Hold me tight

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Un intenso aroma di fragola dolce si mischiava all'aria nei pochi centimetri di distanza tra le labbra di Cady e Seth.

- Io...

- Tranquilla. Non voglio costringerti a fare niente. - sussurrò Seth rapito. L'atmosfera rendeva i suoi sensi ovattati, i suoi pensieri lontani. Era tutto confuso... Ed estremamente, irresistibilmente dolce. Somigliava tanto alla felicità, che Seth credette per un attimo di esserne sopraffatto.

Cady accusò i colpi dell'alcol. Le pareva che i giramenti di testa e la debolezza delle gambe provenissero da uno strano liquido blu che scorreva ghiacciato nelle sue vene, raffreddandole la testa e le membra.

Aveva tanto freddo.

- Voglio andare a casa, Seth. - disse piano.

Questo era un problema.

- Sei sicura? Non vuoi restare ancora un po'? Non siamo qui da molto, poi.

- Ho tanto freddo. - respirò.

- Vieni qui.

Seth la attirò a sé e si appoggiò al mobile che stava dietro. La tenne stretta fra le braccia, e le baciò la fronte e i capelli in continuazione, dicendole che andava tutto bene.

Forse non valeva molto, forse non la riscaldava, ma era quello che si sentiva di fare e sperava che servisse a qualcosa.

- Voglio andare via. - ripeté Cady, dopo un po'.

- Adesso ce ne andiamo. Non ti preoccupare, andremo via presto.

Gli sembrava di prendersi cura di una bambina... Una piccola bambina indifesa, che non ha saputo calcolare le dimensioni dei suoi errori.

Non era arrabbiato con lei perché era scappata cercando di sedurre un altro. Non era arrabbiato perché lei aveva interrotto il bacio quando si era resa conto che era lui a baciarla. Era arrabbiato perché si sentiva responsabile di qualcosa...

Voleva vederla felice e sorridente, o strafottente e al tempo stesso adorabile come al solito.

Cady tossì, e Seth si attivò per trovare qualcuno che desse loro un passaggio in macchina.

Non aveva intenzione di chiedere a quel fighettino con la Ferrari dell'ex, quindi si costrinse a cercare qualcun altro.

Gli parve di riconoscere Nina, l'amica di Cady, proprio con Jake. Si avvicinò e strinse gli occhi a fessura per focalizzare l'attenzione.

Erano proprio loro, e si stavano baciando in modo davvero poco fine. Seth pensò che non fosse il caso di far stare Cady peggio di quanto non stesse già, perciò la trascinò via dalla zona.

Poi s'imbatté nella servetta di Kate, e le si rivolse gentilmente mentre teneva Cady per mano con una salda stretta.

- Juliet, carissima... Ti diverti?

- Non particolarmente. - sbuffò lei, imitando l'aria di sufficienza che spesso assumeva Kate.

- In effetti non è un granché questa festa. La gente... Insomma, sarebbe meglio stare fuori!

- Oh, hai proprio ragione! Se non facesse freddo andrei subito fuori! - esclamò enfatica la bionda.

Seth le sorrise, con una buona dose di falsità, e cercò di argomentare al meglio la sua richiesta.

- Che ne dici di fare un giro in macchina? Secondo me sarebbe molto... Rinfrescante.

Juliet parve pensarci un attimo.

- Hai ragione. Andiamo!

- C'è solo un problema... Ho prestato la macchina a un mio amico e ora non so dove possa essere. Tu ne hai una?

- Prendiamo quella di Kate!

Seth si batté un cinque mentale per la genialata di essersi rivolto a Juliet.

Poco dopo riuscirono ad arrivare in garage e a prendere la macchina di Kate.

Seth non sapeva che genere di auto fosse, ma non dubitava che fosse di lusso.

Salirono, e Cady emise un versetto d'apprezzamento per la comodità dei sedili.

- Cady, ti senti bene? - disse Seth a voce alta.

- No... - sussurrò lei.

I sensi la stavano abbandonando, e si sentiva galleggiare su una superficie che le risucchiava ogni capacità cognitiva. Era come persa a metà tra sogno e realtà.

- Forse sarebbe meglio portarla a casa. Che ne dici, Juliet? - aggiunse Seth.

- Poverina! Sì, è meglio portarla a casa! Dammi l'indirizzo.

Seth tirò un sospiro di sollievo e attese di arrivare a destinazione.

Accompagnò Cady in casa e la fece stendere sul suo letto.

- Non voglio...

- Cosa?

- Non voglio... Seth... Non...

I mormorii confusi di Cady trattenevano Seth sulla porta.

- Cady?

Si avvicinò.

- Resta con me. Non voglio che tu...

- Che tu?

Era un ritmo scazzante. Non finiva una frase senza ripeterla almeno tre volte.

- Che tu? Cady! Cazzo finisci la frase!

Cady cominciò a piangere.

- Non urlare, papà.

- Papà? Sono Seth. - la corresse.

- Non urlare... Non ce la faccio. Sophie. Soph dove sei... - emise un singhiozzo.

Ne seguirono altri.

Parole tristi, sconnesse, ferite... Erano parole con ancora del veleno sopra, che forse non sarebbe mai andato via.

- Io e lui non... Papà, perdonami... Io...

Seth non capiva se fosse sveglia o se stesse dormendo. A volte aveva le mani davanti alla faccia, a volte affondava la voce nel cuscino, e continuava a essere tremante.

Sembrava stesse avendo un incubo, ma non poteva dirlo. Non riusciva a capire.

Seth azzardò un abbraccio. La avvolse nelle sue braccia forti e cercò di calmarla.

- Devo andare, Cady.

- Ti prego... Non andare. Non lasciarmi! Resta con me e non andare via. Per favore. - pianse lei.

- Resto. Ci sono qua io, tranquilla. Ti terrò stretta e giuro che non ti lascerò andare... Finché avrai bisogno di me.

Cady (Teen Wolf)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora