Seguendo la figura di Nausicaa oltre il grosso portone di legno scuro del palazzo color carta da zucchero entrai ufficialmente nella Base. Superata la soglia, vidi che consisteva in un piazzale centrale ciottolato molto ampio intorno a cui si affacciava un porticato composto da archi a tutto sesto riccamente decorati. Dal porticato si aprivano un gran numero di porte, che portavano alle varie ali della casa in un dedalo infinito di corridoi. Da queste continuavano ad entrare ed uscire, in un flusso senza fine, uomini, donne e bambini che sembravano tutti affaccendatissimi: alcuni parlottavano tra loro e mi fissavano curiosi mentre trasportavano cesti di bende, armi o solamente di verdure, altri, soprattutto ragazzi, avevano tra le mani una tale quantità di medicinali, aghi e disinfettanti da farmi sentir male al solo vederli. Altri ancora, invece, divisi in gruppi di tre o quattro persone al massimo, trascinavano sacchi pieni di farina o di altri alimenti di vario genere.
Per quanto Nausicaa mi avesse detto che i suoi discendenti erano molto numerosi ed io non stentassi a crederlo, rimasi molto impressionata da quell'infinito via vai. Lei e i suoi parenti erano veramente tantissimi -Wow! E' incredibile! Siete un intero continente!
La donna rise, facendo voltare un gruppo di donne che stava passando in quel momento dal cortile con in mano delle coperte bianche e lilla -Più o meno. Diciamo che contribuiamo notevolmente all'incremento della popolazione sia mondiale che italiana.
Le sorrisi di rimando e, dopo che Nausicaa mi ebbe fatto cenno di avanzare, feci un altro passo dentro al porticato. Catturata da un fulmineo lampo di colore sopra la mia testa, guardai il soffitto sopra di me a bocca aperta: migliaia di soli rossi simili a quelli del palazzo sforzesco di Milano allungavano i loro raggi sinuosi lungo tutto il soffitto arcuato del loggiato, creando una danza formata di incastri e giravolte. Pensai che non ci fosse nulla di più bello di quell'affresco così arzigogolato e pieno di luce. Tanti fili vermigli, come quelli del destino del mito cinese, avvinghiati gli uni agli altri a formare qualcosa di bellissimo, come tutte le vite con cui prima o poi ci dobbiamo scontrare.
-Marta, vieni. Ti devo disinfettare la ferita.
La voce di Nausicaa mi rimbombò nelle orecchie, riportandomi sul pianeta terra e facendomi uscire dal mio stato di trance, nel quale molto spesso mi perdevo in pensieri filosofici senza senso apparente come quello di poco prima. Riportai lo sguardo davanti a me, puntando i miei occhi sulla figura nera di Nausicaa, che tra il turbinare delle falde svolazzanti del mantello si stava già incamminando verso la più piccola delle porte che si aprivano sul cortile interno. Per non perderla di vista e poiché iniziava velocemente a scomparire tra le colonne del porticato, iniziai a trotterellarle dietro, superando un gruppo di uomini alti e robusti che mi fissavano con uno sguardo indagatore molto simile ai raggi X, che mi dette sui nervi. Cos'avevano da guardare quelli?! Non avevano mai visto una ragazza?
Feci appena in tempo a distogliere lo sguardo da quel gruppetto di inquietanti individui per riuscire ad abbassarmi sotto l'architrave della porta e non prenderci una bella craniata contro. Arrossendo come un gambero lanciai un'occhiata nel giardino da cui ero arrivata per accertarmi che nessuno avesse visto la mia pessima figura. Purtroppo quel gruppetto di uomini aveva notato tutto e mi fissava con un mezzo sorriso stampato in faccia. Subito mi sentii invadere dall'imbarazzo. Che imbranata che ero! Perché non facevo mai nulla senza prima esibirmi in brutte figure?
La mano di Nausicaa che si posò sulla mia spalla mi fece riportare lo sguardo all'interno dello stretto corridoio bianco in cui ci trovavamo. Il viso della donna era corrugato in una smorfia di apprensione -Ti sei fatta male? Hai battuto la testa? Lo so, quella porta è veramente troppo bassa. Dovrò, visto che non posso modificarla, per lo meno segnalarla per i nuovi venuti.
Scossi la testa -Non preoccuparti. Mi sono abbassata in tempo- ridacchiai -Vuol dire che i miei riflessi non sono poi così inesistenti.
La donna rise, mi circondò con un braccio le spalle e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno al suo interno, aprì la terza porta sulla sinistra del corridoio. Essa nell'aprirsi cigolò spaventosamente e, dopo che Nausicaa fu entrata, vidi ciò che occupava la stanza oltre la soglia bianca. Per poco non mi venne un coccolone dallo spavento: sul ripiano in acciaio del lavandino appoggiato alla parete destra della stanza c'era una siringa gigantesca con ancora una buona dose di un liquido biancastro all'interno.
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La figlia della Musa
FanfictionE se tutto quello che credevi di essere fosse solo una bugia? Marta si è da sempre sentita una delle ragazze più normali e insulse del Mondo, ma, dopo che un mostro mitologico attacca la sua famiglia mentre è in visita alla cugina a New York e uno s...