Capitolo 5:Dove avviene un incontro piacevole e faccio scoperte eclatanti

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Solo nell'avvicinarmi al loro tavolo, capii che con i figli di Efesto mi sarei trovata molto bene: i ragazzi e le ragazze, anche se erano rumorosi e frizzanti, lo erano in maniera diversa rispetto ai chiassosi figli di Ermes e le loro risate non erano sguaiate, ma gioviali. A pelle mi sembravano proprio i tipi di persone di cui mi piaceva fare la conoscenza: simpatici e compagnoni.

Mentre facevo scorrere lo sguardo lungo il tavolo da pic-nic dei figli di Efesto, notai che tutti, ragazzi e ragazze, erano muscolosi, sudati, abbronzati, pieni di olio motore dappertutto ed indossavano tute da lavoro dei colori più svariati.

Martina, che aveva parlato per tutta la strada di due persone speciali che doveva farmi conoscere, appena fummo abbastanza vicine al tavolo,si sbracciò come una pazza ed urlò talmente tanto che tutti i ragazzi si girarono verso di noi e si zittirono, facendomi arrossire dall'imbarazzo -Leo! Francesco! Vi voglio presentare una persona!

Dopo averci studiato attentamente per qualche secondo in silenzio, i figli di Efesto, vedendo che non erano loro le persone richieste, tornarono a chiacchierare gli uni con gli altri. Solo due ragazzi si staccarono dalla baraonda e ci vennero incontro.Uno era indubbiamente ispanico per via della pelle abbronzata e dello sguardo ammiccante, i suoi capelli erano castani ed aggrovigliati in tanti riccioli intricati che assomigliavano ad un cespuglio di rovi, aveva un gigantesco e buffo sorriso stampato in faccia e gli occhi erano grandi e nocciola. Le sopracciglia erano piegate in un'espressione divertita che me lo fece subito stare simpatico. L'altro aveva anch'esso i capelli castani,solo che i suoi erano lisci e aveva un ciuffetto ribelle sugli occhi. Aveva la pelle dorata solcata da qualche cicatrice dovuta agli oggetti da lavoro che aveva maneggiato forse in modo maldestro e le guance molto arrossate dal caldo della fornace e dal sole che picchiava anche in quel mese di dicembre americano, ma, a parte quello, in lui non c'era nulla di spigoloso o rozzo;anzi aveva un'aria dolce e dei grandi occhi pacifici. A differenza di tutti gli altri figli di Efesto non portava la tuta da lavoro, ma solo una maglia del Campo un po' bruciacchiata e dei jeans lisi.

Appena i due ci ebbero raggiunte, il ragazzo ispanico allargò ancora di più il suo sorriso e disse -Martina! Come va? Spero tu non abbia di nuovo litigato con Alex o la quiete del Campo sarà di nuovo compromessa- sorrise alla ragazza, che lo stava fulminando con lo sguardo, e spostò i suoi occhietti vispi su di me. Subito questi scintillarono -Wowowo! E chi sarebbe questa bella ragazza? Una figlia di Afrodite?

Subito diventai simile ad un fuoco d'artificio. La mia faccia diventò viola,rossa,gialla,verde e di ogni colore possibile ed immaginabile per l'imbarazzo. Non amavo tanto ricevere complimenti così plateali e il comportamento esuberante del ragazzo aveva fomentato il mio disagio.

Nel vedere la gamma cromatica delle sfumature del mio viso, Martina e i due figli di Efesto mi guardarono preoccupati e il ragazzo con la frangetta, corrugando la fronte, mi mise una mano sulla spalla per cercare di calmarmi -Tutto a posto?- poi, dopo aver visto che il colore del mio viso era tornato quasi normale, guardò con rimprovero suo fratello ed esclamò -Perfetto Leo! L'hai fatta agitare! Beh...non che sia una novità.

Il ragazzo ispanico aprì la bocca per ribattere, ma io scossi la testa e dissi -No, no. S...sto bene. Sono fatta così,appena qualcuno mi fa un complimento divento simile ad una melanzana matura. Tu non centri nulla con la mia reazione.

Leo lanciò un'occhiata al fratello come a dire "Non è finita qui" e questo contraccambiò, ma tutti e due, dopo essersi lanciati quegli sguardi, si girarono verso di me e mi guardarono affabili.

Il ragazzo dai capelli lisci distese le rughe che gli erano venute sulla fronte e fece un piccolo sorriso -Comprendo come tu possa sentirti...scusa, qual'è il tuo nome?

Mi battei una mano sulla fronte ed esclamai -Certo! Non mi sono nemmeno presentata! Piacere, Marta. Comunque, Leo. Giusto? No, non sono figlia di Afrodite. Non so chi sia il mio genitore divino.

La figlia della MusaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora