Per tutto il viaggio in caravan fino a New York feci finta di nulla e cercai di non mostrare agli altri la mia agitazione; anche se, in realtà, ogni fibra del mio corpo, per nulla incline a fare una cosa così spregevole come rubare al proprio padre, cercava di opporsi con forza al mio proposito di salvare Francesco a qualunque costo. Pure quello di andare contro i miei stessi principi.
Al contrario di me, che stavo sudando come se fossi stata in una sauna finlandese, i miei compagni di viaggio sembravano tutti più calmi di me. Martina leggeva uno strano libro dalla copertina azzurra con sopra un delfino. Alex giocava con una specie di elastico bianco, che aveva arrotolato tra le dita, facendole diventare simili a salsicciotti. Nadieen si stava controllando il trucco allo specchio (sai che novità!) con aria di superiorità e Annabeth stava maneggiando con una strana scatola in metallo piena di fili e manovelle. Chissà che cos'era?
Argo, il mostro a mille occhi che ci stava accompagnando ed era alla guida del pulmino, non aprì bocca nemmeno per dire che eravamo arrivati sotto l'Empire State Building e l'unico segnale che eravamo a destinazione fu lo scoppiettio ad intermittenza del motore che si stava mano a mano fermando. Appena questo smise di produrre rumori strani e caravan si arrestò, muovendo il busto verso Alex, cercai di guardare il grattacielo che svettava sopra di noi. Vederlo dal basso verso l'alto mi metteva già le vertigini, ma era una vista spettacolare. Qua e là, dove c'era evidentemente qualcuno che stava ancora lavorando, erano accese piccole lucine gialle ad ogni piano, facendo assomigliare la struttura ad un gigantesco faro impiantato nel bel mezzo di New York, messo lì per segnalare la posizione del cuore pulsante della città, dove, senza che i mortali lo sapessero, gli dei potevano sbirciare ogni loro mossa e punire ogni loro peccato.
Lasciai subito stare i miei pensieri strani e tornai al mio posto. Stavo dando fastidio ad Alex così protesa verso il finestrino.
Subito, quando parcheggiammo in uno dei parcheggi privati dell'Empire State Building, Annabeth si girò verso di noi -Manca mezz'ora al tramonto. Ci conviene rimanere qui nascosti.
Tutti d'accordo ci posizionammo per fare la posta in avvistamento del Carro del Sole sui sedili posteriori oscurati dell'auto. Anche Argo si mise nascosto dietro con noi, occupando un considerevole pezzo di spazio, facendoci stringere ancora di più di prima. Notai che, appena dovemmo stringerci l'uno contro l'altro, Martina, prima cercò di non toccare Alex, ma che alla fine, cedendo alle circostanze, si mise spalla contro spalla con lui. Dentro di me risi. Loro non lo sapevano, ma, ai miei occhi erano la coppia perfetta.
Com'era prevedibile, dopo sei secondi di posta, Nadieen già si mise a lamentarsi come una bambina -Quanto dovremo stare ancora qui? Ho fame! Ho sonno! Avete dell'acqua? Mi fanno male le gambe! Siamo troppo stretti!
Alzai gli occhi al cielo, ma mantenni la calma e andai avanti a guardare l'entrata dell'Empire State Building. A me non dava assolutamente fastidio il suo comportamento perché, oltre ormai ad averci messo una pietra sopra, avevo problemi ben più grandi di lei, della quale non mi poteva fregare un accidente. Al contrario Annabeth, Alex e Martina erano palesemente scocciati del suo comportamento, tanto che Alex, guardandola con occhi torvi, le sibilò -Smetteresti di piagnucolare per un secondo?! Sei insopportabile! Tra poco va a finire che mi farai venire una testa grande come un pallone da football.
Nadieen, che aveva iniziato a sbatacchiare la testa contro il morbido sedile posteriore, si voltò di scatto e gli mollò un ceffone fulmineo -Tappati quella fogna ignorante figlio di Ermes che non sei altro!
Spaventata dal rumore dell'impatto della mano sulla guancia del ragazzo e avendo sentito uno spostamento d'aria considerevole alle mie spalle, mi girai e vidi che sul viso del ragazzo si erano dipinte le cinque dita della mano di mia sorella. In pensiero cercai di avvicinare una mano alla guancia offesa, ma lui la spinse via in malo modo e urlò in direzione di Nadieen -Io avrei una fogna?! Tu piuttosto! Non fai altro chi spargere marciume e male parole sulla gente! Altro che figlia di Apollo! Figlia di Medusa, se proprio!
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La figlia della Musa
FanfictionE se tutto quello che credevi di essere fosse solo una bugia? Marta si è da sempre sentita una delle ragazze più normali e insulse del Mondo, ma, dopo che un mostro mitologico attacca la sua famiglia mentre è in visita alla cugina a New York e uno s...