Wandering spectre

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Cady era finalmente riuscita a trovare un cavaliere per Nina: il fratello maggiore di Jen.

Si chiamava Daniel e non era affatto male come ragazzo. Nina ringraziò l'amica, poi le propose di andare insieme a ritirare gli abiti per il ballo.

Si trattava di un ballo a tema cavalleresco. Perciò le ragazze dovevano procurarsi abiti da dame eleganti d'altri tempi.

Nina e Cady si aiutarono a vicenda a indossare gli abiti, stringendo il corpetto dell'altra quanto necessario.

- È previsto che io respiri? - si lamentò Cady.

Nina sorrise scuotendo il capo.

- Ah, bene.

La vita già sottile di Cady appariva ancora più stretta grazie al corpetto che la stringeva. L'unica posizione comoda in quella scomodità incredibile era con la schiena perfettamente eretta, il petto in fuori e le spalle indietro, con la pancia in dentro. La compressione del corpetto faceva sporgere leggermente il seno, facendolo sembrare più gonfio.

L'abito di Cady era blu, intrecciato di fili color argento e perla. Quello di Nina era rosa tenue, con dettagli dorati.

Alle otto Cady e Nina attesero i loro cavalieri. Arrivarono con tre minuti di ritardo, il che irritò Cady.

- Siete in ritardo. - affermò, tagliente.

Scott si girò verso di lei.

- Non essere arrabbiata, piccola. - disse dolcemente.

Cady risucchiò il labbro inferiore, impedendosi di insultarlo. Non lo avrebbe picchiato solo perché era alla guida e avrebbe potuto rischiare la vita.

- Non. Chiamarmi. Piccola. - tuonò.

C'era una ragione precisa per cui Cady odiava nomignoli come "piccola", "cucciola", "bimba" e cose del genere.

Il suo primo fidanzato, che ebbe all'età di dodici anni, la chiamava cucciola. Non era una relazione seria: a lui piaceva lei, lei voleva stare con lui per farsi un nome ed essere conosciuta. E poi avevano dodici anni, di serio non avrebbe potuto esserci niente. Quando lei si rese conto del motivo per cui lui era così conosciuto, decise di lasciarlo.
Quella mattina, lui le scrisse chiamandola piccola, e lei non aveva il coraggio di lasciarlo di persona. Chiamò la sua migliore amica e le affidò il compito. Scoprì, qualche tempo dopo, che era stata proprio la sua migliore amica ad architettare l'unione, per farsi conoscere a sua volta. Litigò con lei aspramente e ruppe l'amicizia, aggiungendo a quel periodo imbarazzante una serie di ricordi tristi.

- Va bene, calmati. - retrocedette Scott.

L'atmosfera in auto diventò gelida. Sembrava che ognuno di loro fosse legato da fili ghiacciati e stabili nelle mani di Cady. Ma Cady non si curava di sciogliere il ghiaccio, pensava a Seth. E a Jake. In effetti stava facendo un confronto mentale.

Alla fine fu Dan a rompere il silenzio.

- Dunque... Oltre al ballo cosa si farà?" chiese.

Cady sbuffò.

- Secondo te? L'after party di birra aromatizzata, ovviamente.

Dan la fissò perplesso.

- Al posto dell'acqua bevi l'acido per caso?

- Non ti ho dato il permesso di ribattere.

- Non sapevo di avere bisogno di un permesso per parlare. - replicò lui, a metà tra il divertito e l'offeso.

- Ora che lo sai, taci.

Lui la guardò. Gli occhi azzurro ghiaccio con increspature verde pino erano la freddezza più bella che avesse mai visto.

- Se vuoi una foto basta chiedere. - disse Cady.

Non le dava fastidio essere osservata, anzi, le piaceva. Ma l'unica attività interessante in quel momento era punzecchiare Dan. E lei si annoiava da morire.

- E tu me la daresti?

- Ho detto che potresti chiedere, non che te la darei...

Nina si sentiva in imbarazzo.

- Scott, siamo quasi arrivati? - chiese.

- Manca pochissimo.

Nina lo guardò torva.

- È quello che continui a dire da un quarto d'ora. - replicò secca.

Era la volta buona che Scott aveva detto la verità, infatti arrivarono qualche minuto dopo.

Esibirono i biglietti e poi entrarono.

Al centro della sala, raggiante e sorridente come non mai nel suo abito strizzatette rosso scuro, c'era Kate, con l'immancabile Juliet a fianco.

Ciò che sorprese Cady fu vedere Jen all'altro lato di Kate.

Cady si avvicinò lentamente e prese Jen per un braccio, trascinandola con sé. Nella discussione animata del gruppetto, nessuno si sarebbe accorto di niente.

- Spiegami. - ordinò Cady.

Jen non sapeva che faccia fare. La sua espressione assunse un'aria falsamente confusa.

- Cosa ci facevi con Kate? - la incitò.

- Ahm... Kate non è...

- Una bella persona, questo lo sapevo.

- No, cioè... Kate è...

- Stronza. Manipolatrice. Falsa. Lo sapevo già, grazie.

In quel momento arrivò Kate.

- Jenny, ho bisogno di te ora. - disse, accarezzando le parole con la lama.

Si instaurò un momento alquanto imbarazzante.

Kate fissò Cady.

Cady fissò Jen.

Jen chiuse gli occhi.

- Cady, tesoro, perché non vieni a ballare con me? - s'intromise Scott.

- Ma vaffanculo. - sbottò Cady, tenendo lo sguardo fisso su Jen.

Quello che più feriva Scott era non essere nemmeno guardato in faccia.

La prese per le spalle e la scosse forte, sentendo ogni articolazione sotto le proprie dita. Guardò le guance magre e gli occhi spenti di quello che ormai era solo uno spettro vagante.

Non gli serviva una ragazza così perfida che lo ferisse anche non facendo nulla, con lo sguardo perso. Sentiva il colpo affondare senza pietà, avvelenato di cattiveria. E le labbra rigide che non proferivano parola erano cento volte peggio dell'imprecazione lanciatagli ingiustamente contro.

Non avrebbe parlato. Era inutile perdere tempo con lei.

La lasciò andare.

Lei sentì la sensazione spregevole trasmessa da Scott, ribaltata su di sé. Una tristezza deplorevole la invase, facendole venire voglia di piangere.

Voleva gridare. Forte. Ma le fiamme che ardevano in ogni atomo del suo corpo parlavano da sole.

Con l'espressione sconvolta, andò direttamente in bagno.

Si appoggiò al muro.

Respirava irregolarmente e la pressione sanguigna scendeva rapidamente. Aveva gli occhi annebbiati, il viso caldo.

Scorse una sagoma venirle incontro e correre a sorreggerla mentre si accasciava a terra, abbandonandosi a un urlo straziante intriso di lacrime brucianti.

Cady (Teen Wolf)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora