Capitolo 18:Dove Alex deruba passanti ignari

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Quando mi svegliai la mattina, o per meglio dire l'alba, dopo la tempesta, vidi che non eravamo più in pineta; bensì su una spiaggia vicino ad essa, stesi su una delle coperte che Alex e Martina avevano portato dietro. Erano rimaste soltanto le cose che avevano preso dietro loro due dopo l'incidente dell'altra sera. Che sfortuna sfacciata!

Ancora mezza addormentata mi guardai intorno. La tempesta terribile della sera prima sembrava solo una fantasia o un sogno remoto rispetto al cielo viola, arancio e blu intenso che si dispiegava sopra di me come una coperta immensa. Mi girai sul fianco destro e tastai con la mano il terreno in cerca delle mie cose, che, speravo, si fossero remotamente salvate. Con rammarico constatai che, come avevo già dedotto al mio primo momento di lucidità, il mio zaino era andato perduto insieme al braccialetto-scudo nella caduta libera del Carro del Sole nei cieli della Toscana. Sibilai tra i denti una parolaccia. Avevo perso tutte le mie provviste, le coperte con cui proteggermi dal freddo della notte e... Oh merda!

Con il panico che cresceva sempre di più mi resi conto che, se era scomparso tutto il mio zaino, anche le mie armi e la faretra dovevano essere andate perdute. Balzai a sedere e mi guardai intorno, rendendomi conto che, senza armi, ero come un coniglietto circondato da un branco di lupi. Frugai con lo sguardo tutta la coperta su cui ero stesa e, con mio enorme sollievo, vidi ai miei piedi le scarpette di raso rosa che luccicavano di guizzi vermigli dovuti ai raggi del sole, che stava iniziando a sorgere dal mare come una Venere luminosa. Piena di gioia le afferrai e me le portai al petto, cullandole. Non le avrei più perse di vista un secondo. Erano troppo importanti per andare perse. Quasi tra me e me, sussurrai -Diventate portatili- e le mie scarpette divennero grandi come sassolini e me li potei ficcare nel profondo delle tasche con un sospiro che mi sgonfiò come un palloncino.

Piena di sollievo mi tirai a sedere e mi misi a cercare con lo sguardo i miei amici. Poco più avanti, su una coperta diversa dalla mia, Nadieen dormiva accanto ad Alex (miracolo!) e russava leggermente come anche il suo compagno di dormite. Martina, invece, era in piedi sul bagnasciuga che stava guardando un punto indistinto all'orizzonte, verso il sole che stava sorgendo, secondo me più lentamente e stortamente del solito. Repressi una risata. Chissà come se la stava cavando Apollo con il suo "ferro"...

Volendo sapere cos'era successo dopo che mi ero addormentata sul Carro della Luna ancora prima di atterrare, chiamai a voce alta la mia amica, la quale, essendo di spalle, si girò di scatto, allarmata, ma appena mi vide sorrise e mi venne incontro -Ciao! Come stai? Ti sei ripresa da ieri sera e da tutti i giorni insonni del viaggio?

In effetti mi sentivo molto meglio e più riposata rispetto a ieri, ma non mi sentivo del tutto a posto per quanto riguardava gli avvenimenti della sera prima. Alzai le spalle e sorrisi -Meglio di ieri. Sono solo dispiaciuta per il Carro del Sole. Vedo che Apollo sta avendo non poche difficoltà a far sorgere il sole stamattina.

Martina scosse la testa e sbuffò -Mah! Apollo non ci deve interessare per ora, a meno che non ci venga incontro con una schiera di mucche imbufalite. In questo momento l'importante è che tu e la piattola non siate state spiattellate in mezzo alla pineta.

Ridacchiai e mi stiracchiai -Ma cos'è successo ieri sera? L'ultima cosa che ricordo è stata Nadieen che vomitava fuori dal Carro.

Martina represse una risata ricordandosi dell'esilarante visione di Nadieen che si sporgeva oltre il parapetto del Carro della Luna con una faccia verde come una zucchina -Siamo atterrati sulla spiaggia invece che in mezzo alla pineta e, visto che ha smesso di piovere e tuonare appena il Carro della Luna si è dissolto, abbiamo steso i teli sulla sabbia per poter dormire; poi Alex ti ha per così dire trasportata sulla coperta e, mentre tu dormivi e Nadieen rimaneva nascosta dentro il sacco a pelo per proteggersi dai fulmini immaginari che vedeva ancora nella sua mente, io e Alex abbiamo cercato nel luogo dello schianto del Carro del Sole, non lontano da qui, se c'era per caso qualcosa di vostro. Purtroppo i vostri zaini sono andati perduti, ma abbiamo recuperato questa- si girò verso la figura addormentata di Alex, lo scavalcò con un braccio e prese un sacchetto rosso e giallo -E' tuo per caso?

La figlia della MusaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora