Capitolo 6.

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Krystal aveva spesso visto il re serio,deciso o infastidito ma mai così infuriato come quella sera. Era stata portata da due guardie nella sua suite e i minuti che trascorse ad attendere il suo arrivo furono tra i più lunghi della sua vita. Per non pensare alla punizione che avrebbe potuto ricevere si soffermò sulla bellezza della stanza:era enorme,con al centro un meraviglioso letto a baldacchino e tante altre comodità,tra cui un televisore al plasma,un frigobar e un ampio armadio.

E pensare che il popolo muore di fame. Rinunciando solo a una piccola parte di tutto questo potrebbe salvare un paese.

Non ebbe tempo di pensare altro perchè re Andreas entrò nella stanza,furioso come non mai,coi suoi capelli neri scompigliati e la camicia aperta che lasciava intravedere i suoi pettorali scolpiti.
Krystal iniziò a respirare affannosamente: non voleva darlo a vedere ma era impaurita da quel che sarebbe potuto accadere.

Il re la guardò con rabbia:<<Preparati a soffrire,ragazzina,nessuno osa sfidare il re.>>
<<Quelle persone non meritavano tutto quel male.>>
<<Non stava a te deciderlo,piccola sciocca!>>
<<Nemmeno a voi!Nessuno ha il diritto di decidere sulla vita degli altri.>>
<<Cara,si dà il caso che è proprio questo che fanno i re;io sono qui per comandare!>>
<<Un re saggio prende le decisioni per il bene del suo popolo,voi non siete un re ai miei occhi.>>
<<Ora basta!>>

Era davvero troppo.Quella ragazzina lo stava spingendo al limite.Perse il controllo e le tirò uno schiaffo in faccia che la fece cadere in ginocchio.Poi si accovacciò accanto a lei e le strinse il collo con una mano. Sentì il suo respiro affievolirsi fin quasi a spegnersi.Ma non voleva ucciderla:non prima di averle insegnato chi era a comandare.

Prendendola per i capelli la alzò e la costrinse a guardarlo negli occhi:<<Ora ascoltami bene perchè non ho intenzione di ripetermi:tu sei solo una schiava e io sono il tuo re per cui non ti è permesso di parlarmi così.Ora mi aspetterai qui senza muoverti,in ginocchio e quando tornerò capirai cosa vuol dire essere "mia" in tutti i sensi.E allora imparerai a sottometterti,tranquilla non sei diversa da tutte le altre,dopo stasera imparerai ad amarmi e me ne chiederai ancora e ancora!>>

Krystal sussultò.Era chiaro dove voleva arrivare:voleva stuprarla!

Cazzo,devo assolutamente fuggire da qui.

Il re uscì dalla stanza e chiuse a chiave la porta,dicendo a due guardie di controllare che nessuno uscisse. Krystal però non aveva nessuna intenzione di restare lì a farsi torturare. Si guardò intorno e trovò una specie di forcina sul comodino. Corse verso l'armadio e riuscì a scassinarne la serratura pregando che non contenesse solo vestiti. Aveva visto giusto:l'armadio straripava di armi,spade e coltelli di ogni tipo. Krystal prese una spada lunga e un coltellino,poi pensò a come uscire da lì. Provò a scassinare anche la porta ma non ci riuscì. Allora iniziò a gridare e ansimare fingendo di avere un malore:le guardie avrebbero aperto la porta per accertarsi della sua salute e lei ne avrebbe approfittato per scappare.

Per fortuna fu abbastanza convincente e una guardia entrò con aria preoccupata. Krystal,che si era nascosta dietro il letto,lo tramortì lanciandogli un vaso dietro la testa e fuggì verso la porta.

<<Ehi,dove credi di andare?>> Si mise subito in guardia l'altro soldato,brandendo una spada.
La cosa bella della Terza Guerra Mondiale era che dopo di essa il mondo aveva rinunciato alle armi da fuoco perchè portavano troppa distruzione e causavano troppe morti di civili durante i conflitti.
E questo fece comodo a Krystal perchè se si fosse trovata davanti una pistola o un fucile non avrebbe avuto scampo. Così invece poteva essere abbastanza forte e veloce da cavarsela.
Infatti quando il soldato si avvicinò per afferrarla lei prese il coltellino e con un gesto fulmineo gli pugnalò la coscia in profonditá facendolo cadere a terra,poi per sicurezza lo ancorò al muro incastrandogli il braccio con la spada. Sentì le urla di dolore del soldato e si sentì male ma era l'unico modo che aveva di liberarsi. Mentre fuggiva gli gridò:<<Scusa,ho dovuto farlo.>>

Nel lungo corridoio trovò altre guardie e combattè con loro,disarmandoli ma senza ucciderne nessuno.Non voleva essere un'assassina.Dopo una folle corsa riuscì ad arrivare ai giardini reali:le restava solo il muro di cinta da scavalcare e poi sarebbe stata finalmente libera.
Ma il re non era uno stupido:sentendo degli strani rumori si era precipitato in corridoio e rendendosi conto di quello che stava succedendo la raggiunse in giardino. La trovò che correva e le afferrò un braccio portandola verso di se:<<Smettila di fare la ribelle,ragazzina.Se collabori non ti farò del male.Il tuo posto è qui,sottomessa a me.>>
Krystal rise.Mai e poi mai avrebbe accettato di sottomettersi a qualcuno. <<Io non ti servirò mai.>> E con un calcio riuscì a liberarsi dalla sua presa.Il re era veloce ma lei aveva talmente tanta adrenalina addosso che riuscì a essere ancora più rapida.

Arrivata al muro di cinta saltò e iniziò ad arrampicarsi per scappare.Era quasi arrivata in cima quando una piccola crepa le fece mancare il terreno sotto i piedi. Perse l'equilibrio e iniziò a dondolare:se lasciava andare il braccio sarebbe precipitata.
Intanto era arrivato Sir Dean e aveva in mano un arco con la freccia già tesa e pronta a colpire.
Da lì Krystal era un bersaglio fin troppo facile ma l'uomo esitava.

Accidenti,devo muovermi,devo solo muovere le gambe e riagganciarmi al muro.

<<Dean,cazzo,colpiscila!>> Re Andreas gridava rabbiosamente.
Krystal si era rimessa in posizione e aveva ripreso ad arrampicarsi.Finalmente raggiunse la cima.Si sedette sul muretto e per un istante indugiò ad osservare Sir Dean.Aveva ancora l'arco teso tra le mani ma non l'aveva attaccata:era lì immobile a guardarla.La ragazza rucambiò lo sguardo e sussurrò impercettibilmente:<<Grazie.>>

<<Colpiscila!>>

Lei sorrise e saltò senza paura dall'altro lato del muro.Era fuori da quell'incubo finalmente.Era libera.

Light in the Shadows - Love TriumphantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora