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- Cazzo, è Elena. Sbrigati. - disse Louis.

La persona cui si era rivolto prese in fretta il borsone e aprì la porta dell'appartamento, per poi dare un ultimo sguardo indietro.

Sì, ne valeva decisamente la pena.

- Aspetta a prendere le scale, forse oggi ha scelto di non usare l'ascensore. - sussurrò Louis, visibilmente agitato.

- Ha i tacchi di solito. Se li ha messi anche oggi di sicuro non farà le scale, sarebbe una perfetta idiota altrimenti. - rispose la persona che gli stava di fronte, attorcigliando un ricciolo tra le dita.

- Shh! Ascolta... - il silenzio tombale permise loro di sentire l'ascensore in movimento - Prendi le scale. Veloce!

La sagoma scomparve alla svolta dietro l'ascensore e Louis tornò nel suo appartamento, per fare finta di stare in tutta tranquillità con un libro in mano.

***

Cady guardò con rabbia le stampelle che doveva usare per muoversi.

Salì in macchina con l'aiuto della madre, pensando alla tristezza che aveva lasciato in ospedale e alla noia che avrebbe trovato bloccata in camera sua.

Come avrebbe sopportato di stare a casa praticamente sempre?

La madre l'avrebbe soffocata di attenzioni, l'indifferenza solita di suo padre avrebbe peggiorato il suo stato emotivo all'ennesima potenza e l'assenza di sua sorella l'avrebbe buttata in uno stato talmente disperato da sembrare depressione.

Da venerdì, Nina era passata solo una volta, sabato nel primo pomeriggio. Non era tornata domenica né quel giorno, il seguente.

Seth era passato ogni giorno invece.

Le false amiche che aveva per far scena a scuola l'avevano appena degnata di un paio di minuti di visita domenica mattina, dopodiché l'intera squadra di pallavolo era venuta a farle gli auguri di pronta guarigione.

Finite le visite, Cady si era sentita molto sola.

Chissà se Sophie sapeva del suo incidente. Sarebbe riuscita a ottenere il permesso per una visita?

Cady sperava che il suo capo non fosse tanto cattivo da privarla di una visita a causa di un incidente.

- Mamma, Sophie lo sa? - le chiese.

La madre imboccò la curva a sinistra e per un momento parve non ascoltarla, concentrata sulla guida.

- No, tesoro. Ho avuto alcuni contrattempi e mi sono scordata di dirglielo. - rispose.

Cady decise che sembrava abbastanza sincera e non se la prese.

Poco dopo arrivarono a casa e Cady riuscì a raggiungere camera sua, seppur con fatica.

La signora Wharton le portò immediatamente la zuppa della sera prima riscaldata, con i crostini a fianco sul vassoio.

- Non mi pare di aver detto che ho fame.

- Cady, non fare capricci. Sai bene anche tu che solo un'alimentazione più abbondante ti aiuterà a togliere le stampelle. Il medico ha detto che la tua fragilità ha contribuito a peggiorare le cose. Ora, se non vuoi definirti masochista, mangia. Senza fare storie.

Cady (Teen Wolf)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora