Per un po' corsi senza meta per tutte le stradine meno frequentate del Campo per non incontrare nessuno che potesse farmi domande circa la mia faccia stravolta o, peggio, che mi riportasse da Chirone; poi, stanca di vagare come un'anima in pena del castello dei Macbeth, andai al molo segreto. Questo sembrava essere completamente in contrasto con il mio umore perché era illuminato dai raggi del sole che passavano attraverso le fronde degli alberi, creando macchie di luce che facevano assomigliare tutta la piccola insenatura ad una pista da ballo illuminata e la vista della baia di Long Island sembrava ancora più bella della notte prima per via del sole che si rifrangeva in mille specchietti di luce tra le increspature dell'acqua. Sospirando camminai lentamente sul molo, per nulla emozionata come l'ultima volta che ci avevo camminato sopra, e, dopo essermi tolta le scarpe ed essermi fatta scrocchiare le dita rattrappite dalla corsa, misi i piedi a penzoloni nell'acqua piacevolmente fredda. Potevo sperare che tutto quello che era successo fosse stato solo un'incubo fin troppo realistico e che mi sarei risvegliata di nuovo la mattina del venticinque dicembre con Will ai piedi del letto? No. A quel punto sperare cose impossibili era unicamente una perdita di tempo. Aveva ragione Chirone. Dovevo prendere una decisione e anche alla svelta se volevo salvare Francesco, ma prima di prendere una scelta del genere dovevo cercare di tranquillizzarmi per poter pensare a mente lucida. Guardai le onde prodotte dalle barche, che si infrangevano dolcemente sulla sabbia del molo segreto e mi solleticavano le caviglie già immerse nell'acqua. Tutto quello che avevo davanti agli occhi era così bello...non potevo rischiare di distruggerlo.
Subito sentii dentro di me un senso di inadeguatezza ad essere stata prescelta come Figlia della Musa e ad avere sulle spalle la vita di più di sette miliardi di persone, una punta di disappunto a pensare di dover essere una pedina che gli dei avrebbero potuto giocare sulla loro scacchiera gigante per poter prendere il potere sull'Olimpo e rabbia per l'impotenza di non poter scegliere il mio destino che, a quanto sembrava, era già tutto bello scritto nero su bianco nel grande libro delle profezie dell'Oracolo di Delfi.
Con una piccola lacrima che mi scendeva dalla guancia tolsi i piedi dall'acqua e mi sdraiai sulle assi dure, ma tutto sommato comode del pontile e chiusi gli occhi. Dopo tutti gli avvenimenti di quella mattina e il sogno su Francesco mi sentivo così stanca e appesantita; mi sembrava di non dormire da mesi.
Sbadigliai e un momento dopo stavo già sognando.
*
Piangevo. Le lacrime cristalline che mi uscivano dagli occhi già arrossati dal pianto delle ore precedenti mi disegnavano sul viso due linee scure ed umide che si congiungevano in fondo al mento per poi cadere sulle mie ginocchia sporche di polvere e di sangue rappreso.
Mi ero liberata dalla stanza murata trovando una piccola fenditura tra due pareti attraverso la quale ero passata a fatica un'ora e mezza ore fa, provocando l'ira incontrollata di Eris, che, oltre ad avermi fatto frustare molte volte la schiena da due minotauri corpulenti e maneschi, mi aveva rinchiuso in una stanza spoglia e priva di mobilia eccezion fatta per una grande finestra di vetro opaco che non lasciava intravedere nulla al di là di essa se non un bagliore tenue e smorto.
Mentre piangevo per il dolore alla schiena, pensavo anche a quello che provavo alle caviglie che mi era provocato dalle grosse e lunghe catene incatenate al centro della stanza che Eris mi aveva messo quando avevo provato a scassinare la serratura della porta per scappare. Queste avevano già iniziato a farmi sanguinare le caviglie per lo sfregamento continuo della carne con il ferro pesante che si faceva di secondo in secondo più doloroso.
Ad un certo punto, concludendo che le lacrime non mi avrebbero liberata di certo, cercai di scacciare lo sconforto e il dolore trovandomi qualcosa da fare per provare a scappare e il primo passo non poteva che essere scoprire cosa c'era al di là della finestra. Magari la mia salvezza era proprio a portata di mano.
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La figlia della Musa
FanficE se tutto quello che credevi di essere fosse solo una bugia? Marta si è da sempre sentita una delle ragazze più normali e insulse del Mondo, ma, dopo che un mostro mitologico attacca la sua famiglia mentre è in visita alla cugina a New York e uno s...