This rain is like fire

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Mentre Cady si preparava per la partita di quella sera, Seth imprecò mentalmente andando a casa, perché era cominciato a piovere.

La pioggia era fine, ma cadeva fitta e si abbatteva al suolo con eleganza, creando sulle strade quella fioca nube di goccioline vaporose che dava alla notte un'atmosfera magica.

L'autunno stava pian piano lasciando spazio all'inverno. Cominciava a fare freddo.

Nello spogliatoio in cui la squadra di pallavolo si stava cambiando era in corso un'accesa discussione sulle avversarie.

- Oggi siamo contro Kate. Cerca di concentrarti, Cady. - sussurrò Nina all'amica.

Cady la guardò intensamente.

- Ce la faremo. - disse, non essendone affatto convinta.

Andò in bagno a sciaquarsi il viso e si guardò qualche secondo. Aveva un aspetto fresco e riposato e ne era contenta, le aveva fatto davvero bene dormire un po' prima della partita. In quel modo aveva evitato anche la cena.

Entrò in campo per ultima. Si guardò intorno e individuò Kate, nella posizione d'attacco.

Si sistemò di fianco ad Alicia, l'alzatrice, e attese l'inizio della partita.

Diede un rapido sguardo alle tribune: non c'era nessuno a salutarla con la mano. Nessuno che la guardasse sorridendo, nessuno a fare il tifo per lei. Come sempre, doveva farsi forza e amare sé stessa tanto da occupare il vuoto lasciato dagli altri.

L'arbitro fischiò.

La partita ebbe inizio.

***

Max seguì Seth durante tutto il percorso da Casa Connor allo stadio, incazzato nero.

Proprio non capiva: perché aspettare?

Era convinto che Seth si fosse ormai preso una cotta bella pesante per Cady, ma pensava che avrebbe sempre e comunque messo la loro amicizia prima di lei. Non voleva credere che lei, un'insulsa ragazza viziata, potesse avergli fottuto il cervello. Non lo credeva ancora possibile.

Parcheggiò l'auto e scese per proseguire a piedi. Attraversò la strada e si curò di non attirare l'attenzione.

Attese qualche minuto prima di entrare, per evitare di farsi scoprire da Seth.

Pagò il biglietto, cosa che lo fece incazzare ancora di più, e andò a cercare un posto intelligente per spiare senza farsi scoprire.

Seth si era seduto alla fine della terza fila, vicino a una signora piuttosto avanti con l'età, e Max si sedette nella fila dietro.

Alla fine del primo tempo, lo vide alzarsi e lo seguì.

Stava andando verso gli spogliatoi: Max pensò che volesse parlare con Cady. La sua Cady.

Mentre Seth chiedeva il permesso di entrare, Max si nascose dietro una porta mezzo corridoio più indietro per rispondere al cellulare.

- Che cazzo vuoi? - bisbigliò.

- Sono qua fuori da mezz'ora, cretino! Apri.

- Ma apri cosa? Non sono a casa, deficiente!

- Vaffanculo allora.

- Ciao Ray, ti voglio bene anch'io. - ridacchiò.

- 'Fanculo. - rispose Ray, riattaccando.

Max ripose il telefono in tasca e porse l'orecchio per ascoltare. Nessun rumore.

Aveva perso Seth di vista, e con lui anche Cady.

***

- Posso sapere perché siamo qua fuori? Ho freddo. - si lamentò la ragazza, tremando.

- Non fare così, è romantico. - sorrise lui.

Lei affilò lo sguardo. Strinse i pugni.

- Lo chiami romantico? Seriamente?

- Cosa?

- Il cervello che ti regalerò per Natale! Cosa secondo te? Questo. Io, te, la pioggia... La mia frustrazione, la tua calma frustrante, il freddo... Tutto questo - fece un ampio gesto con le mani per indicare la realtà che la circondava - ti sembra anche solo minimamente romantico? Per non parlare dei pervertiti laggiù all'angolo.

Seth la guardò con dolcezza.

- Sei bellissima questa sera.

Lei lo guardò scioccata.

- Io me ne torno dentro. Sono stufa di tutte queste stronzate. - borbottò, andando verso l'entrata dal retro.

Lui la prese per il polso. - Non andare.

Sprofondò nei suoi occhi.

Cercava qualcosa che la convincesse a restare. Qualsiasi cosa.

Vide una punta lucente nelle iridi scure di Seth: vide un legame che, tanto astratto quanto tangibile nell'aria, riuscì a frenare ogni muscolo del suo corpo.

Lui deglutì.

- Io ho promesso di starti accanto, ma tu... Tu non andare via. - sussurrò.

Gli occhi di Cady si riempirono di lacrime.

Lui le lasciò la mano e avvicinò il viso.

La pioggia si fece intensa, e loro si baciarono.

- Dimmi perché qui. - sussurrò lei.

- Perché un bacio sotto la pioggia non lo dimenticherai mai.

- Sì, questa è carina, ma non me la bevo.

- Volevo un po' di privacy, là dentro ci avrebbe sicuramente interrotti qualcuno. - ammise.

Cady abbassò le palpebre sorridendo, e lo baciò di nuovo.

- Guarda, c'è un cagnolino là. - le disse Seth.

- Eh? Dove?! Lontano! Lontano da me! - saltò lei.

Il cane iniziò ad abbaiare.

Cady si spaventò a morte. Il cane stava venendo verso di loro, mentre la vecchietta faticava a tenere il guinzaglio, e Cady andò ad attraversare la strada. Voleva il cane lontano chilometri da lei.

Era talmente terrorizzata che non vide la macchina venire verso di lei a gran velocità.

Si bloccò in mezzo alla strada.

La macchina non riuscì a frenare in tempo.

Seth, che si era precipitato per spingerla via, finì sul cofano della macchina e cadde dall'altra parte, con una spalla dolorante.

Si alzò suo malgrado, e andò a vedere dov'era Cady.

Il suo urlo non si era udito che per un istante: era stato coperto dal suono dell'impatto.

Era distesa a terra, pochi metri più avanti dell'auto ormai ferma, con i capelli a coprirle metà del volto e le braccia aperte. Una gamba era rigirata.

Seth non ne sapeva niente di medicina e non era in grado di stabilire le sue condizioni fisiche.

Intanto la pioggia bruciava su di loro come fuoco. E Seth la sentiva ardere, poteva percepire il calore.

Si abbassò su di lei, per sentire il cuore.

- QUALCUNO CHIAMI UNA CAZZO DI AMBULANZA!

Cady (Teen Wolf)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora