Prologo

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Krystal si guardò intorno un'ultima volta,cercando invano qualcosa che le facesse cambiare idea sull'inutilità della sua esistenza,poi si lanciò nel vuoto.

Mentre cadeva nel buio si sentì per la prima volta leggera,libera. Libera da chi non l'aveva mai saputa apprezzare,libera da chi le ripeteva fino alla nausea quanto fosse diversa,libera dagli ipocriti approfittatori che le avevano svuotato l'anima.

Forse morire era davvero la soluzione. O forse no. Un istante prima dell'impatto sulla sua schiena si spiegarono due enormi ali bianche. E lei volò,volò in alto fino a sfiorare le stelle. Forse essere diversa non era una condanna ma una salvezza.

Si svegliò ricoperta di sudore freddo. Non era altro che un sogno. Ma quel sogno le aveva aperto gli occhi:qualunque destino le fosse stato riservato lei non si sarebbe arresa.

L'indomani avrebbe compiuto diciassette anni e avrebbe partecipato al suo primo ricevimento in pubblico.L'idea non la entusiasmava,erano anni che sfuggiva alla vita mondana e alle sue noiose abitudini. Lei avrebbe preferito impiegare la sua vita a fare qualcosa di concreto per gli altri,a ridare speranza a chi non aveva più niente. Ma il mondo non era più quello di una volta e ormai la gente sembrava più interessata ai pranzi d'affari e alle feste danzanti che alla dilagante povertà dei meno fortunati. La guerra aveva concentrato il potere nelle mani di pochi e il resto del mondo era stato abbandonato a se stesso,nel degrado più totale.

Perchè non sono come gli altri?Perchè a me del loro destino importa?Come posso star bene se so che il lusso in cui vivo toglie ad altri la possibilità di una vita migliore?

Krystal ci pensava spesso e poneva a tutti questa domanda fin da quando era bambina. Tutti le avevano risposto che non doveva sentirsi in colpa perchè quella povera gente era predestinata al fallimento e che loro dovevano sentirsi fortunati perchè erano stati prescelti per dominare il mondo.

Scelti da chi?
I più arroganti dicevano "Da Dio in persona." Krystal ne rideva:se questo Dio si divertiva a innalzare persone spregevoli e a far morire migliaia di bambini su una strada non doveva essere molto piacevole da incontrare. Ma lei credeva in un altro Dio e in un altro destino,un destino di amore e pace fra tutti gli uomini.

Impossibile. Noi uomini siamo così stupidi e ciechi. Badiamo al luccichio delle gemme più che a quello degli astri. E cediamo al potere del denaro più che a quello dei sentimenti. E preferiamo la vendetta al perdono.

Perchè si includeva in quella specie di persone?Lei non era così.Ma tutti da sempre pretendevano quel ruolo da lei ed era inutile opporsi,avrebbe portato solo altri guai.

Guardò l'orologio e trasalì. Era già sera,il ricevimento la attendeva. Lanciò un'occhiata distratta allo specchio. Vide i suoi lunghi capelli biondi per la prima volta raccolti in uno chignon e i suoi grandi occhi verdi intrisi di una strana innocenza,nonostante le domestiche li avessero truccati a lungo per conferirle uno sguardo più sensuale. Eh già perchè quei ricevimenti erano l'ideale per progettare matrimoni al fine di arricchirsi ancora di più. A Krystal non poteva fregar di meno ma almeno quella sera aveva deciso di non deludere nessuno. Pensò che così conciata sembrava meno strana del solito,forse la gente non avrebbe capito subito che era così diversa. E in ogni caso era tardi per fingere un malore e starsene a casa,il fedele maggiordomo Alfred la stava aspettando a bordo della lussuosa auto di famiglia. Era il momento di andare.

Light in the Shadows - Love TriumphantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora