Love yourself

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Harry.

Era quello il nome che Louis continuava ad avere in testa.

Elena.

Aveva in testa anche quello.

Cady.

Quello stava quasi scomparendo. Eppure, una remota vocina nella sua testa continuava a non volerne sapere di rimuovere il ricordo.

Quella ragazza era stata la sua chiave di svolta, un punto decisivo nella sua vita.

Non si era veramente innamorato di lei, ma aveva imparato qualcosa almeno.

- Lou, Elena è andata a Kingsford e starà via tutto il finesettimana. Perché non vieni a stare da me questi giorni?

Louis immerse i suoi occhi in quel verde profondo.

Poteva l'amore nascere anche così? Era giusto sentirsi bene in quello che la società chiamava errore? Come ci si doveva comportare?

Louis sospirò.

- Non so se è una buona idea...

- Andiamo, che impegni hai? - ribatté Harry, sfiancato.

- Non ho impegni, lo sai.

- Ma?

Harry guardò i suoi occhi azzurri, talmente azzurri che lo stesso azzurro si perdeva in sé stesso.

- Sento che... È come se fosse terribilmente sbagliato. La società condanna questo tipo di... orientamento... sessuale, e io... Non potrei sopportare gli sguardi della gente che giudica.

La reazione di Harry fu calma, nonostante le sue parole l'avessero fatto arrabbiare non poco.

- La gente giudica a prescindere e lo sai bene. Alle superiori prendevano in giro Liam per l'apparecchio e mi risulta che lui sia etero. La gente giudica senza sapere. Giudica perché sente di farlo, perché è così che si adatta al ritmo del mondo e al confronto con gli altri. - disse, con l'ardore dei suoi sani princìpi negli occhi - E, nonostante tutto e tutti, bisogna amare se stessi, sempre.

Louis puntò lo sguardo a terra.

Amare se stessi.

Qualche passo più a sinistra c'era la sedia dove si sedeva sempre Elena. Lei diceva che quel soggiorno era tutto da arredare di nuovo, a eccezione della sedia, unico elemento moderno in quell'insieme di oggetti e arredi stile retrò.

Persino la sedia sembrava volerlo giudicare.

Amare se stessi.

Il suono dei tacchi di Elena rimbombò nella sua mente, oscuro e cattivo.

"Sei un aborto della società, una deviazione umana."

"Non dovresti esistere."

"Vergognati, sottospecie di rifiuto sociale."

Elena sarebbe stata capace di dire quelle cose? Louis aveva sentito delle parole simili in alcuni dibattiti in televisione sui commenti delle pagine Facebook.

Davvero nella gente c'era tanto disprezzo?

Amare se stessi.

No, Elena non era cattiva. Aveva solo le sue opinioni... Certo, quando avrebbe scoperto che lui preferiva suo fratello Harry a lei, sarebbe scoppiata in una crisi senza fine, ma quello era prevedibile.

Louis non avrebbe retto insulti ed offese di quel tipo. Sperava che Elena si contenesse.

Il problema più grande però era trovare il momento adatto per aprire la questione.

Non poteva semplicemente andare lì e dire "Hey, ciao Elena! Sai che mi scopo tuo fratello e lo preferisco a te?". No, decisamente no.

Oppure "Cara Elena, amo tuo fratello e non te. E... Sì, sono bisex a tendenza omosessuale! Allegria!".

- Lou! - lo richiamò Harry.

- Eh?

- Ci sei?

- Sì...

- Allora vieni da me?

- Ahm... Certo.

- Andiamo. Prendi alcuni vestiti di ricambio e raggiungimi in macchina. - sorrise Harry.

Dio, le sue fossette.

***

Era venerdì.

Cady si era presa dei giorni di vacanza da scuola per riflettere.

Non poteva affrontare una verifica di matematica in quello stato mentale né parlare di letteratura ottocentesca pensando ai suoi problemi.

La signora Wharton ci aveva rinunciato, non obiettava più. Si limitava a sperare che mangiasse e che sapesse badare a sé stessa.

Cady si era imposta di non parlare con nessuno e a tale scopo teneva il cellulare lontano come la peste, per costrizione personale.

Perché avrebbe dovuto sprecare il suo tempo per parlare con persone che l'avevano delusa immensamente?

Fece un rapido riepilogo mentale degli ultimi due mesi della sua vita.

Sua madre le rompeva le scatole, suo padre le aveva mentito e stava cercando di "risolvere la faccenda", Nina si era rivelata l'amica peggiore che potesse considerare, Jen aveva preferito fare l'oca con Kate e Juliet, Jake era Jake e portava un sacco di dilemmi, Sophie era lontana e Louis era stato dato per disperso nella sua mente, non senza una punta di delusione. Ma, a proposito di delusioni, Seth era stata la più grande. In lui aveva riposto fiducia, aspettative e forse una forma adolescenziale di amore. E, se era concesso chiamarlo amore, questo amore non faceva che rendere la situazione più caotica e disperata, perché a quel punto, nonostante tutto, l'unica cosa che voleva era sapere che lui stava bene, che le avrebbe spiegato che era tutto un tremendo malinteso e che l'avrebbe resa tanto tanto felice.

I pensieri le lasciarono l'amaro in bocca.

Era ingiusto.

Non era affatto giusto avere tanti problemi a diciassette anni. A trenta che cosa avrebbe dovuto affrontare?

Camminando per le strade della città, mentre cercava di sembrare una persona molto indaffarata e con una meta precisa piuttosto che una disgraziata con l'anima in pena, quasi inciampò in un sasso.

Si guardò intorno per controllare se qualcuno avesse notato la sua piccola figuraccia, poi andò avanti, contenta che nessuno le avesse fatto caso.

La sua gioia durò ben poco.

Come l'aria si era annullata nel contatto tra le loro labbra, l'aria mancò anche a Cady.

Era ferma in mezzo al marciapiede, con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa, i polmoni ghiacciati.

Il cuore batteva fortissimo.

I capelli erano mossi appena dal soffio del vento, mentre i due si staccavano lentamente.

Lei rimase pietrificata.

- Cady...

Cady (Teen Wolf)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora