La stanza in cui venimmo rinchiuse era il peggio che si potesse immaginare: piccola, buia, sporca e senza nemmeno un finestra per arieggiare o illuminare. Guardandomi intorno storsi il naso. Sembrava proprio una suite a cinque stelle perfetta per ratti, ragni ed insetti schifosi di vario tipo... bleh!
-Vedremo cosa farne di voi traditrici del genere femminile. Per ora rimarrete qui, poi chissà. Magari vi potreste rendere utili come netturbine.
Lanciai uno sguardo malevolo alla donna alta e magra dai capelli castani che mi aveva letteralmente sbattuto contro il muro appiccicoso e molliccio della camera e che in quel momento ci stava guardando tutte e tre con sufficienza dalla porta piccola e storta davanti a noi. Quella donna rude e leggiadra quanto un elefante mi aveva spintonata per tutto il tragitto fino alla casa tutta storta e pericolante nella quale, al secondo piano, si trovava la stanza in cui ci stavano rinchiudendo... penso che sarebbe inutile dire che l'avrei volentieri presa a ceffoni da quel luogo sperduto fino a Roma. Mi trattenni solo perché non valeva la pena sprecare le mie energie per un'azione così inutile.
La donna ricambiò il mio sguardo con un'altro pieno di astio e, con un sorrisetto compiaciuto stampato sulle grandi labbra color mandarino(non chiedetemi perché avesse un rossetto dal colore così strambo),chiuse la porta della stanza sbattendola e chiudendola con due mandate.
Da quel momento tutto fu buio. La stanza, non avendo finestre o fonti di luce, era immersa nell'oscurità più completa ed io mi sentivo persa senza un punto di riferimento visivo a cui aggrapparmi. Muovendo a tentoni le mani con movimenti convulsi e frenetici, cercavo Martina e Nadieen, ma tutto quello che le mie dita toccavano erano muri appiccicosi e mattoni ruvidi.
Un brivido freddo mi scivolò lungo la schiena e sentii l'ansia crescermi nel petto come un dolce in lievitazione. Fin da piccola avevo sempre avuto il terrore dell'oscurità più totale perché avevo come la sensazione che nel buio si nascondessero tutte le mie più grandi paure e che esse, con la protezione del buio, mi accerchiassero e provassero ad inghiottirmi nella loro plumbea disperazione senza che io riuscissi a fare ritorno da quella spirale di terrore, impotenza e tormento.
Mentre nella mia mente spaventata continuavo ad immaginarmi mostri spaventosi che mi giravano intorno, qualcosa mi colpì con forza la spalla ed io, spaventata a morte, cacciai un urlo girandomi di scatto nella direzione da cui era venuta la cosa che mi aveva toccato. Per quanto trovassi stupida la mia reazione, visto che sapevo benissimo che eravamo soltanto noi tre ragazze dentro la stanza, sentivo il cuore rombarmi nelle orecchie e nel petto all'impazzata come quello di un coniglio braccato dai cacciatori.
-Che urli, scema? Sono io! Guarda te se mi tocca pure condividere la cella con una pazza urlatrice per colpa di quel bifolco di Alex.
Alzai gli occhi al cielo e feci per redarguire Nadieen che, ovviamente, si stava lamentando, ma Martina mi precedette con un lamento esasperato proveniente dalla mia destra -Smettila Nadieen! Smettila! Fin dall'inizio di questo viaggio hai sempre criticato tutti senza fare nulla tu per prima! Ora Alex è chissà dove ed è in pericolo di vita e noi siamo rinchiuse in questa stanza. Non possiamo rimanere qui a piangerci addosso senza fare nulla! Se proprio ci tieni a continuare a lamentarti come una bambina lagnosa, fai pure. Sarai tu quella che verrà sempre trascinata come una zavorra inutile. Sappi che come ruolo ti calza a pennello.
Per qualche secondo ci fu un silenzio pieno di imbarazzo e carico di tensione. Avrei voluto dire qualcosa per farlo finire, ma tutto quello che mi veniva in mente sembrava o stupido o fuori luogo.
-Mi...mi dispiace. Hai r...ragione.
La voce di Nadieen era mozzata e ansimante e sentivo anche dei singhiozzi che inframmezzavano i suoi vari sospiri. Con le mani cercai mia sorella e, quando sentii tra le dita il cotone della sua maglia, provai ad abbracciarla, ma lei mi respinse malamente -Vattene via, ipocrita!
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La figlia della Musa
FanfictionE se tutto quello che credevi di essere fosse solo una bugia? Marta si è da sempre sentita una delle ragazze più normali e insulse del Mondo, ma, dopo che un mostro mitologico attacca la sua famiglia mentre è in visita alla cugina a New York e uno s...