"Voglio sapere cosa ti succede" abbassai lo sguardo e andai in cucina.
"Vuoi il thè?" Annuii e andammo in camera mia.
Ci sedemmo sul letto."Perché non ti fidi di me?" Mi chiese.
"Perché... non lo so" ammisi.
"Io davvero ci tengo a te. Con te sono me stessa. E adoro passare le serate con te. Quindi ti prego parlami" mi sorrise e si sdraiò sul letto appoggiando la testa sulle braccia.
"Anche io ci tengo a te" le dissi.
"E allora raccontami cos'è successo, ti prego. Lo so che stai male."
"Ora stai zitta che se no mi commuovo." Le tirai un cuscino.
"Allora. Ho scoperto che mio padre ha un tumore e" mi fermai per prendere un grosso respiro. Abbassai lo sguardo perché mi si stavano riempiendo gli occhi di lacrime. "E gli rimane poco. E poi con cla non va bene"
Si mise seduta e mi abbracciò.
"Se hai bisogno di sfogarti ele, io ci sono." Mi disse durante quell'abbraccio che mi fece capire quanto avevo bisogno di un'amica.
"Grazie" le sussurrai con una voce piena di gratitudine."Senti io non ti voglio vedere così però"mi disse dopo poco. "Dobbiamo fare qualcosa."
"Ma sei scema. É l'una e mezza di notte. Io vado a letto"
"Questo é quello che credi te." Mi sorrise. "Giuli dai che sono stanca"
"Piantala. Io ho detto ai miei che dormivo da te. Percio ora fai quello che dico io". Sbuffai.
Andammo in cucina, aprì il congelatore e prese due vaschette di gelato al cioccolato. Prese due ciotole mente io ero seduta sulla sedia a guardarla fare come se fosse casa sua. Riempì le ciotole.
"Ma noi non eravamo a dieta?" Le chiesi.
"Fanculo la dieta" e rise. Mi porse la mia dose di gelato e mi parlò a lungo di cose senza senso che mi misero di buon umore.
Ridemmo tanto. Mi faceva male la pancia dal ridere e continuammo a ridere sottovoce per cercare di non svegliare nessuno, era pur sempre notte ed eravamo pur sempre a casa mia.
Ad un certo punto vidi la lampadina del suo piccolo neurone sperduto accendersi. Speravo non succedesse. Avrebbe proposto qualcosa di particolarmente stupido e io non saprei avuto vie di scampo. Avevo paura di cosa volesse fare.
"Ohi ma che ne dici se facciamo una torta?"
"Dai Giulia domani. Sono le 3."
"Oggi é gia domani". Iniziò a cercare sul cellulare delle ricette mente io cercavo di convincerla a lasciare perdere quell'idea. Ma come immaginavo mi convinse a cucinare. Più che cucinare mangiammo l'impasto della torta e ci sporcammo di farina dopo che il sacchetto ci cadde di mano e finì per terra e coprì la cucina con una nuvola di farina. Iniziammo fare scherma con il mestolo. Ci spalmammo il cioccolato in faccia e rotolammo per terra dal ridere.
Avevamo sprecato tanto di quell'impasto che la torta era diventata grande quanto un muffin e probabilmente non era neppure buona.
Sfornammo la torta-muffin alle 4 di mattina e ci sedemmo sfinite sul divano.
Ci addormentammo cosi. Ancora con i grembiuli. Piene di farina dalla testa ai piedi. Con i capelli pieni di impasto e un sorriso che da troppo tempo non riuscivo ad avere sul viso. Non l'avrei mai ringraziata abbastanza per quella notte.~ capitolo dedicato alla mia migliore amica Jules_RLJ~
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Nothing is impossible
Fanfiction~Una storia d'amore tra due persone completamente diverse. Elena, studentessa universitaria appena uscita da una storia d'amore, Marchisio, calciatore famoso della Juventus.~